
Roma, le buche stradali entrano in campagna elettorale (e anche il turismo)
La campagna elettorale per il prossimo sindaco di Roma si gioca anche sulle buche stradali. Diverse le denunce che in questi ultimi anni hanno portato all’attenzione della Giunta Alemanno le frequenti buche sulle strade di Roma (in alcuni casi vere e proprie “voragini”) che mettono costantemente in pericolo i motociclisti (e non solo) e aggiungono costi sulle spalle degli automobilisti per i danni provocati alle vetture. Oltre alle denunce di cittadini e associazioni sono arrivate le vie legali: il consigliere PD Athos De Luca ha presentato un esposto in procura e il Codacons ha annunciato una class action.
E nell’era di Twitter è arrivato il “cinguettio” dell’avversario di Alemanno: il candidato sindaco del centrosinistra Ignazio Marino scrive sul suo profilo “Le voragini per le strade di Roma: l’unica opera pubblica di 5 anni della giunta uscente”. La discussione sulle buche delle strade di Roma continuerà questa sera in TV, durante il primo confronto a 4 dei candidati sindaci. A partire dalle 22.30 circa, nella seconda parte di Piazza Pulita, su La7, Marino, Alemanno, Alfio Marchini e Marcello De Vito del Movimento 5 Stelle dibatteranno in una trasmissione dal titolo “Sfida capitale”.
Intanto l’Adoc sottolinea un’altra priorità per la capitale, a prescindere da chi sarà il prossimo sindaco: Roma deve puntare maggiormente sul turismo e si può pensare a riunire l’intero patrimonio storico, artistico e archeologico sotto una gestione unitaria, implementando i servizi e i collegamenti con tutti i siti e monumenti che la città e la provincia offre.
“Il turismo deve diventare la prima forma d’entrata economica per la Capitale – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – e per renderla tale occorre che l’intero patrimonio storico, artistico e archeologico riunito sotto una gestione unitaria. Roma è la più importante meta religiosa del mondo cattolico, ogni anno viene visitata da circa 16 milioni di pellegrini, dei quali circa il 40% è rappresentato da stranieri. E nei prossimi mesi il numero dei visitatori per motivi di fede crescerà del 20%, numeri che fanno riflettere su quanto sia opportuno e necessario puntare su questa forma di turismo per rilanciare l’intero comparto turistico romano. Rilanciare il turismo è una necessità impellente – sontinua Santini – ci auguriamo pertanto che i nuovi organi di Governo di Regione e Comune seguano la strada già tracciata da altre Regioni come il Veneto, che ha realizzato itinerari religiosi ad hoc o da Associazioni come Civita. Per fare un paragone il Santuario della Madonna di Lourdes accoglie ogni anno 5 milioni di visitatori, un terzo di Roma mentre il Cammino di Santiago in Spagna riceve la visita di circa 350mila pellegrini l’anno. In Italia Roma attrae il 65% dei turisti “di fede”, staccando e di molto altri importanti luoghi come la Basilica di San Francesco ad Assisi, la Chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo e l’intera Via Francigena. Il giro d’affari di Roma è equivalente al 60% dell’intero fatturato proveniente dal turismo religioso in Italia, pari a 5 miliardi di euro annui”.
L’Adoc sottolinea anche la necessità di implementare e migliorare i servizi connessi ai siti e monumenti che Roma può offrire, a partire dai collegamenti su strada e ferro. “Prendiamo il caso di Ostia antica, uno dei siti archeologici più importanti di Roma: dista solo 5-10 minuti dall’Aeroporto di Fiumicino ma se un turista appena sbarcato volesse visitarla dovrebbe prima prendere il trenino per Termini e poi dalla Stazione prendere un altro treno che porti fino ad Ostia. Una situazione paradossale che si potrebbe facilmente risolvere prevedendo un sistema di collegamento via bus dall’Aeroporto al sito archeologico. Oltre a rivalutare e tutelare un importante patrimonio si offrirebbe ai turisti un meraviglioso biglietto da visita della città.”

Ricordiamoci che, buche da eliminare o altro che sia necessario per la collettività, occorrono i soldi per farlo.
E allora bisogna trovarli, questi soldi, e anche una seria lotta all’evasione fiscale, ma seria davvero, si rende necessaria, oltre che per un fatto di equità sociale nei confronti dei tanti Italiani onesti che le tasse le pagano fino all’ultimo centesimo.