Superbonus, ANACI spiega la situazione attuale e lancia l'allarme: "Condomini nel caos"

Superbonus, ANACI spiega la situazione attuale e lancia l'allarme: "Condomini nel caos" (foto Pixabay)

Superbonus, ANACI spiega la situazione attuale e lancia l’allarme: “Condomini nel caos”

L’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari (ANACI) lancia l’allarme sul “caos condomini” derivato dallo stop del Governo alla cessione del credito e allo sconto in fattura per i bonus fiscali, come il Superbonus. E spiega quali sono gli scenari possibili per i condomini

L’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari (ANACI) lancia l’allarme sul “caos condomini” derivato dallo stop del Governo alla cessione del credito e allo sconto in fattura in alternativa alla detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi per i bonus fiscali, come il Superbonus. Mentre – si ricorda – rimane valida l’opzione dello sconto in fattura e della cessione del credito soltanto per coloro che hanno già avviato i lavori e presentato la Cila.

“È necessario andare in assemblea e dire serenamente ai condomini che non ci sono più le condizioni – spiega Leonardo Caruso, vicepresidente nazionale dell’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari (ANACI) -. Se da un lato ci assumeremo questo impegno sulla base delle scelte governative, dall’altro non è chiaro perché non siamo coinvolti in questa fase di dialogo così delicata“.

“Quest’ultimo decreto ha creato grande preoccupazione tra le famiglie – prosegue Caruso –, e gli amministratori di condominio quasi certamente dovranno rifare le assemblee per aggiornare i condomini e in alcuni casi valutare la possibilità di archiviare definitivamente i progetti che avrebbero aiutato a riqualificare molte abitazioni. Le aziende che hanno difficoltà stanno tirando i remi in barca, lo stesso stanno facendo le banche con il blocco dei crediti, l’unica via percorribile in questo contesto è l’arresto totale di qualsiasi progetto”.

Superbonus, gli scenari attuali

Qual è, dunque la situazione attuale? L’ANACI spiega che ci troviamo davanti a tre possibili casi: “chi ha già avviato i lavori con deposito della Cilas ante 25 novembre 2022 e può usufruire della detrazione del 110% e dello sconto in fattura, chi ha depositato la Cilas dopo il 25 novembre e non ha ancora avviato i lavori e può usufruire delle detrazione declassata al 90% e dello sconto in fattura e infine chi, alla data del 17 febbraio 2023 non ha ancora depositato la Cilas e, pur potendo usufruire delle detrazioni vigenti, non può avere lo sconto in fattura”.

Nel primo caso, quindi, “i cantieri avviati stanno andando a conclusione, o si spera che arrivino a conclusione, seppur facendo fronte al problema del blocco dei crediti, attenuato da quanto riportato dall’art.1 del decreto legge 11 2023, che ha eliminato la responsabilità solidale tra cedente e cessionario in presenza dei documenti elencati nel decreto stesso”.

Nel secondo caso, “i cantieri che sarebbero stati prossimi a iniziare con le Cilas depositate hanno il problema della detrazione declassata permanendo le medesime criticità dello sconto in fattura, seppur ridotte per quanto indicato al punto precedente”.

Infine, per la terza casistica “ritornano le medesime criticità precedenti al decreto legge 34, e pertanto valutazione della capienza fiscale e anticipazione da parte dei condomini delle spese deliberate”.

 

Foto Pixabay

 

“Gli interventi sugli edifici andrebbero pensati a 360 gradi – conclude Caruso – tenendo conto di tutta la struttura dell’edificio: importantissima l’efficienza energetica, ma altrettanto importante è la parte che riguarda la sicurezza. Prima ancora di vivere in un condominio che consuma poco bisogna avere la certezza che una casa costruita 60 o 70 anni prima sia ancora strutturalmente idonea e abbia degli impianti sicuri”.

Da ABI e ANCE la proposta F24

Secondo ABI e ANCE, che hanno inviato un comunicato congiunto, “Per far fronte all’emergenza della cessione dei crediti fiscali rivenienti dai bonus edilizi delle imprese non bastano gli acquisti e gli impegni ad acquistare già assunti dalle banche, occorre una misura tempestiva che consenta immediatamente alle banche di ampliare le capacità di acquisto, utilizzando anche una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24“.

ABI e ANCE, in vista della del tavolo tecnico annunciato ieri dal Ministro dell’Economia in tema di superbonus, ribadiscono “che l’utilizzo degli F24 è indispensabile per ampliare la capacità di compensazione fiscale e risolvere il problema dei crediti incagliati, che sta mettendo in grande difficoltà il sistema delle imprese”.

“La proposta dell’F24 – concludono – ha il vantaggio di essere applicabile in tempi molto rapidi, di facile realizzazione e non avrebbe alcun impatto aggiuntivo sulla finanza pubblica. La Commissione di inchiesta sulle banche, a fine giugno 2022 ha indicato che “nel biennio 2020-2022, le banche hanno assunto impegni per crediti fiscali pari complessivamente a 76.989.096.317 euro, saturando la loro capacità fiscale””.


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