Quando si parla di teleselling selvaggio non c’è pace. Neanche una settimana fa le principali compagnie telefoniche in audizione al Senato avevano espresso la loro condivisione riguardo all’idea di allargare l’iscrizione al Registro delle opposizioni anche ai numeri non presenti in elenco e ai cellulari. Notizia per molti versi positiva (perché vedeva i principali operatori tlc propensi a normare un aspetto così importante per la vendita), oggi attutita dall’annuncio ai Assocall, l’associazione che raccoglie diversi contact center.

Secondo Assocall, l’inserimento dei numeri non contenuti negli elenchi nel Registro delle opposizioni sarebbe in contrasto con la normativa sulla privacy e si ripercuoterebbe inevitabilmente sull’occupazione.

telefonoBasta con il solito ricatto occupazionale”, tuona l’Unione Nazionale Consumatori. “Chi fa bene il suo mestiere potrà continuare tranquillamente a lavorare”, sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’associazione consumatori, “L’unica violazione della privacy è quella di chi fa telefonate moleste a casa delle persone che non vogliono riceverle. Per questo urge una riforma contro il teleselling selvaggio”.

Allo stato attuale infatti dei 115 milioni di linee telefoniche, tra fisse e mobili, solo 13 milioni, l’11,3%, ossia quelle negli elenchi telefonici, possano iscriversi al Registro delle opposizioni.

Le proposte avanzate da UNC per regolamentare il settore sono appoggiate anche dal Garante della Privacy e prevedono innanzitutto l’introduzione di un meccanismo di corresponsabilità tra l’azienda che avvia la campagna e il call-center che fa le telefonate (per evitare rimpalli di responsabilità e di dover perseguire piccoli call-center con sede all’estero).

Altro punto importante è rappresentato dal potenziamento del Registro pubblico delle opposizioni: la possibilità di iscrivere anche i numeri di cellulare e soprattutto che una volta iscritto il proprio numero si possano “cancellare” tutti i precedenti consensi (in modo tale da consentire al cittadino di riprendere il pieno controllo dei propri dati). Sarebbe inoltre preziosa l’istituzione di un Registro per censire le campagne promozionali (con indicazione dell’operatore che lancia la campagna, il periodo di riferimento e i numeri utilizzati per chiamare i consumatori) così da evitare all’utente di dover fare indagini complicate per scoprire chi lo ha disturbato.

Infine, UNC fa notare che oggi il pagamento alla Fondazione Ugo Bordoni (che si occupa del Registro) è proporzionale all’attività di scrematura dei numeri: tanto più si puliscono le liste, tanto più l’azienda deve pagare la Fondazione. Ma in questo modo si disincentivano le imprese a cancellare i numeri (di fatto preferiscono pagare le sanzioni), mentre sarebbe meglio stabilire il pagamento in base al fatturato.


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