Milano sempre più aperta all’affermazione dei diritti arcobaleno. Il capoluogo lombardo, grazie a una collaborazione tra il Comune di Milano e l’Associazione italiana del turismo gay and lesbian (Aitgl), con il supporto del consolato Usa, è stato, infatti, candidato dall’Agenzia nazionale del turismo (Enit) ad ospitare nel 2020 la 37esima convention organizzata dall’International gay and lesbian travel association (Iglta). Un momento di incontro tra le realtà turistiche, i buyers e i fornitori che gravitano attorno ai viaggi lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). Milano potrebbe (la conferma arriverà tra un paio mesi) diventare dunque meta di centinaia di imprese turistiche e istituzioni pubbliche internazionali provenienti da oltre 80 Paesi nel mondo. Ne abbiamo parlato con Alessio Virgili, presidente dell’Aitgl e ambasciatore per l’Italia dell’Iglta.

La candidatura di Milano è un segnale di progresso etico-sociale per l’Italia?

Nei miei sette anni di mandato come presidente Aitgl e ambassador per l’Italia dell’Iglta ho lavorato molto per trovare istituzioni pubbliche disponibili a candidare una città per ospitare la Convention Iglta, un’opportunità di visibilità e business per il Paese grazie alla presenza di oltre 600 tra aziende, istituzioni e media di settore, senza purtroppo riuscire mai a concretizzare nulla. Oggi finalmente grazie alla congiuntura di diversi fattori, dalla recente approvazione della legge sulle Unioni civili ad un’amministrazione come quella milanese da sempre attenta alle tematiche lgbt, è stato possibile ottenere questo risultato. Ci tengo però a sottolineare che è soprattutto grazie al Consolato Usa a Milano, nella persona del Console generale Philip Reeker e del Console per gli Affari commerciali Robert Peaslee che mi hanno supportato affinché si instaurasse un rapporto così stretto con il sindaco Sala e l’Assessore al Turismo Roberta Guaineri. Credo sia davvero un segnale di cambiamento etico-sociale per l’Italia su cui da almeno 10 anni mi sono battuto personalmente, dalla fondazione nel 2007 del primo tour operator italiano Lgbt Quiiky alla nascita della prima fiera italiana del Turismo Lgbt che dallo scorso anno si tiene all’interno della fiera Bit (Borsa italiana turismo) di Milano. Inizialmente era difficile anche distribuire un catalogo dedicato al turismo Lgbt nelle agenzie di viaggio che avevano timore esponendolo di perdere la propria clientela tradizionale. Spesso, inoltre, mi sono trovato di fronte ad alberghi che chiedevano una collaborazione solo per la bassa stagione così da non mischiare i viaggiatori Lgbt con la loro clientela di famiglie. Oggi tutto questo è migliorato, ma c’è ancora molto da fare. Lo dimostrano i fatti di discriminazione avvenuti da parte di strutture ricettive nella trascorsa stagione estiva. Importanti saranno le azioni di informazione e formazione da parte delle associazioni di categoria e delle istituzioni verso gli operatori turistici affinché siano pronti ad accogliere nel modo dovuto anche i viaggiatori lgbt. Tra settembre e ottobre come associazione inizieremo un percorso in tal senso insieme al Comune di Firenze grazie ad una collaborazione con l’Assessora al Turismo Paola Concia.

Quante sono nel nostro Paese le aziende e le istituzioni turistiche che operano nel settore lgbt?

Nel nostro Paese la Iglta è presente solo dal 2010 (pur essendo nata nel 1984 negli USA ed essendo oggi presente in oltre 30 Paesi al mondo). Ad oggi l’Italia è ai primi posti in Europa per numero di aziende turistiche associate con oltre 70 membri. Purtroppo fino allo scorso maggio, quando l’Enit è diventata finalmente Global silver partner Iglta, non avevamo nemmeno un’istituzione pubblica associata a differenza di Paesi come la Spagna, la Francia o la Germania. Anche l’omonima associazione Italiana (Aitgl) è cresciuta molto negli anni fino ad avere oltre 100 associati, purtroppo tra questi molte istituzioni pubbliche estere (Visit Massachusetts e San Francisco Travel per citarne alcune) ma nessuna italiana. Di aziende gay friendly ce ne sono diverse in Italia, spesso alcune si definiscono tali senza però aver compreso davvero cosa significhi, per questo la necessità di un’ associazione come la nostra. Abbiamo poi strutture alberghiere come Radisson Blu Es Hotel di Roma, lo Straf Hotel di Milano, l’Accor Hotels di Milano, l’Hotel Aqualux di Bardolino, la catena Four Season e Belmond che sono stati con gli anni riconosciuti dalla comunità lgbt come delle eccellenze per la qualità del servizio e l’attenzione rivolta a questo segmento entrando nelle principali guide di viaggio lgbt del mondo. Nell’ambito tour operating, Quiiky Viaggi con la linea di viaggi Untold History è stato sulle principali testate internazionali (da New York Times alla Bbc) per il suo noto tour dei Musei Vaticani in chiave gay dove racconta la storia a 360° grazie a ricerche condotte con storici dell’arte (dall’omosessualità di Michelangelo, che egli stesso reprimeva per il suo forte credo e che questo gli provocava contrasti interni che rappresentava nei suoi tanti chiaroscuri, alla relazione tra Leonardo e il suo discepolo il Salaì). Ci sono poi molte destinazioni estere che si promuovono in Italia verso questo segmento con un’offerta dedicata, dagli Stati Uniti (Massachusetts, New York, San Francisco), Canada (Toronto), Israele, all’Europa (Spagna, Germania, Belgio) fino alla Thailandia. Anche le compagnie aeree, se pur sempre solo quelle estere, rivolgono attenzione al segmento nostrano, da Airberlin ad Air Transat e Aireuropa.

Cosa rende una meta turistica, un luogo gay friendly?

Il turismo lgbt, a differenza di come spesso viene descritto, non è un turismo di ghettizzazione, ma piuttosto d’inclusione. Oggi il viaggiatore è sempre più conscio delle proprie esigenze e quando viaggia vuole un servizio sempre più personalizzato. Così il turismo lgbt, come quello religioso, ecosostenibile o il cicloturismo, si propone di  coniugare un’offerta sempre più personalizzata sui gusti, le abitudini e le esigenze del singolo turista e gli aspetti di carattere più etico e sociale come il rispetto delle diversità. Succede questo con il turismo accessibile, ma anche quando ci si rivolge ad un turista celiaco, cinese o israeliano che richiede una cucina kosher. Le città, soprattutto se vogliono intercettare nuovi flussi turistici e diversificare la stagionalità, devono partire dal non realizzare più la propria offerta in ottica di “turismo/turista” ma “turismi/turisti”. Il turismo lgbt, che oggi è stimato intorno ai 2,7 miliardi di euro in Italia (fonte Sonders&Beach e Eurisko), può rappresentare in tal senso un volano per il rilancio di un settore economico strategico per l’Italia.

Una destinazione gay è una meta che innanzitutto non ha leggi che vietano o discriminino l’omosessualità. Ci sono, infatti, mete turistiche molto note e frequentate anche dagli italiani dove l’omosessualità può essere punita con l’arresto o addirittura con il carcere. Chi opera nel turismo lgbt non propone o vende questo genere di destinazioni. L’altro aspetto fondamentale è rappresentato dall’accoglienza e dall’apertura della popolazione locale che permetta ad una coppia o famiglia lgbt di passeggiare per mano o con i propri figli per la città senza il rischio di essere derisi o discriminati. L’ultimo, ma non meno importante aspetto è la presenza di un’offerta turistica dedicata ovvero strutture alberghiere gay friendly che garantiscano un livello di servizio uguale per ogni tipo di clientela (ad esempio non vieti ad una coppia gay di tenersi per mano o non accolga con un sorrisetto una coppia di uomini che ha prenotato una matrimoniale), ristoranti e locali pubblici, eventi lgbt. In tutto questo la presenza attiva di un’istituzione pubblica è fondamentale affinché la popolazione sia pronta ad accogliere indistintamente, gli operatori siano formati e organizzati e il viaggiatore possa percepire l’apertura e l’accoglienza della città a partire dalle istituzioni che la rappresentano. Milano oggi ha dimostrato di avere tutte queste caratteristiche, sicuramente ancora è molto il lavoro da fare per eguagliare città come Berlino, Parigi, Londra o Barcellona ma la strada è oramai delimitata. Il nostro obiettivo sarà portare l’Italia con Milano dal 5° al 1° posto delle mete scelte dalla comunità lgbt non solo per portare un beneficio dal punto di vista economico alle aziende italiane, ma anche per segnare un ulteriore passaggio di crescita etica e morale di un Paese come l’Italia che, seppur spesso non raccontato, è un Paese in maggior parte aperto, tollerante e accogliente.

 

di Marianna Castelluccio


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