Vacanze 2023 all’insegna dei rincari (Foto Laly Di pietro per Pexels)

Le vacanze 2023 saranno all’insegna dei rincari. I viaggiatori lo sanno da tempo, considerate le ripetute denunce che arrivano dalle associazioni dei consumatori – ultima in ordine di tempo quella del caro voli. E da un’analisi complessiva sul settore turistico, sui trasporti e sulle spiagge, emerge che “risulta difficile spostarsi con serenità”. Un confronto trasversale l’ha fatto Altroconsumo che ha analizzato i costi di tre voci: quello di hotel e B&B nelle destinazioni di mare, montagna e città d’arte; quello degli spostamenti tra auto, treno e aereo; l’andamento annuale dei prezzi nei principali lidi italiani.

Hotel e B&B, trend opposti fra mare e montagna

Altroconsumo ha analizzato il costo di una stanza per 2 persone, per 8 giorni e 7 notti,  in alcune località selezionate: Polignano a Mare, Cervia, Ortisei, Selvino, Firenze e Napoli. “Due località di mare, due di montagna e due città d’arte: un campione non di certo esaustivo né rappresentativo da un punto di vista statistico, ma che può dare un’idea di quanto potrebbero spendere le famiglie italiane nel corso di queste vacanze estive”, scrive l’associazione.

Nel 2023, evidenzia l’analisi, si spende di più scegliendo di alloggiare in hotel 3 stelle rispetto al B&B: rispettivamente 111 euro e 98 euro a notte. Secondo Altroconsumo si osserva però “un’inversione di trend per gli hotel che risultano più convenienti rispetto al 2022: -12% per le località di mare e -13% per quelle di montagna. I prezzi più alti rilevati per alloggiare in hotel sono quelli di Ortisei, una notte può costare mediamente 162 euro, mentre la destinazione più conveniente è Napoli (in media 75 euro a notte). Per i B&B, rispetto allo scorso anno, si notano due tendenze opposte: in aumento i prezzi al mare (+8%) e in calo quelli in montagna (-11%)”.

Rispetto al 2022, sia per gli hotel sia per i B&B i maggiori aumenti si riscontrano nelle città d’arte dove nel 2023 si spende dal 20% (B&B) al 31% (hotel) in più.

Vacanze di rincari sui trasporti

Vacanze di rincari anche per i trasporti: sui viaggi in auto pesa anche l’aumento dei pedaggi, in media del 3%. Per raggiungere le località dell’indagine emerge che il costo medio più alto (calcolato da diverse città di partenza) per raggiungere in auto la meta di vacanza è quello di Polignano a Mare (264 euro), mentre il tragitto più economico è quello verso Cervia (135 euro). Chi sceglie di percorrere lunghi tragitti in auto per raggiungere queste o altre località turistiche, sarà costretto a fare i conti con l’aumento del costo del pedaggio autostradale.

Voli e treni, prezzi in salita

Sui trasporti pesa anche il rincaro di voli e aerei.

L’impennata dei costi del carburante ha portato a un incremento considerevole dei prezzi dei biglietti aerei: secondo i dati ISTAT, sono aumentati, rispetto allo scorso anno, del 44% i voli nazionali, del 43% i voli europei e del 16% i voli intercontinentali. Bisogna poi considerare che fra maggio 2021 e maggio 2022 i voli continentali erano già rincarati del 128%.

Anche i treni aumentano, un po’ meno dello scorso anno: più 13% rispetto al 2022.

Prezzi in crescita sulle spiagge

Vacanze all’insegna dei rincari anche sotto l’ombrellone. Altroconsumo segnala un aumento generale del 5% sui prezzi di lettini e ombrelloni negli stabilimenti balneari italiani rispetto al 2022.

Qualche esempio? Ad Alassio si spendono in media 329 euro, contro i 134 di Senigallia, la località meno cara tra le 10 monitorate dall’indagine dell’associazione.

“A Gallipoli si pagano in media 269 euro; 216 euro ad Alghero; a Viareggio, invece, 200 euro – spiega Altroconsumo – L’inchiesta mette anche a confronto le tariffe di quest’anno con quelle del 2022 e, in alcuni casi, ci sono buone notizie: a Gallipoli e Palinuro, per esempio, non c’è stato alcun aumento rispetto allo scorso anno. Lievi maggiorazioni si sono riscontrate ad Alassio (2%), Anzio (3%), Taormina (3%) e Senigallia (4%). Più elevati, ma in linea con l’inflazione, gli aumenti a Viareggio e Lignano (9%), Rimini (10%) e Alghero (11%)”.

Spiagge e concessioni balneari

«È tempo di riorganizzare le concessioni balneari, rinnovate automaticamente fino al 2024 nonostante l’ormai nota situazione di infrazione delle norme più volte denunciata dalle autorità nazionali e comunitarie, tra cui la Corte di Giustizia, oltre che da Altroconsumo – ha detto Federico Cavallo, Responsabile relazioni esterne di Altroconsumo – Dopo l’ennesimo rinvio, il Governo ha dato vita a un tavolo tecnico che si propone di ‘mappare le coste e di verificare la quantità di risorse disponibili per rispondere alla direttiva Bolkenstein’. Pur auspicando che dalle riunioni del tavolo possa arrivare qualche elemento utile a fare dei passi in avanti, evitando ulteriori perdite di tempo, crediamo che alle aree balneari italiane serva invece fare un deciso balzo per garantire livelli di qualità, prezzo e servizio all’altezza di un patrimonio unico al mondo e della richiesta dei cittadini. Spiace quindi notare come questo tema non abbia trovato posto nell’importante legge annuale per la concorrenza licenziata dall’Esecutivo lo scorso aprile: auspichiamo, come recentemente fatto anche dall’AGCM, che il Parlamento intervenga ora nel testo per assicurare da un lato gare trasparenti e competitive che evitino gli effetti distorsivi della concorrenza, e dall’altro per evitare una proroga di fatto delle concessioni oltre il tempo necessario per lo svolgimento delle gare».

Altroconsumo ha lanciato una petizione in cui chiede una riforma delle concessioni balneari per permettere più concorrenza e prezzi più bassi e per avere così “spiagge sempre più accoglienti, inclusive, sostenibili e innovative”.


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