Case green, commenti fra pro e contro. Codacons: “Rischio svalutazione degli immobili”
Numerose le reazioni alle nuove regole europee sulle case green, fra quelle più critiche e quelle che evidenziano le potenzialità delle norme approvate ieri dal Parlamento europeo. Una selezione
Molti i commenti e le valutazioni sulle regole per le case green varate ieri dal Parlamento europeo. Lo scopo delle nuove regole europee è la riduzione progressiva delle emissioni gas serra nel settore edilizio entro il 2030.
Numerose le reazioni, fra quelle più critiche e quelle che invece evidenziano le potenzialità delle nuove norme.
Codacons: da 35 a 60 mila euro i costi di riqualificazione energetica
Gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici comportano un costo medio compreso tra i 35mila e i 60mila euro ad abitazione, e solo per la sostituzione della caldaia con un modello di nuova generazione la spesa può arrivare in Italia a 16mila euro. Lo afferma il Codacons, commentando le nuove misure varate dall’Ue in tema di “case green”.
E ancora: “I lavori di riqualificazione più comuni e che interessano cappotto termico, infissi, caldaie e pannelli solari hanno costi molto diversificati a seconda della tipologia dei materiali scelti e dell’ubicazione territoriale degli edifici – analizza il Codacons – Il cappotto termico, ad esempio, ha un costo medio compreso oggi tra i 180 e i 400 euro al metro quadrato, mentre per gli infissi la spesa varia in media da 10 a 15mila euro.
“Gli interventi di riqualificazione energetica previsti dall’Ue determinerebbero quindi un costo complessivo medio tra i 35mila e i 60mila euro considerando una abitazione di 100 mq, e potrebbero determinare nel medio termine effetti enormi sul mercato immobiliare, portando ad una svalutazione fino al 40% del valore degli immobili non oggetto di lavori di riqualificazione”.
Non solo Codacons: risposte anche da Immobiliare. It, Kyoto Club, Adoc e Uniat
Immobiliare.it
“Non esiste ad oggi un approccio standard per mettere in relazione la classe certificata di un’abitazione con il reale dispendio energetico che vi viene operato all’interno. È infatti ragionevole pensare che i fondi non saranno sufficienti per ristrutturare tutto il patrimonio immobiliare che lo necessita, e per questo motivo sarà vitale operare una scelta strategica con logiche data driven provenienti da analisi il più possibile puntuali e accurate, per una misurazione che passa dal merito del cliente al merito dell’immobile”.
Kyoto Club
“Un passaggio obbligatorio se vogliamo tagliare i gas climalteranti del 55% al 2030 e raggiungere la neutralità climatica al 2050. Inoltre, questa misura sarà in grado di contrastare la povertà energetica che affligge milioni di famiglie, garantendo bollette più basse. Questa è l’Europa che piace a noi!” dichiara il Direttore esecutivo di Kyoto Club, Sergio Andreis.
ADOC e UNIAT (Unione Nazionale Inquilini Ambiente e Territorio) esprimono un giudizio positivo sulla Direttiva europea sulle case green. “La transizione non va declamata, ma praticata. Le emissioni di CO2 derivano in gran parte da immobili energivori. Apprezziamo i tempi e le modalità più soft definite, tuttavia, siamo preoccupati se non interverranno tempestivamente decisioni da parte dello Stato e delle Regioni per aiutare le famiglie, a partire da quelle che vivono in povertà energetica, circa 2 milioni. Serve assolutamente istituire un fondo per la povertà energetica che aiuti nella ristrutturazione e preveda contributi mirati alle famiglie per raggiungere l’obiettivo. Non si può scaricare il peso della transizione sulle persone”.