Tassi negativi sui depositi, le banche si interrogano, i consumatori pure
Fanno discutere i tassi negativi sui grandi depositi. La misura è stata annunciata da Unicredit su conti superiori a 1 milione di euro
Tassi negativi sui conti correnti per la soglia che eccede un milione di euro. Il dibattito è aperto. La scelta annunciata da Unicredit è collegata alla politica monetaria della Banca centrale europea (Bce) e ai tassi negativi, ora a meno 0,5%, applicati sulla liquidità delle banche.
Ad aprire le danze sulla possibilità di applicare tassi negativi è stato nei giorni scorsi l’ad di Unicredit Jean Pierre Mustier che a una televisione francese aveva parlato di tassi negativi su depositi molto al di sopra di 100 mila euro a partire dal 2020, poi diventati sui depositi superiori a 1 milione di euro. Sono meno dello 0,1% della base clienti, ha poi precisato l’amministratore delegato.
Se ne parla, ma…
La palla comunque è stata lanciata e anche se molti istituti bancari escludono l’ipotesi, se ne sta comunque parlando. La possibilità è dunque sul tavolo.
Secondo la ricostruzione fatta dal Sole 24 Ore, «Qualche banca lo esclude categoricamente. Qualche altra, invece, ammette che il tema è quanto meno da approfondire. Di certo, nessun istituto italiano sembra indifferente all’ipotesi di tassare le grandi masse di liquidità parcheggiate sui conti correnti. Una misura che UniCredit, con una mossa inattesa dal mercato, intende varare a partire dal 2020 sui grandi patrimoni in tutti i paesi in cui opera (ad esclusione di quelli fuori dall’egida Bce), e per la liquidità che eccede la soglia del milione di euro».
I banchieri interpellati dalla testata non sembrano intenzionati a tassare il risparmio dei clienti, anche con conti elevati, ma starebbero ragionando su quei depositi lasciati da grandi società e istituti finanziari, depositi quindi ingenti che non vengono investiti ma rimangono fermi a garanzia di liquidità disponibile.
Codici: un precedente pericoloso
Sulla questione è intervenuta oggi Codici, per la quale l’applicazione dei tassi negativi rappresenta «un precedente pericoloso».
Sostiene Codici: «Lo storico rapporto tra risparmiatori e banche, basato su una fiducia ripagata dalla possibilità di ottenere un tasso di interesse dai soldi depositati, è stato spazzato via dalla decisione di UniCredit di applicare i tassi negativi sui conti correnti. È una conseguenza della politica della Bce, finora aggirata dagli istituti italiani con l’aumento di spese e commissioni per non colpire i clienti».
Per l’associazione si tratta di uno «spartiacque importante». A valere, soprattutto, è il principio che viene sancito.
«UniCredit si giustifica spiegando che sarà interessato lo 0,1% della base dei suoi clienti, ma è il principio che a nostro avviso è preoccupante – dice il segretario di Codici Lombardia Davide Zanon – Siamo di fronte ad un precedente grave e non solo perché altri istituti potrebbero iniziare ad applicare i tassi negativi sui conti correnti, scatenando una concorrenza tutta a svantaggio dei risparmiatori. A nostro avviso bisogna anche fare attenzione alle soluzioni alternative per la gestione di liquidità ipotizzate da UniCredit. Finora le proposte di investimento che le banche hanno formulato ai clienti hanno prodotto a volte solo problemi».
L’associazione auspica dunque «un atteggiamento prudente da parte delle banche» insieme a un’operazione di educazione finanziaria. E considera che «non è questa la strada da percorrere per tutelare i risparmiatori, perché così si rischia di mettere in difficoltà i clienti, che potrebbero subire una perdita di valore dei soldi depositati in banca, ed anche l’intero settore».