L’Italia è in recessione tecnica, il Pil va giù e il dato è il peggiore degli ultimi cinque anni. Le stime dell’Istat dicono che nel quarto trimestre del 2018 il Prodotto interno lordo è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,1% in termini tendenziali.

Commenta l’Istituto nella presentazione delle stime: “Nel quarto trimestre del 2018 l’economia italiana ha segnato una contrazione, che fa seguito a quella, più modesta, registrata nel terzo trimestre. Tale risultato negativo determina un ulteriore abbassamento del tasso di crescita tendenziale del Pil, che scende allo 0,1%, dallo 0,6% del trimestre precedente. Questa stima, che ha natura provvisoria, riflette dal lato dell’offerta un netto peggioramento della congiuntura del settore industriale a cui si aggiunge un contributo negativo del settore agricolo, a fronte di un andamento stagnante delle attività terziarie”.

I dati vengono accolti con preoccupazione dalle associazioni dei consumatori, che temono per l’anno prossimo le clausole di salvaguardia con aumento dell’Iva (Codacons) e il rischio attuale di una manovra correttiva (Unione Nazionale Consumatori). Secondo il Codacons si tratta di “un calo peggiore delle aspettative che getta ombre inquietanti sul futuro dell’economia italiana”. Dice il presidente dell’associazione Carlo Rienzi: “Non possiamo non esprimere preoccupazione di fronte all’ingresso dell’Italia nella recessione tecnica, una situazione che avrà conseguenze dirette per consumatori e imprese. Il calo del Pil è peggiore delle previsioni ed il peggior risultato degli ultimi 5 anni, e deve portare il Governo a correre ai ripari per evitare ripercussioni su industria e imprese. Il rischio concreto, tuttavia, è che scattino le clausole di salvaguardia con il conseguente incremento delle aliquote Iva nel 2020, una circostanza che determinerebbe il colpo di grazia per consumi e commercio, e un danno immenso per le famiglie”.

“L’Italia è in recessione tecnica. E’ ufficiale! Il dato è ben peggiore del -0,1% preventivato da alcuni. Ora il rischio di una manovra correttiva è dietro l’angolo”, sostiene Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Anche se ieri sia Conte che Tria hanno cercato di minimizzare l’effetto sui conti pubblici, è evidente che, anche se la colpa del risultato fosse della Cina e della Germania, come sostenuto dal Premier, le stime vanno comunque rifatte. Anche prendendo per buono l’impatto sul Pil dovuto alle misure contenute nella Legge di Bilancio, pari a 0,4 punti percentuali, è chiaro che, partendo da un dato inferiore per il 2018, il risultato cambia anche per il 2019. Forse le stime di crescita del Fmi e di Bankitalia, per entrambi +0,6%, sono pessimistiche, ma certo a fine anno il Pil non potrà salire dell’1 per cento”. Secondo Dona va dunque rivisto il rapporto deficit/Pil e debito/Pil che “alla luce dei dati di oggi, risultano sballati. Prima il Governo corregge il tiro, quindi, meglio è, altrimenti a fine anno la stangata sarà maggiore”.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)