Economia circolare, MDC: coinvolgere di più i cittadini (Foto Pixabay)

Nel percorso verso l’economia circolare serve un maggiore coinvolgimento dei cittadini. Pratiche sostenibili, azioni di contrasto allo spreco e al consumismo, la promozione della riparazione dei prodotti (e su questo può avere un ruolo l’Europa che ha riconosciuto il right to repair) e il miglioramento generale del riciclo. È una sorta di percorso ideale per una migliore economia circolare quello delineato dal Movimento Difesa del Cittadino, che invita a consolidare e aumentare i successi dell’Italia nel campo dell’economia circolare.

“L’Italia ha dimostrato di essere un Paese leader nell’economia circolare, ma per mantenere e migliorare questa posizione è necessario un impegno ancora maggiore, soprattutto nel coinvolgimento dei cittadini”. È quanto afferma l’associazione, che parte dai risultati del Sesto Rapporto sull’Economia Circolare in Italia, curato dal Circular Economy Network in collaborazione con ENEA.

Nel rapporto, che fotografa lo stato dell’arte dell’economia circolare in Italia confrontandolo con Francia, Germania, Polonia e Spagna, le performance di circolarità delle cinque maggiori economie dell’Unione Europea sono state comparate usando gli indicatori della Commissione europea: produzione e consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde, competitività e innovazione, sostenibilità ecologica e resilienza. Anche con questa “nuova” metodologia, il rapporto conferma il primato dell’Italia (45 punti) in termini di economia circolare, seguita da Germania (38), Francia (30) Polonia e Spagna (26).

L’Italia eccelle particolarmente nella gestione dei rifiuti, con un tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio che ha raggiunto il 71,7%, 8 punti percentuali al di sopra della media UE, che si attesta al 64%. Nel riciclo dei rifiuti urbani, l’Italia ha registrato una crescita del 3,4% tra il 2017 e il 2022, raggiungendo il 49,2%, un dato che supera di poco la media dell’UE del 48,6%.

Per quello che riguarda il tasso di utilizzo circolare di materia, cioè il rapporto tra l’uso di materie prime seconde generate col riciclo e il consumo complessivo di materiali, l’Italia conferma la sua posizione nel 2022, con un valore pari al 18,7%.

Nonostante questi buoni risultati, nota MDC, è importante sottolineare che la Germania continua a guidare questa classifica con un notevole tasso di riciclo del 69,1%, secondo lo studio.

Economia circolare e coinvolgimento dei cittadini

MDC riconosce i progressi del Paese ma sottolinea che bisogna fare di più. Cosa?

“Innanzitutto, è fondamentale aumentare la consapevolezza dei cittadini sull’importanza dell’economia circolare e promuovere pratiche sostenibili a livello individuale – afferma l’associazione – Inoltre, è necessario incoraggiare l’adozione di comportamenti orientati al contrasto dello spreco e del consumismo, favorendo l’uso prolungato dei prodotti, la loro riparazione e il riutilizzo, ed è cruciale migliorare la qualità del riciclo e garantire un più ampio utilizzo delle materie prime seconde, cioè quelle derivate dal riciclo”.

Vanno inoltre coinvolte le comunità locali nella lotta all’inquinamento e nella promozione di uno stile di vita sostenibile.

E bisogna potenziare la comunicazione sull’economia circolare diretta ai cittadini.

MDC ricorda il suo progetto TRIS Recupero, finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), con cui ha promosso una capillare campagna di informazione e monitoraggio nei territori sulla economia circolare che porterà a redigere una vera e propria mappa delle best practice. I feedback ricevuti evidenziano la necessità di semplificare le complessità burocratiche che rallentano il passaggio all’economia circolare. È essenziale, inoltre, implementare incentivi o agevolazioni che favoriscano l’efficienza energetica e il risparmio di risorse nelle produzioni industriali, contribuendo così alla riduzione del loro impatto ambientale.


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