Giornata dell’Ambiente, il percorso green di Legambiente per la transizione ecologica
In vista della Giornata mondiale dell’Ambiente del 5 giugno, Legambiente lancia il suo percorso green con sei pilastri fondamentali per la transizione ecologica ed energetica e un futuro più sostenibile
Sei pilastri per difendere l’ambiente, con la consapevolezza che abbiamo solo un Pianeta Terra – #OnlyOneEarth è lo slogan scelto per l’edizione 2022 della Giornata Mondiale dell’Ambiente, World Environment Day, istituita dall’ONU nel 1972, e che si festeggerà il 5 giugno. Ma come si può effettivamente tutelare e proteggere il nostro Pianeta, l’unico che abbiamo, in maniera sostenibile?
Per rispondere a questa domanda Legambiente lancia la sua “road map green” con al centro sei pilastri fondamentali, disegnati sull’opposizione fra le azioni che vanno adottate per tutelare l’ambiente e puntare alla sostenibilità e quelle che invece vanno abbandonate.
Sono azioni che accelerano la transizione ecologica ed energetica del Paese e garantiscono un futuro più sostenibile:
- economia circolare vs l’economia lineare;
- agroecologia vs pesticidi e allevamenti intensivi;
- lotta alla crisi climatica con un maggiore sviluppo di rinnovabili, efficienza e autoproduzione energetica vs fonti fossili;
- più aree protette e tutela della biodiversità vs degrado degli ecosistemi naturali;
- più mobilità sostenibile, elettrica, pubblica e condivisa vs inquinamento atmosferico nelle città;
- stili di vita più ecofriendly vs spreco e cittadinanza passiva.
Il passaggio all’economia circolare
Il passaggio all’economia circolare, spiega Legambiente, ha una serie di effetti positivi. Benefici per la qualità dell’ambiente: può portare tra il 2% e il 4% del taglio delle emissioni di gas serra; nuova occupazione (fino a milione e mezzo di nuovi posti di lavoro); risparmi per le imprese (fino a 600 miliardi ogni anno).
L’importanza dell’agroecologia
Contro pesticidi e allevamenti intensivi, l’agroecologia, attenta all’ambiente e alla salute dei consumatori, è un settore strategico per la Penisola. Per Legambiente bisogna sostenere il passaggio all’agroecologia attraverso una maggiore produzione biologica, anche alla luce della recente approvazione della relativa legge, e una forte riduzione dell’uso dei pesticidi. Serve creare biodistretti, ingranaggi strategici per la transizione ecologica dell’intero comparto agroalimentare, e incentivare l’agrivoltaico; ridurre i carichi zootecnici e gli allevamenti intensivi, responsabili di due terzi delle emissioni del settore, favorendo un modello sostenibile di allevamento, migliorando il benessere animale e riducendo l’importazione di mangimi e foraggi causa di deforestazione; adottare il nuovo Pan, piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.
Il riferimento sono gli obiettivi non rimandabili delle strategie europee “Farm to fork” e “Biodiversità” che entro il 2030 prevedono di ridurre del 50% i pesticidi e gli antibiotici utilizzati negli allevamenti, del 20% i fertilizzanti, di raggiungere il 10% di aree ad alta biodiversità nei terreni agricoli e il 25% di superficie coltivata a biologico.
Lotta alla crisi climatica e rinnovabili
Terzo pilastro della road map è rappresentato dalla lotta alla crisi climatica insieme allo sviluppo delle rinnovabili e all’autoproduzione da fonti pulite per sostituire le fonti fossili. Su quest’ultimo punto, ribadisce Legambiente, è fondamentale costruire tanti impianti di taglia industriale e accelerare il passo sulle comunità energetiche rinnovabili (CER), importanti strumenti in termini di contrasto alla povertà energetica e allo spopolamento. Cento quelle complessivamente mappate da Legambiente negli ultimi tre anni nel rapporto Comunità rinnovabili, tra realtà effettivamente operative (35), in progetto (41) o che muovono i primi passi verso la costituzione (24).
Bisogna autorizzare entro l’estate nuovi 60 GW di rinnovabili da realizzare nei prossimi 3 anni. E attuare una concreta politica di efficienza energetica finalizzata a riqualificare il patrimonio edilizio pubblico esistente.
Più aree protette e tutela biodiversità
«Tutelare l’ambiente significa anche tutelare la biodiversità. Il modello “Parco” è un esempio da incentivare, aumentando la superficie protetta del territorio paese e adottando misure efficaci per affrontare le cause di perdita di biodiversità e salvaguardare le specie a rischio. Per questo Legambiente torna a ribadire l’importanza di incrementare al 30% entro il 2030 le aree protette e le zone di tutela integrale e prevedere una strategia e azioni di adattamento e di mitigazione al cambiamento climatico per la biodiversità a rischio. In particolare, l’associazione chiede l’istituzione di 70 aree naturali protette, di cui 40 nuove nella Penisola e altre 30, tra Parchi nazionali e Aree marine protette, in fase istitutiva da tempo, di cui si sollecita una rapida conclusione dell’iter».
Mobilità sostenibile, elettrica, pubblica e condivisa
Contro l’inquinamento nelle città la scelta sostenibile è avere più treni e mezzi pubblici elettrici, più mezzi leggeri elettrici, se non di proprietà anche in servizi di sharing (condivisione). Lo spazio urbano va ridisegnato con quartieri e paesi con servizi di prossimità (la così detta “città dei 15 minuti”), le strade scolastiche, i percorsi ciclo-pedonali e le ciclopolitane, i dehors e i giochi di strada, i nuovi hub di mobilità sostenibile attorno alle stazioni. Ci devono essere meno traffico e parcheggi e più colonnine di ricarica, panchine, tavolini. Le città, come le case, devono tendere alle emissioni zero.
Stili di vita sostenibile
Scelte a tutela dell’ambiente sono anche quelle individuali, consapevoli e in funzione antispreco.
«Serve che ciascuno di noi faccia la propria parte, anche nel proprio quotidiano: dalla spesa intelligente, ad una corretta raccolta differenziata, ad uno stile di vita più sostenibile su mobilità ed alimentazione. Un esempio, le nostre scelte alimentari sono responsabili del 37% delle emissioni globali di gas serra».