Moda sostenibile, la Commissione va avanti sull’economia circolare dei tessili (Foto Pixabay)

L’Europa si muove verso un settore tessile “più sostenibile e circolare”. Economia circolare per i tessili, con la spinta all’azione di ridurre, riutilizzare e riciclare i rifiuti tessili, l’applicazione del principio “chi inquina paga” e l’obiettivo rendere “fuori moda” la fast fashion, basata su prodotti di scarsa qualità e a basso costo che durano poco. In quest’ottica, ieri la Commissione europea ha proposto norme per responsabilizzare i produttori per l’intero ciclo di vita dei prodotti tessili e per sostenere la gestione sostenibile dei rifiuti tessili in tutta l’Ue.

L’iniziativa, spiega Bruxelles, “accelererà lo sviluppo del settore della raccolta differenziata, della cernita, del riutilizzo e del riciclaggio dei tessili nell’UE, in linea con la strategia dell’UE per i tessili sostenibili e circolari. L’aumento della disponibilità di prodotti tessili usati dovrebbe creare posti di lavoro locali e risparmiare denaro per i consumatori nell’UE e nel resto del mondo, attenuando nel contempo l’impatto della produzione tessile sulle risorse naturali”.

Consumo e rifiuti tessili

Il consumo europeo di prodotti tessili è quarto per impatto sull’ambiente e sulla crisi climatica ed è uno delle tre più alte fonti di pressione sull’acqua e sul consumo di suolo.

Secondo i dati europei, l’Unione da sola genera 12.6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno. L’abbigliamento e le calzature rappresentano da soli 5.2 milioni di tonnellate di rifiuti, pari a 12 kg di rifiuti per persona all’anno. Attualmente, però, solo il 22 % dei rifiuti tessili post-consumo è raccolto separatamente per essere riutilizzato o riciclato, mentre il resto è spesso incenerito o collocato in discarica.

«La presente proposta legislativa rappresenta un passo significativo verso un settore tessile più sostenibile e circolare, realizzando la nostra storica strategia sui tessili – ha detto Virginijus Sinkevičius, commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca – Norme armonizzate in materia di responsabilità estesa del produttore in tutta l’UE creeranno condizioni di parità nel mercato unico e garantiranno l’applicazione del principio “chi inquina paga”. L’iniziativa stimolerà gli investimenti nelle infrastrutture di riutilizzo e riciclaggio dei prodotti tessili, creerà posti di lavoro locali e promuoverà l’innovazione in tutte le fasi del ciclo di vita dei tessili. Creerà inoltre opportunità di risparmio per i cittadini che scelgono l’epoca e la moda senza tempo rispetto alla moda veloce».

La strategia europea per i prodotti tessili sostenibili

La proposta si inserisce nella Strategia europea per i prodotti tessili sostenibili e circolari. Nella visione al 2030 della Commissione europea “la fast fashion è fuori moda” e i consumatori traggono vantaggio più a lungo da tessuti di alta qualità.

Da qui al 2030, dice la strategia Ue, tutti i prodotti tessili immessi sul mercato europeo devono essere durevoli, riparabile e riciclabili; in gran parte costituiti da fibre riciclate; privi di sostanze pericolose; prodotti nel rispetto dei diritti sociali. In questo contesto, devono essere molto diffusi i servizi di riuso e riparazione dei prodotti tessili.

Economia circolare dei tessili, la proposta della Ue

Spiega Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo: «Il modo in cui produciamo e consumiamo indumenti è altamente insostenibile. Nella sola Unione europea gettiamo circa 5.8 milioni di tonnellate di prodotti tessili ogni anno. Si tratta di quasi 11 chili a persona. Lo spreco di relazioni che abbiamo sviluppato con i tessili inquina il nostro mondo. Utilizza quantità eccessive di acqua ed energia, danneggia la natura e provoca emissioni di gas a effetto serra in tutto il mondo. Per questo motivo chiederemo ai produttori di assumersi una maggiore responsabilità per i rifiuti tessili creati. Le tariffe riscosse saranno utilizzate per promuovere i settori del riutilizzo e della riparazione, in modo da costruire una relazione più sostenibile con i capi di abbigliamento che indossiamo».

Qual è la proposta di Bruxelles? La Commissione propone di introdurre regimi obbligatori e armonizzati di responsabilità estesa del produttore per i tessili in tutti gli Stati membri dell’UE. I produttori “copriranno i costi di gestione dei rifiuti tessili, il che fornirà loro incentivi per ridurre i rifiuti e aumentare la circolarità dei prodotti tessili, progettando prodotti migliori fin dall’inizio – spiega la Commissione – Quanto i produttori pagheranno al regime di responsabilità estesa del produttore sarà adeguato in base alle prestazioni ambientali dei tessili, un principio noto come ‘eco-modulazione’”.

Per gli Stati sarà più facile così attuare l’obbligo di raccolta differenziata dei prodotti tessili a partire dal 2025. I contributi dei produttori, spiega ancora la Commissione, finanzieranno investimenti in capacità di raccolta differenziata, cernita, riutilizzo e riciclaggio.

Le norme sulla gestione dei rifiuti hanno l’obiettivo di garantire riutilizzo e riciclaggio dei tessili. La proposta affronta anche la questione delle esportazioni illegali di rifiuti tessili verso paesi che non sono in grado di gestirli, per garantire che le spedizioni di rifiuti tessili avvengano solo se ci sono garanzie che i rifiuti siano gestiti in modo ecologicamente corretto.


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