vendite al dettaglio

Dietrofront, e di corsa. Contro il Black Friday arriva la giornata del non acquisto. Si chiama buy nothing day, è un’idea che risale all’inizio degli anni Novanta e non ha altrettanto successo come il Black Week e simili, già si può intuirlo. L’idea del buy nothing day è quella di trascorrere una giornata intera senza fare shopping, dimostrando così di non essere vittima del consumo senza freni e del consumismo. In Nord America e nel Regno Unito è una giornata che si pone come concorrenziale al Black Friday mentre in altri paesi si svolge l’ultimo sabato di novembre.

CTCU: la piramide del non acquisto

L’idea viene rilanciata oggi in Italia dal Centro Tutela Consumatori Utenti di Bolzano, che commenta: «Ai tempi dei “Fridays for Future” davvero non servirebbe spiegare le tante conseguenze negative di un consumo sfrenato e senza limiti. Ma i giorni di festa del consumo “Black Friday” e “Cyber Monday” ci offrono una buona occasione per dare più rilievo al consumo sostenibile».

Dall’inizio degli anni novanta, in 60 paesi il 30 novembre è dedicato alla “Giornata del non acquisto”, in originale appunto “Buy Nothing Day”. Ma rinunciare a comprare e consumare per un giorno all’anno non è poi tanto complicato. Per i restanti giorni dell’anno, quindi come filosofia di un consumo più pensato e consapevole, il CTCU propone la «piramide del non acquisto» quale strategia per un consumo più sostenibile (dalla Fondazione per l’Ambiente (Deutschen Umweltstiftung.) della Germania).

 

 

no shopping
La piramide del non acquisto

 

Usare ciò che si ha. Fare da sé. Prestare. Solo dopo…

La base della piramide rovesciata sollecita a usare ciò che si ha. Subito dopo, invita al fai da te. Poi ci sono la possibilità di scambiare e a seguire quella di prestare. In seguito, comprare usato. Solo alla punta della piramide c’è il comportamento di comprare nuovo.

Il primo livello di questo consumo più sostenibile chiede dunque di usare quello che già si ha.

«La strada più semplice per ridurre il proprio consumo di risorse ed energia nella vita quotidiana è usare ciò che già si possiede – ricorda il CTCU – Infatti, per la produzione di ogni oggetto, pezzo di vestiario o alimento vengono impiegate sia risorse che energia».

Il secondo livello è quello del fai da te, che non significa diventare maestri falegnami o sarti provetti. Per fare da sé e riparare si può anche contare sul fatto che qualcuno ci dia una mano, dice l’associazione, come le officine aperte per questo scopo e tutte le realtà che offrono assistenza.

Al terzo livello c’è l’invito a scambiare, che funziona bene soprattutto per la moda.

«Il mondo della moda non si ferma un attimo: non appena ci siamo abituati ai pantaloni con la zampa, tornano di moda quelli a sigaretta. Ma chi vuole sempre vestirsi all’ultima moda non deve per forza di cose nuocere all’ambiente: infatti, i capi dismessi possono essere scambiati con i capi nuovi preferiti. E tutto ciò non solo online, ma sempre più spesso anche nei party di scambio-vestito, con possibilità di prova!».

Prestare è il quarto livello. E si comprende bene la ragione. Non si può avere tutto per ogni evenienza, perché questo richiede spazi enormi e un impegno finanziario altrettanto grande e spesso insensato. Meglio, per il portafoglio e per l’ambiente, chiedere in prestito quello che serve a parenti, amici o vicini di casa.

Lo shopping compare al livello cinque e inizia dal comprare di seconda mano, nei mercatini, nei negozi dell’usato, per alimentare l’economia circolare. Al sesto e ultimo livello della piramide rovesciata c’è l’opzione di comprare, quella che occupa meno spazio.

«Compriamo solo quando non riusciamo ad evitarlo. E se acquistiamo, vagliamo la possibilità di un acquisto equo, regionale e/o di produzione ecologica. Nella scelta, è bene considerare anche i costi futuri, come anche il consumo di energia, la possibilità di riparare un bene nonché i costi di manutenzione».

È una formula che avrà successo? Il binomio Black Friday – conto alla rovescia per Natale non sembra un facile punto di partenza per cambiare tante strategie di acquisto, ma il richiamo a uno shopping che sia più ragionato e meno impulsivo di certo non può passare inosservato.


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Scrive per noi

Sabrina Bergamini
Sabrina Bergamini
Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.

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