Intelligenza artificiale, dal 1° agosto in vigore la legge europea (Foto Tara Winstead per Pexels)

Intelligenza artificiale, dal 1° agosto in vigore la legge europea

Il 1° agosto è entrata in vigore la legge europea sull’intelligenza artificiale. “Il primo regolamento globale sull’intelligenza artificiale al mondo”, rivendica Bruxelles. Le norme si applicheranno dal 2 agosto 2026 ma i divieti di per i sistemi di IA a rischio inaccettabile si applicheranno già fra sei mesi

Un approccio basato su livelli di rischio e che vuole mettere le persone al primo posto. Su questi due obiettivi di fondo, uniti a richiesta di trasparenza, si pone la nuova legge europea sull’intelligenza artificiale (o AI Act) entrata in vigore il 1° agosto.

La legge europea sull’intelligenza artificiale si pone come “il primo regolamento globale sull’intelligenza artificiale al mondo” e, spiega la Commissione europea, “è concepita per garantire che l’IA sviluppata e utilizzata nell’Ue sia affidabile, con garanzie per proteggere i diritti fondamentali delle persone. Il regolamento mira a istituire un mercato interno armonizzato per l’IA nell’Ue, incoraggiando l’adozione di questa tecnologia e creando un contesto favorevole all’innovazione e agli investimenti”.

La maggior parte delle norme relative alla legge sull’intelligenza artificiale inizierà ad applicarsi il 2 agosto 2026 ma con alcune eccezioni: i divieti dei sistemi di IA a rischio inaccettabile si applicheranno già dopo sei mesi, mentre entreranno in vigore fra 12 mesi le norme sui modelli di IA per finalità generali.

«L’IA ha il potenziale per cambiare il nostro modo di lavorare e vivere e promette enormi benefici per i cittadini, la nostra società e l’economia europea – ha detto Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale L’approccio europeo alla tecnologia pone al primo posto le persone e garantisce che i diritti di tutti siano preservati. Con la legge sull’IA, l’UE ha compiuto un passo importante per garantire che l’adozione della tecnologia di IA rispetti le norme dell’UE in Europa».

Intelligenza artificiale, dal rischio minimo a quello inaccettabile

La legge sull’intelligenza artificiale si basa su un approccio fondato sul rischio e individua diversi sistemi di IA, che vanno dal rischio minimo al rischio ritenuto inaccettabile – questi ultimi sistemi di intelligenza artificiale saranno dunque vietati.

Bruxelles ricorda che la maggior parte dei sistemi di IA rientra nella categoria del rischio minimo. Questi sistemi non sono soggetti a obblighi ai sensi della legge sull’IA a causa del loro rischio minimo per i diritti e la sicurezza dei cittadini. Le imprese possono adottare volontariamente codici di condotta aggiuntivi.

Il regolamento identifica poi, nella scala del rischio, quello per la trasparenza. In questo caso, ad esempio, i sistemi di IA come i chatbot devono comunicare chiaramente agli utenti che stanno interagendo con una macchina. Alcuni contenuti generati dall’IA, compresi i deepfake, devono essere etichettati come tali e gli utenti devono essere informati quando vengono utilizzati sistemi di categorizzazione biometrica o di riconoscimento delle emozioni.

Ci sono poi i sistemi di intelligenza artificiali considerati a rischio elevato e inaccettabile.

Nel primo caso, spiega la Commissione, “i sistemi di IA identificati come ad alto rischio saranno tenuti a rispettare requisiti rigorosi, tra cui i sistemi di attenuazione dei rischi, l’elevata qualità dei set di dati, la registrazione delle attività, la documentazione dettagliata, informazioni chiare per gli utenti, la sorveglianza umana e un elevato livello di robustezza, accuratezza e cibersicurezza. Gli spazi di sperimentazione normativa agevoleranno l’innovazione responsabile e lo sviluppo di sistemi di IA conformi. Tali sistemi di IA ad alto rischio comprendono, ad esempio, i sistemi di IA utilizzati per il reclutamento o per valutare se qualcuno ha diritto a ottenere un prestito o a gestire robot autonomi”.

Vietati invece i sistemi a rischio inaccettabile, come l’IA che attribuisce punteggio sociali, i sistemi manipolatori, il riconoscimento delle emozioni.

Spiega Bruxelles: “I sistemi di IA considerati una chiara minaccia per i diritti fondamentali delle persone saranno vietati. Sono compresi i sistemi o le applicazioni di IA che manipolano il comportamento umano per eludere la libera volontà degli utenti, come i giocattoli che utilizzano l’assistenza vocale che incoraggiano comportamenti pericolosi dei minori, i sistemi che consentono il “punteggio sociale” da parte di governi o imprese e alcune applicazioni di polizia predittiva. Inoltre, saranno vietati alcuni usi dei sistemi biometrici, ad esempio i sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati sul luogo di lavoro e alcuni sistemi per classificare le persone o l’identificazione biometrica remota in tempo reale a fini di contrasto in spazi accessibili al pubblico (con limitate eccezioni)”.

La legge sull’IA introduce poi norme per i modelli di intelligenza artificiale per finalità generali (come quelli che generano testi di tipo umano) per garantire la trasparenza lungo la catena del valore.

L’applicazione dell’IA Act

Come si applicherà la legge? Gli Stati avranno tempo un anno, fino al 2 agosto 2025, per designare le autorità nazionali competenti sull’IA, che vigileranno sull’applicazione delle norme per i sistemi di IA e svolgeranno attività di vigilanza del mercato.

L’ufficio per l’IA della Commissione sarà il principale organismo di attuazione della legge sull’IA a livello europeo, nonché il responsabile dell’applicazione delle norme per i modelli di IA per finalità generali. Previste sanzioni per le imprese che non rispetteranno le norme. Le sanzioni pecuniarie potrebbero arrivare fino al 7 % del fatturato annuo globale per le violazioni di applicazioni di IA vietate, fino al 3 % per le violazioni di altri obblighi e fino al 1,5 % per la fornitura di informazioni inesatte.


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