farmaci

È una delle liberalizzazioni che più ha sollevato proteste, a partire dalla minaccia della serrata da parte dei farmacisti, e speranze di apertura del mercato da parte di parafarmacisti e associazioni dei consumatori. Ora frena la liberalizzazione dei farmaci di fascia C: in parafarmacia arriveranno solo quelli senza ricetta medica.Nel testo della manovra, un emendamento del Governo  prevede infatti che possano essere venduti fuori dalle farmacie (nel territorio di comuni con popolazione superiore a 12.500 abitanti e al di fuori delle aree rurali) i farmaci senza ricetta medica, dopo che l’Agenzia Italiana del Farmaco e il Ministero della Salute avranno individuato un elenco dei farmaci comunque esclusi dalla vendita e per i quali non cambierà nulla. Rimangono comunque esclusi dalla liberalizzazione i “farmaci del sistema endocrino e quelli somministrabili per via parenterale”. Il testo in esame escluderebbe, in pratica, medicinali quali la pillola e i farmaci iniettabili.
Nell’emendamento si legge: “L’Agenzia Italiana del Farmaco, d’intesa con il ministero della Salute, individua entro 120 giorni dalla data di conversione del presente decreto un elenco, periodicamente aggiornabile, dei farmaci che vengono comunque esclusi dalla vendita in ambito commerciale diverso dalle farmacie”.
Protesta il Partito democratico, che ha presentato un controemendamento. Sostiene il capogruppo del Pd Dario Franceschini alla Camera: “In una manovra profondamente migliorata in tema di equità, purtroppo stanotte con un colpo di mano del presidente della commissione, è stato inserito un emendamento del governo che sostanzialmente annulla la liberalizzazione dei farmaci, mentre era in corso un ripensamento da parte dello stesso governo. Il Pd era e resta contrario a quel testo”. Aggiunge Andrea Lulli, capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera: “Siamo insoddisfatti della norme sulle liberalizzazioni contenute nella manovra del governo, in particolare per il modesto risultato sulla vendita dei farmaci di fascia C. Ha vinto la lobby dei farmacisti, purtroppo per i cittadini e per i giovani farmacisti”.
“Ora ci attendiamo che Monti – prosegue Lulli -, a differenza del governo Berlusconi-Bossi, elabori la legge annuale sulla concorrenza che aspetta da tre anni nei cassetti di essere varata. Le corporazioni rallentano la crescita economica, aumentano le tariffe per i cittadini e sbarrano l’accesso al lavoro stabile per i giovani. Per quanto riguarda i farmaci, ci aspettiamo un calo dei prezzi di vendita, come accaduto per i farmaci da banco con l’introduzione delle parafarmacia che hanno anche creato lavoro per tanti farmacisti giovani. Non è accettabile che si paghi in modo salato la vendita dei farmaci. Monti è stato un egregio commissario in europeo per la concorrenza; sappia adesso recuperare questa battuta d’arresto”. Tranchant il senatore Ignazio Marino: “Fare una liberalizzazione che riguarda solo i farmaci senza ricetta è come non farla”.
La battuta d’arresto sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C solleva proteste da parte di parafarmacisti e consumatori, convinti che sia fondamentale aprire il settore alla concorrenza.  “Il Governo ha abdicato alle pressioni della casta”, afferma il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, che si rivolge al Governo con queste parole: “Al Presidente Monti e al sottosegretario Catricalà, chiediamo dove sia finita la loro storia istituzionale di garanti della concorrenza e del mercato. Una storia che ancora in questi giorni il Presidente Monti ci ha più volte ricordato, a cominciare dalla vicenda Microsoft. Dobbiamo pensare che questo sia possibile solo fuori dall’Italia”. Secondo i parafarmacisti, “con l’emendamento passato ieri sera in Commissione, altro non è stato fatto che trasferire tra i farmaci senza obbligo di ricetta, quelli che già oggi possiamo dispensare, pochissimi medicinali e di scarso peso economico”. La vera liberalizzazione, invece, è quella di “di dare ai farmacisti che operano nei nostri esercizi la stessa dignità professionale di quelli che operano in farmacia, nel rispetto e con le garanzie previste dalle leggi”.
Il provvedimento suscita la reazione delle associazioni dei consumatori, che rivendicano la necessità di portare i farmaci di fascia C fuori dalle farmacie attraverso liberalizzazioni che abbatterebbero i prezzi al pubblico. Afferma Altroconsumo: “I farmaci in fascia C con obbligo di ricetta portano ogni anno nelle casse delle farmacie, monopoliste oggi di questo tipo di vendita, oltre tre miliardi di euro, pagati direttamente dai cittadini. L’ipotesi di realizzare la liberalizzazione di questo mercato portandolo anche nelle parafarmacie e nei corner salute degli ipermercati, con presenza obbligatoria di farmacista, non solo è opportuna ma produrrebbe un immediato risparmio per le tasche dei consumatori. Lo dimostra l’ultima inchiesta di Altroconsumo sugli effetti della liberalizzazione per i farmaci SOP e OTC senza ricetta nel 2006: oggi chi compra il farmaco nel corner salute nei supermercati risparmia sino al 18%. Proiettando i benefici avuti da questa liberalizzazione anche sul mercato di fascia C con ricetta, senza limiti sul territorio, si arriverebbe a un risparmio di 500 milioni di euro all’anno”.
Oltre alla liberalizzazione, l’associazione considera fondamentale una revisione della fascia C perché accade che da tempo alcuni farmaci, che dovrebbero avere la ricetta, di fatto vengano venduti senza. Spiega il presidente Altroconsumo Paolo Martinello:  “Rivedere le regole e applicare un monitoraggio dei prezzi svecchierebbe il mercato dei farmaci e renderebbe la vendita finalmente aperta e trasparente, con opportunità di risparmio concreto per i cittadini”.
Risparmio e opportunità di lavoro vengono sottolineate anche da Federconsumatori, che ricorda come la precedente liberalizzazione nel settore dei farmaci avesse ridotto i prezzi e portato migliaia di posti di lavoro. “Dispiace doverlo dire, ma, da un Governo presieduto da Monti e Catricalà, considerati ‘campioni’ dei mercati liberalizzati, non ce lo saremmo mai aspettato! – dichiara Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori – Questo Governo ha subito passivamente le pressioni della lobby dei farmacisti che, nei fatti, ha bloccato un serio processo di liberalizzazione in grado di portare importanti vantaggi per i cittadini, così come già avvenuto con il precedente processo di liberalizzazione del settore. Siamo veramente indignati per il fatto che non si possa ultimare la seconda fase della liberalizzazione, estendendola ai medicinali di fascia C, compresi quelli con ricetta medica. Come se il farmacista (con specifica laurea) addetto alla vendita nelle parafarmacie o nei vari “corner” fosse meno qualificato di quello delle farmacie tradizionali”.
Di liberalizzazioni al palo parla il Movimento Consumatori. “In una manovra che risulta essere estremamente pesante per tutti  – dichiara il presidente Lorenzo Miozzi – gli unici interventi che si potevano fare a costo zero e che potevano far risparmiare in maniera considerevole i cittadini non si faranno. Alla fine è stato introdotto un emendamento che sostanzialmente annulla anche la liberalizzazione dei farmaci. Ci troviamo di fronte ad una liberalizzazione fasulla e fortemente limitante: cosa farà il cittadino? Andrà in una parafarmacia con la lista dell’Aifa per sapere se c’è il farmaco di cui ha bisogno?”
“Non possiamo che giudicare negativamente il passo indietro del Governo sulla introduzione di maggiore concorrenza nel settore dei farmaci prescrivibili – afferma Francesca Moccia, coordinatrice del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva  – Avevamo infatti intrapreso una strada nuova che, a parità di garanzie per i cittadini, avrebbe solo  allargato un processo già avviato, e che ha mostrato un trend favorevole per i cittadini di diminuzione dei prezzi al pubblico. La presenza di un farmacista, che consideriamo indispensabile, avrebbe comunque messo al riparo i cittadini dal rischio di ‘consumismo’, grazie al ruolo di ‘guida’ che riconosciamo da sempre a questi professionisti e vorremo venisse nuovamente sottolineato”.
Diverso, e non poteva essere altrimenti, l’approccio di Federfarma, che annuncia invece di star valutando le modifiche e di aver rimandato la decisione sulla promessa “serrata”. Affermano i farmacisti titolari in una nota: “L’approccio che emerge dall’emendamento formulato dal Governo e approvato la notte scorsa dalle Commissioni V e VI della Camera costituisce un cambiamento nel modo di affrontare le tematiche collegate al farmaco che le farmacie stanno valutando con grande attenzione. Il nuovo testo dell’articolo 32 della manovra, pur prevedendo l’ampliamento dei farmaci vendibili al di fuori della farmacia, garantisce una forma di tutela della salute perché prevede una selezione da parte del Ministero della salute e dell’Agenzia del Farmaco dei medicinali che, per le loro caratteristiche, devono continuare a essere dispensati in farmacia dietro presentazione di ricetta medica. D’altronde in nessun Paese europeo la ricetta medica è fuori farmacia”. Per questo le farmacie, “in attesa di verificare se tale approccio verrà confermato dall’Aula della Camera, rimandano la decisione su eventuali iniziative di protesta”.


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1 thought on “Farmaci fascia C, frena la liberalizzazione

  1. Il segretario dei ds si chiama Bersani.
    La moglie di Bersani e una farmacista ex dipendente di farmacie comunali.
    Dopo la precedente liberalizzazione che concedeva la vendita di medicinali da banco alle parafarmacie e ai supermercati ha abbandonato il suo lavoro per aprire Parafarmacie.
    La coop, principale gdo a spingere sulla liberalizzazione ( ha comprato una pagina intera del corriere della sera a tal scopo, alla faccia dei poteri forti! ) mi pare propenda per la sinistra come sponsor !
    I medicinali di fascia c non sono giocattoli, li scontiamo e li offriamo sul banco del supermercato 3 x 2 !!!
    Il malaugurato giorno che le odiate farmacie chiuderanno l’ antibiotico di vostro figlio a natale e di notte lo comprerete da auchan, alla coop o nella parafarmacia sotto casa…..chiusi.?
    La maggioranza delle parafarmacie e la gdo ha sul banco un paio di specchietti per le allodole a metà prezzo, il resto è venduto a prezzo più caro delle farmacie, altrimenti come spiegare tutta questa crisi del settore dei para… Se esistesse veramente una convenienza, son tutti fessi gli italiani ?
    Forse che questi grandi liberalizzato abbiano messo un poco di testa e abbiano capito di rivolgersi altrove, vedi notai, avvocati, giornalisti ecc. ?
    I medicinali

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