Osservatorio Supermoney: Rc auto, niente tariffa unica per guidatori virtuosi. Al Sud si continuerà a pagare di più
Amara sorpresa per gli automobilisti del Mezzogiorno: il Governo ha smontato la norma sulle liberalizzazioni che introduceva la tariffa Rc auto unica per i guidatori virtuosi di tutta Italia e che avrebbe dovuto eliminare le enormi disparità di prezzo esistenti tra le polizze assicurative al Nord e al Sud. Differenze che pesano come macigni sulle tasche dei consumatori, come dimostra uno studio condotto da SuperMoney, portale leader in Italia per il confronto delle assicurazioni auto: un automobilista modello napoletano paga oltre il 240% in più rispetto a un “cugino” padovano o milanese, un residente a Bari oltre il 160% in più.
La legge sulle liberalizzazioni n. 27/2012, all’articolo 32, comma 3-quinquies, cita: “Per le classi di massimo sconto, a parità di condizioni soggettive ed oggettive, ciascuna delle compagnie di assicurazione deve praticare identiche offerte”. Chi si aspettava l’applicazione delle stesse tariffe Rca da Nord a Sud dovrà ricredersi: il Ministero dello Sviluppo Economico ha infatti chiarito in una nota che escludere il parametro della territorialità nell’analisi del rischio sarebbe in contrasto con il principio di libertà tariffaria sancito dalla normativa europea. “Una ragionevole e legittima interpretazione della norma in oggetto – precisa il Ministero – dovrebbe includere nelle differenziazioni tariffarie, possibili anche per le classi di massimo sconto, quelle legate alle oggettive differenze delle condizioni di rischio rilevate nei singoli territori (frequenza dei sinistri, livello dei risarcimenti, ecc.)”. In altre parole, se le regioni del Sud sono considerate più “rischiose” dal punto di vista delle compagnie, è giusto che gli automobilisti sostengano costi più elevati per la copertura Rc auto.
Ma a quanto ammontano le differenze di prezzo tra regioni del Nord e regioni del Sud Italia? Per scoprirlo, SuperMoney ha condotto un’analisi sui prezzi medi dell’assicurazione auto applicati in dieci delle maggiori città italiane, da Nord a Sud: Torino, Milano, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo e Cagliari. Il profilo considerato è quello di un guidatore virtuoso, in prima classe di merito: proprio quello che avrebbe dovuto beneficare dell’introduzione della tariffa unica. La media è data dai prezzi delle prime tre più convenienti compagnie assicurative, emerse da un confronto tra 25 società.
Dallo studio di SuperMoney emerge che la città in cui le assicurazioni costano meno è Padova, dove il prezzo medio per il profilo considerato è pari a circa 310 €, seguita da Milano con un costo di circa 316 €; la maglia nera spetta invece a Napoli, dove per la stessa polizza si arriva a spendere 1.072 €. Questo significa che un automobilista napoletano, a parità di qualunque altra condizione, arriva a pagare 762 € (+ 246%) più del collega padovano e 750 € (+239%) più del guidatore milanese. Anche a Bari la differenza di prezzo, rispetto alle città del Nord, è notevole: qui la polizza Rca ha un costo medio di circa 835 €, il 169% in più se confrontato con Padova. Più omogenei i costi assicurativi nelle altre città considerate, compresa Palermo (450 € circa).
“Adeguare i costi delle polizze auto ai fattori di rischio è un principio assolutamente corretto – commenta Andrea Manfredi, amministratore delegato di SuperMoney -. Le attuali differenze di prezzo tra Nord e Sud sono sicuramente giustificate dalle basi tecniche utilizzate dalle compagnie per determinare la rischiosità delle aree. Ma il tema non è tecnico, è sociale: è giusto discriminare sulla base del comune di residenza? La Corte di Giustizia Europea ha già chiarito che le compagnie assicurative non possono discriminare tra uomo e donna, perché allora dovrebbero poter discriminare tra un milanese e un napoletano? Questa è una riflessione che spetta prima alla politica, poi alle compagnie: e purtroppo – ancora una volta – la politica ha fatto un incredibile passo indietro. Tuttavia, anche le compagnie potrebbero proseguire nello sforzo di personalizzare le tariffe RCA senza utilizzare parametri che hanno il gusto dello schiaffo sociale”.
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decresci decresci Italia ,altro che cresci italia,poi se penso alla miseria di farmaci di delisting che concederannno alle parafarmacie mi viene proprio da ridere….è questo sarebbe il BOCCANIANO decreto cresci ITALIA