Pneumatici fuori uso (PFU): da oggi diventano trasparenti i contributi ambientali per il loro recupero. Sostituiscono un costo già esistente e garantiscono la tracciabilità e la corretta gestione dei PFU. Da oggi in poi, infatti, tutti i cittadini che acquisteranno un pneumatico delle sei aziende socie di Ecopneus (Bridgestone, Continental, Goodyear-Dunlop, Marangoni, Michelin, Pirelli) , vedranno indicato in modo chiaro e trasparente in fattura (o sullo scontrino fiscale) il contributo ambientale che copre i costi di gestione e recupero dei pneumatici fuori uso.

Fino ad oggi questo costo era normalmente inserito nel prezzo del servizio di sostituzione del pneumatico, ma non c’era il dovere di segnalarlo in maniera visibile. Ora, invece, una nuova disposizione normativa (il Decreto Ministeriale 82 dell’11 aprile 2011, in vigore dal 9 giugno scorso) prevede la trasparenza di questo valore, unitamente all’obbligo per i produttori e importatori di pneumatici di organizzare su tutto il territorio nazionale la raccolta, il trattamento e il recupero di questi materiali. È quanto rende noto oggi Ecopneus, società senza fini di lucro che si occuperà della gestione dei pneumatici fuori uso, garantendone la raccolta, il trattamento e il recupero.

I contributi individuati dal Ministero dell’Ambiente per i produttori soci di Ecopneus, validi a partire dal 7 settembre 2011, e assoggettati a IVA, sono i seguenti: per ciclomotori e motoveicoli di categoria A, 1,50 euro a pneumatico; per autoveicoli e relativi rimorchi (autovetture, autocaravan) in categoria B, 3 euro a pneumatico; per autocarri e autobus di categoria C, il contributo ambientale è di 12,10 euro per la categoria C1 e 23,50 euro per la C2 ; per le macchine agricole, operatrici e industriali, il contributo ambientale per pneumatico varia da 0,90 euro a 326 euro (dalla categoria D0 a D7).

Con la definizione di tali contributi, si entra nell’operatività della raccolta e recupero, e prende il via il ritiro dei PFU da parte di Ecopneus, attraverso la rete di operatori selezionati, presso oltre 30.000 tra gommisti, autofficine, sedi di flotte di veicoli su tutto il territorio nazionale e il successivo invio agli impianti per il trattamento.

Il contributo ambientale, scorporato in fattura, controllabile e tracciabile in ogni suo passaggio, serve esclusivamente a coprire i costi di un sistema efficiente ed efficace di gestione dei PFU, garantendo alla collettività e al Paese vantaggi quali lotta alle speculazioni ed alle pratiche illegali; lotta alle discariche abusive e incontrollate di PFU, con la riduzione dei costi necessari per la bonifica delle zone contaminate; riduzione dei rischi di incendi incontrollati dei depositi abusivi di pneumatici, difficilmente domabili e che causano la dispersione di sostanze nocive nell’aria e di percolati nel suolo; creazione di un sistema industriale e promozione di un’economia del riciclo.

L’obiettivo di recupero che la normativa impone ai produttori e importatori per il 2011 è pari al 25% del quantitativo di pneumatici immessi al consumo nel 2010, mentre l’obiettivo finale della normativa è quello di intercettare (dal 2013 in poi) il 100% dei pneumatici che ogni anno arrivano a fine vita in Italia, eliminando i flussi illegali e non controllati. Tutte le informazioni sul sito www.ecopneus.it.


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