Ilva, Ministero Salute: aumento di tumori e mortalità
L’Ilva ha compromesso con evidenza la salute degli abitanti di Taranto. A dirlo è il Rapporto “Ambiente e salute a Taranto” appena pubblicato dal Ministero della Salute, da cui emerge uno stato di compromissione della salute della popolazione residente a Taranto; in particolare i residenti nei quartieri di Tamburi, Borgo, Paolo VI e nel comune di Statte mostrano una mortalità e morbosità più elevata rispetto al resto della popolazione, soprattutto per le malattie per le quali le esposizioni ambientali presenti nel sito possono costituire specifici fattori di rischio. Ma sono donne e bambini a pagare il conto più salato: nelle donne i tumori aumentano dal 24 al 100% e nei bambini crescono le malattie nel primo anno di vita.
Sono pesanti i dati presentati oggi dal Ministro della Salute Renato Balduzzi presso l’Ospedale SS. Annunziata di Taranto. Il Rapporto, promosso dal Ministero e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, contiene l’aggiornamento agli anni 2003-2009 dello Studio Sentieri relativo all’area di Taranto, i dati dell’analisi della mortalità, del biomonitoraggio e del rischio sanitario connesso alla qualità dell’aria.
Nel corso della conferenza Balduzzi ha parlato anche della nuova AIA (Autorizzazione Ambientale Integrata), il cui decreto è stato approvato dalla Conferenza dei Servizi del 18 ottobre scorso. Queste le misure proposte dal Ministero della Salute nell’ambito dell’AIA:
- l’adozione di un sistema di monitoraggio sanitario dell’efficacia delle prescrizioni;
- la costituzione di un apposito Osservatorio, con la partecipazione delle istituzioni locali (ARPA Puglia, ASL e AReS), nazionali (ISS ed ISPRA) ed internazionali (OMS), al quale affidare l’interpretazione dei dati e la comunicazione delle conclusioni all’autorità competente;
- la possibilità di rivedere l’AIA in funzione dei risultati del monitoraggio
Il Ministero della Salute ha chiesto di inserire nell’Aia un protocollo redatto da ISS e OMS che specifica le linee su cui dovrà essere sviluppato un monitoraggio sanitario basato su una logica ante-post che consenta la verifica dell’efficacia delle azioni intraprese per comparazione. Il monitoraggio dovrà articolarsi su 3 direttrici: monitoraggio ambientale, biomonitoraggio e sorveglianza epidemiologica
Il monitoraggio ambientale, affiancherà quello routinario dell’ARPA focalizzando l’attenzione sui seguenti inquinanti presenti allo stato gassoso, nelle polveri fini (PM10 e PM2,5) e nelle deposizioni secche ed umide: diossine, IPA-benzopirene, composti organici volatili e metalli.
Il biomonitoraggio sarà articolato su 2 coorti di numerosità adeguata di residenti a Taranto, selezionati anche sulla base di studi già effettuati nell’area e prenderà in considerazione i metalli, i contaminanti organici e la capacità di riparazione del DNA, come biomarcatore di suscettibilità individuale. La sorveglianza epidemiologica prenderà in esame:
- gli effetti dei livelli giornalieri del PM10 e del PM2,5 sulla mortalità naturale, cardiovascolare, respiratoria e sui ricoveri ospedalieri
- il rischio riproduttivo
- l’incidenza della patologia oncologica in età pediatrica
“I nuovi dati degli studi epidemiologici dell’area di Taranto confermano la drammaticità della situazione sanitaria nella città pugliese – commenta il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – Una drammaticità che la delegazione di Legambiente ha richiamato oggi durante l’incontro con il Ministro della salute Balduzzi – prosegue Cogliati Dezza – e che non può farci che ribadire l’urgenza di provvedimenti che affrontino e diano soluzione a questa vera e propria emergenza: indagine sulla popolazione per limitare l’esposizione al rischio, campagne informative ai cittadini sui comportamenti da attuare o evitare per limitare i rischi, indagini sull’incidenza sanitaria degli altri importanti impianti industriali del territorio quali l’ENI, la Cememtir e l’Arsenale marina Militare. Gli stessi dati non possono che rafforzare d’altro canto la richiesta che la valutazione dell’impatto sanitario sia parte integrante dell’Aia e che ne orienti le prescrizioni. E’ evidente – conclude Cogliati Dezza – che misure e limiti non possono essere valutati in una situazione astratta, ma soltanto qui e ora; e a Taranto ci si ammala e si muore di più in maniera intollerabile rispetto al resto della provincia e della Regione”.