Le liste di attesa sono al centro delle iniziative organizzate oggi da Cittadinanzattiva in occasione della Giornata europea dei diritti del malato. In tutta Italia ci saranno eventi e incontri sul tema delle liste d’attesa e sulle informazioni utili ai cittadini in relazione al nuovo Piano nazionale di governo delle liste di attesa approvato di recente. Sono oltre 50 le iniziative organizzate dalle sedi territoriali del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva e 18 le Regioni coinvolte con eventi in piccole e grandi città.

I volontari del Tribunale per i diritti del malato organizzano incontri presso le sedi TDM (con apertura straordinaria) o all’interno di strutture sanitarie e luoghi di aggregazione per incontrare e informare i cittadini sui loro diritti e doveri rispetto alle novità introdotte dal Piano; per raccogliere le loro esperienze e segnalazioni sulle liste di attesa; per rilevare i tempi di attesa delle prestazioni e la corretta informazione fornita da operatori sanitari e da addetti ai CUP (centri unici di prenotazione) e sull’eventuale blocco delle liste; per verificare la presenza di informazioni sulle liste di attesa all’interno dei siti web aziendali.

Sulla sanità italiana pesano liste d’attesa e costi a carico dei pazienti e il problema più segnalato dai cittadini è proprio l’accesso alle cure e alle prestazioni sanitarie. Questo quanto emerge dall’ultimo rapporto Pit Salute di Cittadinanzattiva, che fotografa  una sanità niente affatto a portata di mano se quasi quattro segnalazioni su dieci ricevute da Cittadinanzattiva (il 37,3%, in aumento del 6% rispetto al 2016) riguardavano nel 2017 proprio la difficoltà di accesso ai servizi sanitari.

L’accesso alle cure è la prima voce segnalata dai cittadini. L’ultimo monitoraggio fatto dall’associazione, con i dati diffusi a dicembre 2018, dice infatti che è cresciuto il peso delle liste d’attesa, quelle che raccolgono il disagio maggiore dei cittadini (56% dei problemi di accesso). Si attende soprattutto per visite specialistiche (39%) e interventi di chirurgia (30%), poi per esami diagnostici (20,8%) e per chemioterapia e radioterapia, in cui le segnalazioni arrivano al 10% con un aumento del 100% rispetto all’anno precedente. Bisogna aspettare 15 mesi per una cataratta, 13 mesi per una mammografia, 12 mesi per una risonanza magnetica. Vanno sotto l’anno di attesa la tac e la protesi d’anca (10 mesi) e l’ecodoppler (9 mesi di attesa) mentre rispetto al 2016 scendono le liste di attesa (ma sempre di tanti mesi si parla) per le visite neurologiche, che richiedono di aspettare in media 10 mesi invece di 12, per quelle cardiologiche che passano da 12 mesi a 9 mesi e per quelle oncologiche, da 10 a 8 mesi.


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