Diritto alla riparazione, via libera definitivo. Riparazioni più facili per i consumatori (Foto Blaz Erzetic per Pexels)

Via libera del Parlamento europeo al diritto alla riparazione. Verso un’economia circolare e verso la promozione della riparazione, per obbligare i produttori a riparare i prodotti a un “prezzo conveniente” e spingere i consumatori a riparare, invece che acquistare ex novo. Con questi obiettivi il Parlamento europeo ha approvato ieri in via definitiva la direttiva sul cosiddetto “diritto alla riparazione” per i consumatori (con 584 voti favorevoli, 3 contrari e 14 astensioni”. La direttiva dovrà avere l’approvazione formale del Consiglio e, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Ue, gli Stati avranno due anni di tempo per recepirla nel diritto nazionale.

Diritto alla riparazione, obbligo di riparare e pezzi di ricambio disponibili

Le nuove norme contengono l’obbligo per il fabbricante di riparare il prodotto a un “prezzo conveniente”, entro un tempo ragionale e oltre il periodo della garanzia legale e prevedono l’accesso dei consumatori a pezzi di ricambio e informazioni sulla riparazione nonché la realizzazione di piattaforme online che aiuteranno i consumatori a trovare servizi di riparazione, repair café, negozi che vendono prodotti ricondizionati.

La nuova legge UE, spiega una nota del Parlamento europeo, “obbliga i fabbricanti di prodotti al consumo a fornire servizi di riparazione tempestivi ed economici e a informare i consumatori sul loro diritto alla riparazione. Le merci in garanzia legale beneficeranno di un’ulteriore estensione di un anno, incentivando ulteriormente il consumatore a scegliere la riparazione anziché la sostituzione. Una volta scaduta la garanzia legale, il produttore sarà comunque tenuto a intervenire sui prodotti domestici più comuni, che sono tecnicamente riparabili ai sensi della normativa UE, come lavatrici, aspirapolvere e smartphone”.

L’elenco dei prodotti potrà essere ampliato in futuro. I consumatori potranno prendere in prestito un prodotto o scegliere un apparecchio ricondizionato mente il loro è in riparazione.

Le nuove norme introducono un modulo europeo di informazioni che aiuterà i consumatori a confrontare i servizi di riparazione. Verrà inoltre creata una piattaforma online per trovare negozi di riparazione locali, venditori di beni ricondizionati, acquirenti di articoli difettosi o iniziative di riparazione gestite dalla comunità, come i repair café.

La direttiva mira a rafforzare il mercato delle riparazioni e a ridurne i costi. I produttori – spiega ancora il Parlamento europeo – dovranno fornire pezzi di ricambio e strumenti ad un prezzo ragionevole e non potranno ricorrere a clausole contrattuali, tecniche hardware o software che ostacolino le riparazioni. In particolare, non potranno impedire l’uso di pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D da parte di riparatori indipendenti, né potranno rifiutare di riparare un prodotto solo per motivi economici o perché è stato precedentemente riparato da qualcun altro”.

La promozione della riparazione a prezzi accessibili richiederà a ogni Paese di attuare una strategia dedicata, ad esempio con buoni d’acquisto o fondi per la riparazione, campagne di informazione, corsi di riparazione o sostegno agli spazi di riparazione gestiti dalla comunità.

MDC: opportunità per stile di vita sostenibile

“Un passo significativo verso un’economia più sostenibile e un consumo consapevole” e “una vittoria importante per i diritti dei consumatori in Europa”.

Questo il commento del Movimento Difesa del Cittadino davanti alle nuove norme europee.

Spiega il portavoce Francesco Luongo: «La produzione mondiale di RAEE sta aumentando cinque volte più velocemente rispetto al loro riciclo. È uno dei dati più impressionanti del Global E-waste Monitor delle Nazioni Unite. Il mondo sta sperimentando una significativa elettrificazione e trasformazione digitale. Questi sono passi cruciali per garantire ai consumatori un maggiore controllo sui propri dispositivi elettronici e per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti elettronici. La direttiva sul diritto alla riparazione è un’opportunità per promuovere uno stile di vita più sostenibile e responsabile».

Right To Repair: i nodi critici del diritto alla riparazione

La coalizione Right to Repair Europe, che rappresenta più di 140 organizzazioni in 24 paesi europei, propone un’articolata analisi della normativa approvata.

Bene le regole sui prezzi ragionevoli per le parti originali così come il divieto di pratiche software che impediscono la riparazione indipendente e l’uso di pezzi di ricambio compatibili e riutilizzati. Ma per la coalizione si perde un’occasione per creare “un mercato delle riparazioni veramente equo in Europa e per garantire soluzioni di riparazione a prezzi accessibili per la maggior parte dei prodotti sul mercato europeo”.

“Chiediamo una rapida attuazione di queste norme, comprese le linee guida della Commissione sulla definizione di prezzi “ragionevoli” per i pezzi di ricambio, una solida attuazione del divieto di pratiche anti-riparazione e l’introduzione di incentivi finanziari nazionali per la riparazione da parte degli Stati membri dell’UE”, scrive la coalizione.

La normativa fa infatti riferimento a un prezzo ragionevole che non scoraggi la riparazione.

Proprio su questo punto esprime dubbi Right To Repair, che scrive: “Nonostante le nostre richieste, le regole non forniscono alcuna indicazione su cosa significhi effettivamente un prezzo parziale “ragionevole”. La Commissione europea dovrebbe elaborare linee guida sul significato preciso dei prezzi adeguati dei pezzi di ricambio al fine di facilitare l’attuazione di questo requisito per tutte le parti interessate coinvolte. Altrimenti bisognerà aspettare che i tribunali nazionali ne stabiliscano la definizione attraverso cause legali”.

Il prezzo ragionevole è anche quello che i consumatori saranno disposti ad accettare. Per la coalizione, la maggioranza delle persone prenderà in considerazione una riparazione solo se il costo totale sarà inferiore al 30-40% del valore del prodotto. E considerato che il costo della riparazione comprende di solito il costo dei pezzi di ricambio e della manodopera, “affinché la riparazione rimanga al di sotto della soglia critica, è ragionevole stimare che il prezzo dei pezzi di ricambio rimanga inferiore al 15-20% del prezzo del prodotto”.

Un altro aspetto critico riguarda la lista dei prodotti coperti dal diritto alla riparazione. Come spiega Right To Repair, le nuove norme si applicano ai prodotti già coperti dai requisiti di riparabilità ai sensi del diritto europeo. Attualmente si tratta di lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, frigoriferi, televisori, saldatrici, aspirapolvere, server, telefoni, tablet e batterie di mezzi di trasporto leggeri (come biciclette elettriche ed e-scooter).

Le norme non si applicano invece a una serie di prodotti a vita breve presenti sul mercato europeo. Una lunga lista di prodotti, riportata da Right To Repair, che è interessante riportare. Rimangono infatti esclusi prodotti elettrici ed elettronici quali scaldabagni, condizionatori d’aria e ventilatori; sistemi domestici come illuminazione, sistemi di energia solare, domotica, router e sistemi di sicurezza; piccoli elettrodomestici per la casa e la cucina come ferri da stiro, macchine da caffè, bollitori, tostapane, friggitrici, griglie, spremiagrumi, frullatori; prodotti di intrattenimento come set top box, console di gioco, e-reader, giocattoli e droni; prodotti musicali come lettori multimediali digitali, cuffie, auricolari, altoparlanti e amplificatori; prodotti per l’igiene personale come asciugacapelli, spazzolini da denti elettrici, rasoi, rifinitori ed epilatori; prodotti fai da te e attrezzi da giardino.


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