Lo storico motto “la pubblicità è l’anima del commercio” guida da sempre l’attività di promozione di tutte le imprese che cercano un modo per catturare l’attenzione dei consumatori e ampliare la propria porzione di mercato. I mezzi di comunicazione sono i canali migliori per far passare messaggi accattivanti sia attraverso le immagini, sia attraverso le parole o le musiche. Essi rappresentano le “vetrine” di un immaginario centro commerciale che oggi sta assumendo sempre più spesso delle dimensioni globali. Ma cosa succede quando queste vetrine mettono in mostra una realtà che non corrisponde esattamente a verità? Come può difendersi un consumatore che viene ingannato dalla pubblicità?
Le pratiche commerciali scorrette e la pubblicità ingannevole sono stati gli argomenti al centro di un seminario di studi dal titolo “Lealtà verso i consumatori per la pubblicità di domani” che si è tenuto oggi a Roma, presso l’Università La Sapienza. L’evento è stato promosso da AssoUtenti e rientra in un più ampio progetto patrocinato dal Ministero per lo Sviluppo Economico (Guarda che ti riguarda!) che coinvolge altre quattro realtà nell’ambito della difesa dei diritti dei cittadini e dei consumatori (Movimento difesa del Cittadino; Codacons; Confconsumatori; Unione nazionale consumatori).
Sul palco si sono alternati soprattutto esperti di comunicazione d’impresa e pubblicità che, rivolgendosi ad un pubblico per lo più composto da studenti del corso di laurea in Comunicazione, hanno descritto chiaramente quelli che sono i meccanismi e i rischi che questa particolare forma di comunicazione può comportare su quello che viene definito tecnicamente “consumatore medio” o sul consumatore più debole, ad esempio i minori o i meno informati.
“L’obiettivo della pubblicità è sicuramente quello di far conoscere un prodotto”, ha sottolineato Giulio Marotta, responsabile dell’Osservatorio di AssoUtenti, “ma occorre fare in modo che i consumatori abbiano sufficienti strumenti per potersi difendere e far valere i propri diritti”.
Esistono da tempo delle regole ben precise che disciplinano il settore pubblicitario che è diventato uno dei più importanti del panorama della comunicazione. Innanzitutto, come stabilito nel codice di autodisciplina pubblicitaria, non possono essere date informazioni false in relazione al prezzo di un prodotto, alle sue caratteristiche o alla durata di un contratto che lega il consumatore a un’azienda. Se si presenta una violazione di tale norma, la pubblicità è considerata ingannevole e l’azienda che ha commesso l’illecito è passibile di controlli da parte degli organi preposti. La presenza di Antonia Martelli, dirigente della divisione del Ministero dello Sviluppo che si interessa di mercato, consumatori e vigilanza, ha sottolineato infatti l’esistenza di meccanismi di sanzione contro le pratiche commerciali scorrette. Importante, in questo contesto, è il ruolo svolto dall’Antitrust che ogni anno porta avanti numerosi provvedimenti disciplinari (275 nel 2010, per un totale di 16.469.000 euro di sanzioni comminate), così come quello delle associazioni dei consumatori che si battono per una maggiore trasparenza nei rapporti tra imprese e cittadini. Tuttavia, “il fenomeno della pubblicità ingannevole e delle altre pratiche scorrette continua ad essere molto diffuso e va contrastato in modo netto attraverso la collaborazione diretta dei consumatori che possono segnalare le scorrettezze agli organi presenti sul territorio”, afferma il Presidente di AssoUtenti, Mario Finzi. Risulta quindi evidente che la nascita di una coscienza civile in questo settore è l’arma migliore che il consumatore possa avere per volgere a suo favore le tecniche e le logiche del mercato.
Il progetto “Guarda che ti riguarda!” ha portato a buoni risultati in questo senso. La Guida per i consumatori, la Newsletter mensile con le decisioni più importanti dell’Antitrust, dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria e dei giudici amministrativi, i tre controspot su casi concreti sanzionati dall’Autorità garante della concorrenza, i dibattiti in varie città d’Italia e le risposte fornite agli utenti che hanno segnalato alla casella di posta elettronica su casi di pratiche scorrette nei diversi settori (vendita auto, distributori di benzina, agenzie immobiliari, telefonia etc) hanno dimostrato quanta sensibilità al problema sia presente nel nostro Paese.
di Elena Leoparco


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