Istat: Italia non cresce. Pil in calo dello 0,8%
Tra gennaio e marzo 2012 l’economia italiana ha segnato la contrazione più marcata dal primo trimestre del 2009, secondo i dati definitivi diffusi oggi da Istat. Nel primo trimestre del 2012 il Pil è diminuito dello 0,8% in termini congiunturali rispetto al -0,7% del quarto trimestre 2011. Su base annua, invece, il Pil è sceso dell’1,4% dal -0,5% del quarto trimestre.Nel primo trimestre del 2012 la spesa delle famiglie italiane è diminuita del 2,4% rispetto al primo trimestre del 2011 e dell’1% rispetto al trimestre precedente. Le famiglie italiane risparmiano su tutto. Per i beni durevoli il calo annuo è addirittura a due cifre (-11,8%). Comprendono: auto, articoli di arredamento, elettrodomestici. Calano però anche gli acquisti di beni non durevoli (-2,3% in un anno) e il riferimento è innanzitutto per quelli alimentari ma anche per medicinali, detergenti, prodotti per la cura della persona, per fare alcuni esempi. Nell’ultimo anno dalle famiglie italiane sono stati acquistati anche meno servizi: -0,2%. “Un brutto segnale che si somma con il tonfo della produzione industriale documentato dall’Istat” commenta Confesercenti.
Secondo il Codacons, i dati sono la conseguenza delle scelte deglim utlimi dieci anni: “Dall’arrivo dell’euro nel 2002, che salari e pensioni non sono state salvaguardate dall’aumento del costo della vita e questo ha impoverito progressivamente le famiglie, prima costrette ad intaccare i risparmi e poi, finiti questi, a partire dal 2007, a ridurre i consumi, con effetti negativi sulla crescita del Paese. E ora, nel 2012, scendono addirittura gli acquisti obbligati come medicinali e alimentari”.
Quel che è certo – come sottolineano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti Federconsumatori e Adusbef – è che da troppo tempo la situazione economica del Paese e delle famiglie sta degenerando senza che nessuno agisca con determinazione per affrontarla e risollevarla. Non potrebbe essere diversamente vista la forte perdita del potere di acquisto delle famiglie in questi anni, del -9,8% secondo i dati O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori recentemente confermati anche da Bankitalia.
“Per di più, con le scadenze di questi mesi, tra il pagamento dell’IMU e il paventato nuovo aumento dell’IVA dal 21 al 23% e dal 10 al 12% la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente. Per questo è necessario prendere provvedimento urgenti per sostenere il potere di acquisto delle famiglie ed arginare la crisi, prima di tutto eliminando categoricamente il nuovo aumento dell’IVA (e di qualsiasi altra tassa)” sostengono i Presidenti.

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