Italia leader del settore bio, ma guerra e inflazione modificano le abitudini di consumo
L’Osservatorio SANA ha presentato le anticipazioni sugli ultimi dati sul mercato del bio in Italia. Con la pandemia si è consolidato l’aumento dei consumi domestici, ma nel 2022 anche il biologico risente della contrazione generale dei consumi legata all’emergenza alimentare e all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime
L’Italia, con oltre 2 milioni di ettari, è leader del settore biologico: vanta la più alta percentuale di superfici bio sul totale, il 16%, contro il 10% della Germania e della Spagna, e il 9% della Francia, e detiene il primato in UE per numero di produttori biologici: è quanto emerso dalle anticipazioni dell’Osservatorio SANA sui dati del mercato bio, presentati in occasione della conferenza stampa della 34a edizione di SANA, Salone internazionale del biologico e del naturale.
I consumi bio in Italia, i primi numeri
Secondo i dati dell’Osservatorio SANA, a cura di Nomisma, nel 2021 le vendite alimentari bio nel mercato interno hanno raggiunto 4,6 miliardi di euro e rappresentano il 3% delle vendite al dettaglio biologiche mondiali.
“Questo primato – si legge nella nota stampa – è il risultato di un lungo periodo di crescita costante e della marcia in più legata al lockdown imposto dalla pandemia, che ha visto consolidare il bio per l’aumento dei consumi domestici e il bisogno di prendersi sempre più cura della propria salute soprattutto a tavola”.
Dal 2008 ad oggi il mercato domestico del biologico è cresciuto del +233%, con una più che positiva performance dell’export bio: nel 2021 le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali hanno raggiunto 2,9 miliardi di euro (+671% rispetto al 2008).
Tuttavia, dopo il biennio 2020-2021, in cui il biologico si è trovato avvantaggiato degli effetti della pandemia, il contesto di instabilità con cui si è aperto il 2022 – con la guerra e lo scenario inflattivo legato ai costi energetici e delle materie prime – sta modificando le abitudini di consumo degli italiani, determinando una leggera diminuzione delle vendite a valore del biologico in grande distribuzione (pari al -0,5 % nell’ultimo anno). Una tendenza riscontrata anche in altri Paesi europei, con particolare riferimento alla Francia.
I primi dati vengono analizzati con attenzione da FederBio e AssoBio, storici partner di BolognaFiere a SANA.
“I dati dell’Osservatorio SANA confermano che anche il biologico sta risentendo della contrazione generale dei consumi legata all’emergenza alimentare e all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, generati dal conflitto in Ucraina – ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio. – Il nostro Paese continua ad essere leader del bio, con il maggior numero di produttori e una percentuale di superficie coltivata a bio del 16,6%, circa il doppio della media europea. Adesso è fondamentale che i consumi di alimenti biologici tornino a crescere“.
“Per questo – ha proseguito – è strategico che gli ingenti investimenti stanziati per lo sviluppo del biologico, che complessivamente ammontano a circa 3 miliardi di euro, vengano spesi al meglio, per favorire la transizione agroecologia e rilanciare il settore. È inoltre fondamentale comunicare bene ai cittadini quali sono i valori del bio” .