Contraffazione, Codici: “L’Italia è tra i paesi più colpiti” (Foto Pixabay)

“La contraffazione costa all’Europa una perdita di 16 miliardi di euro – denuncia Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e l’Italia è tra i Paesi più colpiti”.

Sul tema della contraffazione manca ancora consapevolezza. Questo è ciò che emerge da Codici che, con la sua dichiarazione, torna a far riflettere su un argomento ancora caldo e attuale, ossia, il fenomeno delle merci contraffatte. Con i saldi ormai alle spalle e in vista dei prossimi, anche il report redatto qualche mese fa da EUIPO (Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale) resta in prima linea sul nodo principale del discorso: i consumatori non scegliendo prodotti originali alimentano un circolo vizioso che costa denaro e posti di lavoro.

“I beni maggiormente interessati dal falso sono abbigliamento e calzature, cosmetici e giocattoli, con le vendite che hanno registrato perdite annuali significative. Parliamo di 12 miliardi di euro per abbigliamento e calzature, 3 miliardi di euro per i cosmetici ed 1 miliardo di euro per i giocattoli”, sottolinea Codici.

Il dato sicuramente più significativo e che non va trascurato oltre a quello economico, riguarda il rischio su salute e sicurezza del consumatore: “Il riferimento, in particolare, è a cosmetici e giocattoli. Questi prodotti potenzialmente dannosi rappresentano il 15% degli articoli contraffatti sequestrati alle frontiere esterne dell’UE”.

Alla luce di tutto ciò, cosa è necessario fare per fare in modo che i dati negativi possano invertire rotta verso una più efficace tutela del consumatore?

Codici punta a esercitare un consumo dove è necessaria maggiore consapevolezza da parte del consumatore al momento dell’acquisto del prodotto. Questo affinché possa verificarsi una controtendenza positiva. Dal report emerge infatti che un terzo degli europei ritiene invece ancora accettabile acquistare merci contraffatte quando il prezzo del prodotto originale è troppo elevato. Questo dato, inoltre, aumenta del 50% se si prendono in esame i giovani (principali indiziati). La risposta, dunque, viene da sé: bisogna lavorare sulla percezione che i consumatori hanno del falso, e bisogna far comprendere i danni che questo meccanismo provoca sui due livelli principali quello sanitario ed economico.

“La contraffazione non è un’alternativa, è un nemico da combattere – conclude Codici – Siamo stati impegnati nelle scuole con iniziative sul tema della lotta al falso. Abbiamo raccolto segnali positivi e siamo convinti che questa è la strada da seguire. Bisogna coinvolgere i giovani e renderli protagonisti della lotta alla contraffazione”.


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