Anafilassi, pubblicato il primo studio italiano

Anafilassi, pubblicato il primo studio italiano

Gli allergologi di AAIITO (Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri) hanno pubblicato il primo studio italiano sui casi fatali per anafilassi dal 2004 al 2016 (Fatal anaphylaxis in Italy: Analysis of cause-of-death national data, 2004-2016), basato sui dati del Registro Nazionale delle Cause di Morte forniti dall’ISTAT.

Una ricerca realizzata con l’obiettivo di valutare l’incidenza dei casi di morte per anafilassi, l’associazione con le caratteristiche demografiche e le cause identificate.

Anafilassi, 392 casi certi di decesso. Dati sottostimati

L’anafilassi è una grave reazione allergica, con esito talvolta fatale, che generalmente si verifica come risposta all’esposizione a farmaci, alimenti o punture di imenotteri (api, vespe, calabroni).

Nel periodo preso in esame sono stati riscontrati 392 casi certi, corrispondenti ad un tasso di mortalità di 0,51 per milione di persone per anno. Sono stati inoltre registrati 220 casi la cui imputabilità ad anafilassi è risultata possibile, con un tasso complessivo di mortalità per anafilassi di 0,79 casi per milione di persone per anno.

I dati demografici indicano che il rischio aumenta con l’età ed è maggiore per il sesso maschile. La mortalità per anafilassi, inoltre, è risultata influenzata dall’area geografica con un tasso maggiore nelle regioni del sud e nelle isole.

“La nostra ricerca – spiega la Prof.ssa Bilò, allergologa AAIITO e curatrice dello studio – ha messo in evidenza come i dati raccolti dall’ISTAT sulle cause di anafilassi nel periodo 2004-2016 siano ampiamente sottostimati se solo rapportati a quanto si può osservare semplicemente monitorando nel tempo i casi di shock anafilattico riportati dai media italiani. Speriamo quindi che questo studio possa essere utile per migliorare i meccanismi di registrazione oltre che stimolare una più adeguata conoscenza del fenomeno, per mettere in atto misure di tipo organizzativo che possano risultare efficaci per la prevenzione.

Secondo quanto affermato dalla Prof.ssa Bilò, inoltre, lo studio ha mostrato che il decesso in oltre il 40% dei casi è avvenuto al di fuori di strutture sanitarie.

“Ciò evidenzia la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sanitarie con l’obiettivo di migliorare le conoscenze della patologia per favorire il riconoscimento e il pronto trattamento e rendere disponibile l’uso di auto-iniettori di adrenalina nella comunità”.

 

Anafilassi da farmaci
Anafilassi da farmaci

 

Farmaci, prima causa di morte

Lo studio ha evidenziato che in Italia la causa principale di morte per anafilassi è rappresentata dai farmaci, responsabili del 74% dei casi certi, con un tasso complessivo di 0,43 casi per milione di persone ogni anno. In Europa le categorie di farmaci implicate sono diverse: nel Regno Unito prevalgono i casi da anestetici generali e in Francia da antibiotici. Il Registro delle cause di morte in Italia non fornisce invece indicazioni sul tipo di farmaco responsabile.

Punture di imenotteri, seconda causa di morte

Le punture di imenotteri sono risultate responsabili del 5,6% dei casi certi e del 51,4% dei casi possibili, dato sicuramente sottostimato a causa soprattutto della mancanza di un codice ICD-10 specifico. Considerando i casi nel complesso, il tasso di mortalità è risultato 0,17 per milione di persone per anno. I dati confermano anche in Italia una significativa prevalenza del sesso maschile.

Sugli alimenti mancano i dati

Per quanto riguarda l’anafilassi fatale da alimenti, non sono stati riportati casi nel periodo analizzato.

“Il dato è sorprendente – afferma la dott.ssa Donatella Bignardi, allergologa AAIITO co-autrice della ricerca – in quanto contrasta sia con la letteratura, che evidenzia una incidenza compresa tra il 2 e il 5 %, in incremento nei paesi occidentali, sia con i dati riportati dai mass-media italiani. È verosimile che i casi di anafilassi da alimenti non siano stati correttamente identificati e che siano stati registrati tra i casi da causa non specificata”.

La Dottoressa spiega che nel 27,7% dei casi totali, infatti, la causa dell’anafilassi non è stata indicata nel Registro, per “difficoltà nel riconoscimento della diagnosi, nell’assegnazione del codice corrispondente e, in alcuni casi, mancata accuratezza della compilazione”.

Allergologi: il problema in Italia è sottostimato

Secondo le osservazioni degli allergologi,  la mancanza di codici specifici per classificare le cause delle morti per anafilassi porta ad una forte sottostima del problema nel nostro Paese. “Questo studio di popolazione – spiegano – ha portato l’attenzione sull’anafilassi fatale in Italia e ha evidenziato che l’utilizzo dei codici ICD-10 sottostima il problema e non permette un adeguato riconoscimento delle cause, indicando la necessità di adottare codici più specifici, già utilizzati da altri Paesi, come previsto dalla revisione della classificazione ICD-11”.


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