
Antitrust avvia istruttoria verso Meta-Instagram e l’influencer Asia Valente (Foto di Gerd Altmann da Pixabay)
Antitrust avvia istruttoria verso Meta-Instagram e l’influencer Asia Valente
Secondo l’Autorità Meta non avrebbe adottato iniziative adeguate per fronteggiare la condotta di Asia Valente, che sponsorizzerebbe prodotti occultando la finalità commerciale di questa attività e vantando una popolarità basata perlopiù su fake follower
L’Antitrust ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Meta-Instagram e dell’influencer Asia Valente. In particolare – si legge in una nota – “Meta, contrariamente alla diligenza professionale richiesta alle piattaforme di media sociali e alle proprie policy di condotta, avrebbe omesso di adottare misure idonee a impedire la pubblicazione su Instagram di messaggi potenzialmente ingannevoli“.
Meta-Instagram, l’indagine dell’Antitrust
Secondo quanto riportato dall’Autorità, “Asia Valente pubblicherebbe sul canale social foto e video di ristoranti, di spa, di hotel e di altre strutture turistiche, con le quali si ritiene possa intrattenere rapporti commerciali, senza utilizzare alcuna dicitura che evidenzi la natura promozionale di questi contenuti. Inoltre, l’influencer vanterebbe una notevole popolarità basata su un numero consistente di follower, circa 2 milioni, la maggior parte dei quali sembrerebbe non autentica“.
Secondo l’Antitrust, quindi, “Meta-Instagram non fornirebbe adeguata informazione sull’esistenza e sulle modalità d’uso dello strumento per contrassegnare i contenuti brandizzati né controllerebbe l’effettivo e corretto utilizzo di tale strumento, soprattutto in relazione a contenuti promozionali pubblicati da utenti estremamente popolari, quali gli influencer. Infine, la società non svolgerebbe verifiche in merito all’autenticità delle interazioni sulla propria piattaforma in modo da evitare la raccolta artificiale di “mi piace” e di follower”.
Codacons e UNC chiedono chiarezza sull’attività degli influencer
Codacons e Unione Nazionale Consumatori hanno accolto con favore l’istruttoria aperta dall’Antitrust.
“Sono anni che denunciamo le scorrettezze degli influencer italiani, che troppo spesso ingannano gli utenti attraverso post commerciali non dichiarati che realizzano una pubblicità occulta a danno dei cittadini – spiega il Codacons – Basti pensare che il giro d’affari prodotto sui social network dagli influencer italiani raggiungerà i 348 milioni di euro nel 2023 con una crescita annua del 13%”.
“Un’attività come quella, esercitata da personaggi famosi, è tale da ingenerare un notevole flusso finanziario diretto ed indiretto – spiega l’associazione – che pone tuttavia l’esigenza di chiarire l’intera modalità di “gestione” dell’utilizzo di immagini di resort, hotel, indumenti e prodotti di lusso con richiami espliciti a brand. Il rischio è che proventi di attività pur non dichiarata commerciale e/o imprenditoriale non vengano correttamente assoggettati a tassazione. Per tali motivi abbiamo già chiesto all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di finanza di svolgere un accertamento fiscale”.
“È importante che si comincino a sanzionare gli influencer che sponsorizzano prodotti occultando la finalità commerciale. Non bastano più la moral suasion e la chiusura delle istruttorie con impegni” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Quanto alle piattaforme – prosegue Dona – se è vero che non possono verificare l’esistenza di contratti pubblicitari tra l’influencer e il brand, possono però fare molto per controllare l’acquisto di follower fasulli. Infine, le piattaforme devono potenziare le funzionalità che aiutano l’utente a comprendere se un post è sponsorizzato. Quando un content creator posta qualcosa, la piattaforma deve essere piú incisiva nel chiedere all’influencer di evidenziare la finalità pubblicitaria tramite funzionalità native per aggiungere trasparenza, oltre all’obbligo di utilizzare gli hashtag della trasparenza, tipo #ad“.
