
In calo le vendite al dettaglio. Consumatori: le famiglie subiscono l'impatto del caro-prezzi (foto Pixabay)
In calo le vendite al dettaglio. Consumatori: le famiglie subiscono l’impatto del caro-prezzi
Secondo le stime Istat diffuse oggi, a febbraio calano le vendite al dettaglio, con particolare riguardo ai beni alimentari. Consumatori: “il caro-prezzi continua ad incidere sulle abitudini degli italiani”
Nel mese di febbraio l’Istat stima un calo congiunturale delle vendite al dettaglio (-0,1% in valore e -0,9% in volume), con particolare riguardo ai beni alimentari (-0,3% in valore e -1,8% in volume); mentre quelle dei beni non alimentari registrano un lieve aumento in valore (+0,1%) e una flessione in volume (-0,3%). Su base tendenziale, invece, le vendite al dettaglio aumentano del 5,8% in valore e registrano un calo in volume del 3,5%, con un andamento analogo sia per le vendite dei beni alimentari (+7,9% in valore e -4,9% in volume), sia per quelle dei beni non alimentari (+4,2% in valore e -2,3% in volume).
“A livello merceologico – spiega l’Istat – il calo congiunturale di febbraio riguarda, per la prima volta dopo cinque mesi, anche il valore dei beni alimentari. Su base tendenziale, invece, continua l’andamento già evidenziato negli ultimi mesi. Per entrambi i comparti di vendita, infatti, si registra un aumento in valore e un calo in volume“.
Secondo i dati Istat, inoltre, tutte le forme distributive sono in crescita, in particolare la grande distribuzione e, all’interno di questa, i discount.
Vendite al dettaglio in calo, il commento dei Consumatori
Per il Codacons, “i dati sulle vendite al dettaglio diffusi oggi dall’Istat dimostrano come il caro-prezzi continui ad incidere sulle abitudini degli italiani, portando ad una sensibile riduzione degli acquisti cui fa da contraltare un aumento della spesa. Anche a febbraio le vendite registrano un crollo verticale in volume, con una contrazione su base annua del -3,5% a fronte di un aumento in valore addirittura del +5,8% – analizza il Codacons – Questo a conferma che il calo dell’inflazione registrato nell’ultimo periodo è solo un’illusione ottica dovuta alla riduzione delle tariffe energetiche, mentre i prezzi al dettaglio continuano a mantenersi a livelli elevatissimi incidendo sulla spesa degli italiani”.
“Le famiglie continuano a spendere di più per acquistare sempre meno, e la dimostrazione lampante arriva dagli alimentari, comparto dove le vendite a febbraio precipitano del -4,9% in volume a fronte di un aumento in valore del 7,9% – afferma il presidente Carlo Rienzi – Al netto dell’inflazione, quindi, una famiglia con due figli ha ridotto la spesa alimentare per circa 377 euro annui, numeri che dimostrano la necessità di interventi da parte del Governo per calmierare i listini al dettaglio”.
“Italiani affamati dal carovita! Nonostante l’inflazione alle stelle, rispetto a gennaio scendono dello 0,3% persino le vendite alimentari, che in volume precipitano dell’1,8%. Su base tendenziale, poi, il divario tra dati alimentari in valore e in volume diventa addirittura abissale, da +7,9 a -4,9%, un gap di 12,8 punti percentuali, praticamente un precipizio”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Secondo lo studio dell’associazione, le vendite alimentari in volume precipitano non solo su febbraio 2022, ma anche rispetto a febbraio 2021 (-6,5%), a febbraio 2020 (-11,7%) o 2019 (-4,4%). “Insomma, gli italiani non hanno mai stretto così tanto la cinghia e sono a dieta forzata”, conclude Dona.

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