CIWF presenta EggTrack 2022: progressi e grandi assenti tra le aziende italiane

CIWF presenta EggTrack 2022: progressi e grandi assenti tra le aziende italiane

CIWF presenta EggTrack 2022: progressi e grandi assenti tra le aziende italiane

Secondo il nuovo report globale EggTrack, che promuove la trasparenza tracciando annualmente i progressi fatti dalle aziende verso l’abbandono delle gabbie nelle proprie filiere di uova, la maggior parte delle aziende italiane continua a fare progressi, anche se rimangono alcuni grandi assenti

Su 232 aziende globali, operanti in Europa, Nord America e nella regione Asia-Pacifico, 175 (il 75,4%) comunicano lo stato della propria transizione verso l’abbandono delle gabbie nelle filiere di galline ovaiole; in aumento, quindi, rispetto al 71% del 2021: è quanto emerso dalla sesta edizione di EggTrack, il report di Compassion in World Farming (CIWF), che a cadenza annuale monitora i progressi fatti dalle aziende per il raggiungimento dei propri obiettivi.

A livello internazionale, 8 nuove aziende hanno assunto impegni ad abbandonare le uova da allevamenti in gabbia a livello globale.

EggTrack, a che punto siamo in Italia

Delle 128 aziende europee incluse in EggTrack, l’85% comunica i progressi fatti, 109 rispetto alle 98 del 2021, e la transizione si attesta all’84,4%. Questa tendenza si conferma anche in Italia, dove delle 34 aziende analizzate, 29 comunicano lo stato di avanzamento della propria transizione verso l’abbandono delle gabbie (l’85%, rispetto al 76% del 2021).

Inoltre, dal Rapporto sono emerse ulteriori informazioni:

  • Tutti i supermercati italiani inclusi nel report comunicano lo stato della propria transizione, e 10 sui 14 inclusi hanno un impegno completo ad abbandonare le gabbie sia dalle filiere di uova in guscio che di uova usate come ingrediente (rispetto a 7 su 12 nel 2021). Mentre Gruppo VéGé rimane l’unico, tra i maggiori supermercati italiani, a non avere una posizione pubblica sulle gabbie nelle filiere di uova.
  • Nel settore produttivo, la totalità delle aziende della trasformazione incluse nel report ha completato la propria transizione, eccetto Paluani, il cui impegno non è più disponibile pubblicamente, mentre tutti i produttori di uova monitorati comunicano in maniera trasparente i propri progressi.
  • Il settore della ristorazione continua a rimanere indietro rispetto al resto dell’industria; poco più della metà delle aziende incluse comunica i progressi fatti e aziende come Autogrill e Flunch rimangono tra le 5 (7 nel 2021) a non fornire alcuna informazione sullo stato della propria transizione. Rilevante il risultato di Markas, che nel 2022 ha raggiunto il 100% di uova da sistemi non in gabbia in Italia, con tre anni di anticipo rispetto all’obiettivo iniziale.

“In Italia – spiega il Rapporto – la produzione in sistemi alternativi alle gabbie rappresenta il 64%, ma per continuare a progredire al ritmo attuale saranno necessari gli impegni di alcune grandi aziende leader del nostro paese. Realtà come Cigierre, con i marchi Old Wild West, America Graffiti e Temakinho, o Granarolo, non sono presenti in EggTrack proprio perché non è stato possibile trovare una comunicazione pubblica in tema di abbandono di uova da galline allevate in gabbia”.

 

CIWF presenta EggTrack 2022: progressi e grandi assenti tra le aziende italiane

 

Un altro dato importante evidenziato nel report di quest’anno riguarda l’esclusione dei sistemi combinati nei percorsi di conversione delle aziende.

Nel 2022, infatti, EggTrack ha iniziato a evidenziare le aziende che hanno dichiarato pubblicamente di volere eliminare gradualmente i sistemi combinati, 24 in totale nel report di quest’anno. Di queste, ben 10 sono aziende italiane, compresi tutti i produttori di uova inclusi nel report, alcuni dei principali supermercati italiani e aziende della trasformazione come Sammontana, che comunica anche lo stato della transizione rispetto all’eliminazione dei sistemi combinati.

“Nonostante il difficile periodo economico, è estremamente incoraggiante vedere che le aziende continuano a portare avanti i loro impegni per l’allevamento senza gabbie, includendo nelle proprie transizioni anche l’esclusione dei sistemi combinati – ha commentato Bianca Furlotti, del Settore Alimentare di Compassion -. La produzione in sistemi alternativi rappresenta un investimento intelligente, poiché la crescente domanda dei consumatori non farà che accelerare questa tendenza. Per questo, è necessario che tutte le aziende che ancora non hanno assunto una posizione pubblica comunichino al più presto la direzione in cui vogliono investire, e che quelle che stanno attuando la transizione continuino a collaborare con i propri fornitori per l’esclusione dei sistemi combinati nelle proprie conversioni.”


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