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Stime Istat: ad aprile inflazione al 6,2%, carrello della spesa al 6%

Ad aprile l’inflazione rallenta ma rimane comunque ai livelli più alti da 31 anni, mentre il carrello della spesa ha prezzi sempre più salati che rincarano in un anno del 6%. Le stime preliminari sull’inflazione diffuse oggi dall’Istat dicono che ad aprile 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 6,2% su base annua (il rallentamento deriva dal fatto che era +6,5% nel mese precedente).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano e passano da +5,0% a +6,0% mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rallentano (da +6,5% a +5,9%).

Carrello della spesa a più 6%

Come spiega l’Istat, il rallentamento dell’inflazione su base annuale deriva soprattutto dai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +50,9% di marzo a +42,4%) ed è imputabile sia ai prezzi degli Energetici regolamentati (da +94,6% a +71,4%) sia a quelli degli Energetici non regolamentati (da +36,4% a +31,7%).

Rallentano un po’ anche i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +2,4%). Accelerano invece i prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +3,9% a +5,4%), quelli dei Beni durevoli (da +1,6% a +2,2%), dei Beni non durevoli (da +1,3% a +2,1%) e i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +5,1%).

L’inflazione al 6,2% è comunque la più alta da oltre trent’anni.

«Nel mese di aprile, dopo nove mesi di accelerazione, l’inflazione rallenta (rimanendo a un livello che non si registrava da settembre 1991) a causa dei prezzi dei Beni energetici (regolamentati e non), che confermano una crescita molto sostenuta su base annua – commenta l’Istat – Le tensioni inflazionistiche continuano però a diffondersi ad altri comparti merceologici, quali Alimentari lavorati, Beni durevoli e non durevoli e Servizi relativi ai trasporti, contribuendo così a mantenere sopra il 6% l’inflazione generale. In particolare, l’accelerazione dei prezzi degli Alimentari lavorati fa salire di un punto la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che si porta a +6,0%».

 

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I rincari nel carrello della spesa, dall’inizio della pandemia a oggi con la guerra in corso

 

Carrello della spesa, le ripercussioni sulle famiglie

Un’inflazione a questo livello, con un carrello della spesa a più 6%, ha ripercussioni pesanti sulle famiglie, ormai superiori a 2 mila euro in più l’anno. Sono 500 euro e più su base annua solo per gli alimentari, emerge dalle diverse stime delle associazioni dei consumatori che calcolano il peso della stangata e chiedono di prorogare e aumentare il taglio delle accise sui carburanti.

«Una inflazione al 6,2% – commenta Carlo Rienzi, presidente Codacons – si traduce in una stangata pari a +2.474 euro annui per un nucleo con due figli, e +1.905 euro per la famiglia “tipo”, e il rallentamento registrato ad aprile è solo una illusione ottica: il ribasso rispetto al dato di marzo è dovuto infatti unicamente alla riduzione delle bollette di luce e gas disposta da Arera, ma tutti gli altri beni e servizi, dagli alimentari ai trasporti, continuano a registrare fortissimi incrementi su base annua».

Oltre 500 euro in più l’anno solo sul carrello della spesa

Il rincaro del 6% del carrello della spesa, stima l’Unione Nazionale Consumatori, significa che questo aumenta di 518 euro l’anno per una famiglia con due figli, di 468 euro per una coppia con un figlio, di 323 euro per una giovane coppia senza figli e di 567 euro per le famiglie con tre o più figli.

«Lo tsunami che si è abbattuto sulle famiglie prosegue la sua azione devastante, anche se l’intervento del Governo contro il caro carburanti e il caro bollette, che dal 1° aprile sono scese, secondo i dati di Arera relativi alla famiglia tipo, del 10,2% per la luce e del 10% per il gas, non è stato del tutto vano, per quanto insufficiente, e ha lievemente attenuato la catastrofe – commenta il presidente Massimiliano Dona – Purtroppo, però, come avevamo ampiamente previsto, i rincari dei beni energetici, senza i quali l’inflazione sarebbe al 2,9% e non al 6,2% si sono trasferiti sui beni alimentari e sul carrello della spesa, incidendo gravemente e pesantemente sugli acquisti quotidiani obbligati».

L’inflazione al 6,2% significa “una mazzata” di 2224 euro l’anno per una coppia con due figli, di 2091 euro l’anno per una coppia con un figlio, di quasi 2500 euro l’anno per le famiglie numerose, stima ancora l’UNC:

L’inflazione al 6,2%, anche se in calo, è “un dramma per le tasche dei consumatori”, dice a sua volta Assoutenti. Per il presidente Furio Truzzi «ad aprile si registra un nuovo record per i prodotti alimentari, i cui prezzi crescono dal +5,8% di marzo al +6,7% di aprile, con una impennata del +1,5% in un solo mese. Questo significa che una famiglia, solo per mangiare, deve mettere in conto una maggiore spesa in media pari a +502 euro annui».

«Temiamo che sui prezzi, oltre all’effetto Ucraina, si stiano registrando in Italia fenomeni speculativi che danneggiano in modo pesante le famiglie – prosegue Truzzi – Il Governo non può restare a guardare e, di fronte a questa situazione di crisi, deve adottare misure straordinarie, a partire da prezzi amministrati per i generi di prima necessità come gli alimentari di cui le famiglie non possono fare a meno».


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