
Spreco alimentare in crescita. Offerte sotto accusa? Federconsumatori: “Lettura semplicistica” (Foto Pixabay)
Spreco alimentare in crescita. Offerte sotto accusa? Federconsumatori: “Lettura semplicistica”
Aumenta in Italia lo spreco alimentare. Il ministro Lollobrigida: le offerte promozionali sono spesso collegate a maggiore spreco. Federconsumatori: “Lettura semplicistica, molte famiglie sono costrette a scelte al ribasso sul piano della qualità”
Frutta fresca, verdure, pane fresco rientrano fra quei quasi 700 grammi di cibo che ogni italiano spreca ogni settimana. Lo spreco alimentare è in aumento e, nonostante l’Italia conti una tradizione di valorizzazione della cucina e del cucinare, c’è ancora molto da fare sul fronte dell’educazione alimentare come pure dell’organizzazione familiare: il 37% dimentica il cibo e questo scade o si deteriora, quindi finisce sprecato.
Gli ultimi dati sullo spreco alimentare vengono dal Rapporto Internazionale Waste Watcher 2024, “Lo spreco alimentare nei Paesi del G7: dall’analisi all’azione“, curato dall’Osservatorio Waste Watcher International-Campagna Spreco Zero, dall’Università di Bologna assieme a Ipsos. Ma alimentano anche una certa polemica. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sembra puntare il dito sullo spreco indotto dalle offerte promozionali. Per Federconsumatori si tratta di una interpretazione “semplicistica”. Sul banco degli imputati finisce anche la qualità dei cibo comprato dagli italiani stremati dai rincari.
Spreco alimentare, Italia
Secondo il rapporto sullo spreco alimentare, in Italia nel 2024 il fenomeno è cresciuto del 45,6%: ogni settimana finiscono nel bidone della spazzatura 683,3 grammi di cibo pro capite, in aumento rispetto ad agosto 2023 quando erano 469,4 grammi. I cibi più sprecati risultano frutta fresca (27,1 grammi), verdure (24,6 grammi), pane fresco (24,1 grammi), insalate (22,3 grammi), cipolle/aglio/tuberi (20 grammi).
Le pratiche positive in tema di cibo in Italia si fondano sulla valorizzazione della preparazione dei pasti. La cucina, insomma: il 44% degli italiani dedica una “moderata” attenzione alla cucina e il 42% la considera una vera passione. L’impegno in cucina si traduce in comportamenti anti-spreco concreti: il 59% degli intervistati consuma cibo prossimo alla scadenza e il 55% ricorre al congelamento per prolungarne la durata. Il 43% degli italiani fa la lista della spesa.
Ma la presenza di questi fattori positivi non implica assenza di criticità. Il rapporto sullo spreco alimentare evidenzia, oltre all’aumento in “peso” dello spreco alimentare, che solo il 23% degli intervistati pianifica i pasti settimanalmente, mentre il 37% dimentica il cibo fino al deterioramento. Solo il 29% utilizza ricette creative per riutilizzare gli avanzi e l’11% dona il cibo cucinato in eccesso.
Offerte promozionali, scorte alimentari e scarsa qualità del cibo
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida è intervenuto sul tema indicando che le offerte promozionali sarebbero fra le principali colpevoli dello spreco alimentare “inducendo le persone ad acquistare più del necessario”.
Ha detto Lollobrigida: «Tra gli spunti di riflessione è interessante costatare come le offerte promozionali siano spesso collegate a un maggiore spreco alimentare, inducendo le persone ad acquistare più del necessario. Al contrario gli accordi tra i diversi soggetti della filiera, un più facile accesso a mercati e negozi di vicinato, indicazioni più chiare in etichetta sono alcuni dei fattori che possono contribuire in modo efficace a rendere più efficiente la gestione degli alimenti» (Fonte: La Repubblica).
Lollobrigida ha poi ricordato l’importanza delle iniziative di educazione alimentare soprattutto rivolte ai giovani.
Non sono parole che passano inosservate. Non è così almeno per Federconsumatori, che ricorda come spesso le famiglie siano costrette a comprare in promozione e fare scorte per i rincari che pesano sull’alimentazione.
Per Federconsumatori si tratta dunque di «una lettura a dir poco semplicistica, che mette sul banco degli imputati chi, in molti casi, non può permettersi spese di qualità e, proprio grazie alle offerte incriminate, riesce a portare in tavola un pasto. Il nodo centrale della questione è, piuttosto, capire perché molte famiglie sono costrette a scelte al ribasso sul piano della qualità. La tendenza a fare scorta di prodotti a basso costo, infatti, è indotta in molti casi dall’aumento indiscriminato dei prezzi e dai comportamenti speculativi a cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Su questi bisognerebbe puntare l’attenzione, ferma restando l’importanza, che condividiamo con il Ministro, delle iniziative di sensibilizzazione e di educazione alimentare, specialmente rivolte soprattutto ai giovani».
Alcuni elementi che portano allo spreco fanno riferimento alla scarsa qualità dei prodotti acquistati. Per oltre quatto consumatori su dieci, lo spreco è legato al fatto di dover butta via frutta e verdura conservata nelle celle frigo perché una volta portata a casa va subito a male; il il 37% sostiene di buttare via gli alimenti perché i cibi venduti sono già vecchi.
«In Italia l’incremento dello spreco alimentare a livello domestico è preoccupante – ha detto Andrea Segrè Direttore scientifico Waste Watcher International – Campagna Spreco Zero, Università di Bologna – Non solo per l’aumento percentuale rispetto all’analoga rilevazione di WWI del 2023, ma soprattutto dalle cause che lo hanno determinato, come un abbassamento della qualità dei prodotti acquistati. Gli italiani hanno ancora poca consapevolezza di come fruire al meglio gli alimenti disponibili, dalla conservazione alla pianificazione degli acquisti, dimostrando ancora una volta la necessità di intervenire a livello istituzionale sull’educazione alimentare» (Fonte: Confcommercio).

bravi che avete indicato la SCARSA QUALLITA’ di frutta e verdura, è VERISSIMO che dopo un paio di gg molti alimenti sono marci o molto deteriorarti, senza contare quelli che APPARENTEMENTE ALL’ESTERNO sono perfetti ma dentro……