Povertà alimentare, ActionAid lancia il rapporto “La fame non raccontata”

Povertà alimentare, ActionAid lancia il rapporto “La fame non raccontata”

Cade durante la pandemia da Covid-19 la prima giornata internazionale della consapevolezza sullo spreco alimentare di oggi, l’International Day of Awareness of Food Loss and Waste, istituita dalla FAO. Arriva in un contesto di generale fragilità nel quale, da più parti, arriva l’invito a ripensare il legame con l’ambiente e con il pianeta. Non è un caso dunque che l’invito della Giornata sia quello di fermare lo spreco e le perdite di cibo e di farlo per le persone e per il pianeta.

 

 

 

Il cibo e la necessità di fermare lo spreco alimentare

La prima giornata della consapevolezza sullo spreco alimentare, si legge sul sito dedicato, arriva «durante la pandemia globale COVID-19, che ha portato a un risveglio globale sulla necessità di trasformare e riequilibrare il modo in cui il nostro cibo viene prodotto e consumato».

A livello globale, circa il 14% del cibo prodotto si perde fra la raccolta e la vendita al dettaglio e quantità significative di alimenti vengono sprecati anche a livello di consumo.

«Ridurre le perdite e gli sprechi alimentari è essenziale in un mondo in cui il numero di persone colpite dalla fame è aumentato lentamente dal 2014 e tonnellate e tonnellate di cibo commestibile vengono perse o sprecate ogni giorno».

Lo spreco di cibo genera inoltre una inutile pressione sull’ambiente e stressa le risorse naturali disponibili, portandole a esaurimento e alimentando gas a effetto serra.

Spreco di cibo, problema etico e ambientale

Lo spreco di cibo e la necessità di ridurlo sono oggetto di attenzione da tempo, anche nell’ottica di uno Sviluppo sostenibile che fatica a decollare. A livello di consumo sono numerose le stime che cercano di tradurre in cifre la quantità di cibo che nelle case finisce dal frigorifero al bidone della spazzatura senza passare sulla tavola.

I consumatori italiani sembrano diventati negli anni più consapevoli del problema e più sensibili alla necessità di porvi rimedio. Questo almeno quanto raccontano diverse stime, fra qui quella di Coldiretti/Ixè diffusa proprio in occasione di questa giornata. Più di un italiano su due, il 54%, avrebbe diminuito o annullato gli sprechi alimentari adottando diverse strategie, dice Coldiretti, che vanno dal ritorno alla cucina degli “avanzi” alla maggiore attenzione verso la data di scadenza e l’acquisto di prodotti freschi.

«Nonostante la situazione comunque preoccupante si registrano – dice Coldiretti – dati positivi sul piano della riduzione dello spreco alimentare, incoraggiati anche dall’emergenza coronavirus che costringendo gli italiani nelle case, tra lockdown e smart working, ha fatto anche emergere una maggiore consapevolezza sul valore del cibo con più tempo in cucina, il ritorno del fai da te, la riscoperta dei piatti con gli avanzi e la preparazione delle conserve».

Naturalmente lo spreco di cibo rappresenta un problema etico, sociale, ambientale, economico. Secondo le stime di Coldiretti, «lo spreco alimentare nelle case degli italiani ammonta comunque a circa 36 kg all’anno pro capite e cresce durante l’estate con l’aumento delle temperature che rendono più difficile la conservazione dei cibi.  Tra gli alimenti più colpiti svettano infatti verdura e frutta fresca, seguite da pane fresco, cipolle e aglio, latte e yogurt, formaggi, salse e sughi».

 

spreco cibo
Spreco alimentare

 

Spreco di cibo in casa, strategie per arginarlo

Quale strategie per contenere lo spreco alimentare? Le soluzioni a disposizione sono diverse e rimandano a una gestione più oculata del cibo, della spesa e della sua conservazione.

La strategia più diffusa, indicata dal 74% degli intervistati, è quella di una spesa più oculata fatta comprando solo quello che serve. Nel 38% dei casi, dice Coldiretti, si usa quello che avanza per il pasto successivo. In un caso su quattro (25%) si cerca di fare più attenzione alla scadenza dei prodotti oppure si riducono le quantità acquistate (24%). Questo significa evitare di riempire il carrello della spesa con cibo in eccesso  che rischia di rovinarsi direttamente in frigo o in dispensa. Per Coldiretti però ogni famiglia continua a gettare via cibo per un valore di poco inferiore ai cinque euro a settimana.


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