“Ogni anno, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre 420.000 persone muoiono prematuramente per cause legate all’inquinamento atmosferico e si stima una riduzione dell’aspettativa di vita fino a 24 mesi nelle aree più inquinate”. E’ quanto scrivono le associazioni ambientaliste in una lettera inviata oggi al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini e al Ministro della Salute Renato Balduzzi, in vista della riunione dell’ Informal Council of European Union’s (EU) Environment Ministers su “Qualità dell’aria e dell’ambiente urbano”, che si terrà a Dublino il prossimo 22 aprile. 
Le associazioni puntano il dito contro l’inquinamento atmosferico che rappresenta uno dei problemi ambientali più rilevanti, non solo per le aree urbane ma anche per le zone a ridosso di grandi complessi industriali o altre attività particolarmente inquinanti. Ma le città sono le zone più critiche. Secondo il dossier Mal’ aria  di città 2013 di Legambiente, lo scorso anno ben 52 capoluoghi di provincia hanno superato il bonus di 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo stabilito dalla legge per le polveri fini (PM10). Situazione particolarmente grave evidenziata anche dal Rapporto OCSE del marzo 2013, che segnala che oltre il 50% delle città europee più inquinate si trova nel nostro Paese, con situazioni critiche soprattutto nella Pianura Padana.
Gli interventi e le azioni volte a ridurre e contrastare l’inquinamento dell’aria sono richieste dalla grande maggioranza dei cittadini. In Italia la popolazione risulta essere la più preoccupata dall’impatto dell’inquinamento atmosferico, e per l’87% degli intervistati le autorità pubbliche non stanno facendo abbastanza per il miglioramento della qualità dell’aria nel nostro paese.
“Ogni ulteriore ritardo nelle politiche di riduzione dell’inquinamento atmosferico è ingiustificato e inaccettabile – scrivono le associazioni nella lettera, confidando in un impegno del Ministro dell’Ambiente nel prossimo incontro del 22 aprile a Dublino e nei mesi a seguire. La lettera a Clini si chiude con le tre richieste condivise da oltre 60 associazioni ambientaliste europee in cui si chiede l’implementazione e il rafforzamento delle attuali norme europee sulla qualità dell’aria prevedendo misure più severe e limiti più stringenti sulla base delle più recenti raccomandazioni fornite dall’OMS; l’adozione di significativi impegni di riduzione delle emissioni nell’ambito della revisione della direttiva NEC, in particolare fissando limiti di emissione più stringenti e aumentando il numero di sostanze inquinanti a cui la direttiva si riferisce, aggiungendo anche il PM2,5 per il raggiungimento di “livelli di qualità dell’aria che non causino rischi per la salute umana e per l’ambiente” (Long-term obiective of the 6th EU Environment Action Programme); l’adozione di una normativa di settore che punti alla netta riduzione delle emissioni da tutte le fonti principali: trasporti (stradali, non stradali e navali), agricoltura e uso di solventi.


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