Ridisegnare la fiscalità in chiave ambientale cancellando rendite e privilegi contro l’ambiente e definendo nuove regole di tassazione più trasparenti e chiare per cave, acque minerali, concessioni balneari, rifiuti, consumo di suolo, trivellazioni di petrolio e gas. Il tutto senza creare debito pubblico nè nuove tasse. È questa la ricetta e la sfida che Legambiente lancia oggi al Governo presentando le sue 15 proposte per la legge di Bilancio 2017. Si tratta di 15 interventi chiari fattibili e nell’interesse generale, che riguardano l’economia circolare e i beni comuni, la riqualificazione edilizia e la manutenzione del territorio, il clima e la mobilità sostenibile. Interventi che premiano gli investimenti in innovazione e permettono di reperire le risorse per ridurre il costo del lavoro.

“Ma per realizzarli è indispensabile che il Governo abbia il coraggio di cancellare rendite e privilegi, non più ammissibili, di cui beneficiano coloro che gestiscono cave, acque di sorgente, concessioni balneari, estrazioni di petrolio e gas”, ammoniscono dall’associazione. L’eliminazione di questi privilegi consentirebbe, infatti, di generare quasi 2 miliardi di euro ogni anno, a partire dal 2017.

Tra le sue 15 proposte presentate, Legambiente propone, ad esempio, di fissare un canone minimo in tutta Italia per l’attività estrattiva, di eliminare tutte le esenzioni dalle royalties sulle trivellazioni, di penalizzare lo smaltimento in discarica per favorire il riciclo, di adeguare i canoni per le concessioni balneari e quelli per il prelievo di acque minerali. Ed ancora di rimodulare le accise sui prodotti sulla base di criteri ambientali, di ridefinire le politiche per il settore dell’autotrasporto cancellando i sussidi in vigore.

Queste proposte”, dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente, “dimostrano che vi sono settori in Italia dove, con adeguate politiche, si può tornare a creare lavoro e opportunità”. “Per questo”, continua la Muroni, “chiediamo a Parlamento e Governo di avere il coraggio di andare in questa direzione, rilanciando ad esempio gli investimenti relativi al recupero urbano delle periferie e delle rinnovabili, e approvando una finanziaria green in grado di rilanciare davvero l’Italia”.

Come ha evidenziato uno studio della Commissione Europea, l’economia italiana potrà crescere di oltre il 23% puntando su innovazione, istruzione e detassazione del lavoro.

Qualcuno penserà che sia un attacco alle imprese chiedere un adeguamento dei canoni in settori con pochissima trasparenza e rilevanti impatti ambientali”, afferma Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, ”Chi può lamentarsi se i canoni per il prelievo di acque minerali, passano da una media incredibile di 0,1 centesimi pagati per litro a 2 centesimi, quando il prezzo medio di vendita è 30 centesimi nella grande distribuzione? Stessi ragionamenti valgono per le cave, gli stabilimenti balneari, lo smaltimento dei rifiuti, le royalties per le estrazioni di petrolio e gas, per questo proponiamo canoni uguali ad altri Paesi europei”.

Secondo l’associazione ambientalista, quindi, il bilancio dello Stato e la fiscalità in materia ambientale hanno bisogno, oggi più che mai, di trasparenza e di chiarezza sugli obiettivi che si vogliono perseguire.


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