“C’è un futuro che è già presente e che aiuterà l’Italia a diventare sempre più verde, innovativa e inclusiva. È quello della transizione ecologica che si sta concretizzando già in molti territori della Penisola, e dove in alcuni casi è già realtà”: questo il messaggio lanciato da Legambiente, che ha mappato 112 cantieri della transizione ecologica made in Italy, da maggio a fine novembre, con la sua campagna itinerante “I cantieri della transizione ecologica.

112 storie e progetti, suddivisi in 10 aree tematiche – rivoluzione energetica, adattamento alla crisi climatica, agroecologia, rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, riconversione industriale, economia circolare, lotta alle illegalità, aree protette e biodiversità, giovani e università -, che per Legambiente meritano di essere replicati, a partire dai quei primi venti cantieri che l’associazione ambientalista ha raggruppato sotto la voce “cantieri nazionali”.

Il report finale è stato presentato oggi da Legambiente, in apertura del suo XII Congresso nazionale dal titolo “L’Italia in cantiere”.

Cantieri della transizione ecologica, le regioni virtuose e le sfide

Secondo l’indagine di Legambiente, la Sicilia (con 12 cantieri), la Lombardia (10) e l’Emilia-Romagna (9) risultano le regioni con più cantieri mappati da Legambiente.

“Il Sud Italia che sta dimostrando di essere una importante culla di innovazione, candidandosi a diventare l’hub delle rinnovabili: dal primo parco eolico off-shore del Mediterraneo inaugurato a Taranto ad aprile 2022 al futuro impianto di Catania, per passare alla Campania, dove l’eolico con i suoi impianti è una delle rinnovabili più diffuse. In termini economici, l’economia verde che conta, secondo i dati di Fondazione Symbola e Unioncamere, già 3,2 milioni di posti di lavoro”.

 

I cantieri della transizione ecologica
La mappa de cantieri (fonte Legambiente)

 

Per l’associazione ambientalista, la grande sfida che deve affrontare il Paese è “accelerare il passo della transizione ecologica e della cantieristica nei dieci settori chiave (rivoluzione energetica, adattamento alla crisi climatica, agroecologia, rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, riconversione industriale, economia circolare, lotta alle illegalità, aree protette e biodiversità, giovani e università), diventando un modello internazionale”.

Una sfida e un appello che rivolge al Governo Meloni.

“Quello che chiediamo al Governo Meloni – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente – è più concretezza e azioni tangibili per accelerare la decarbonizzazione dell’Italia. La Cop28 sul clima che è appena iniziata a Dubai sarà il primo banco di prova per il nostro Paese, che deve ancora eliminare i sussidi alle fonti fossili e si trova sempre impreparato di fronte alla crisi climatica. Due temi su cui l’Esecutivo deve invertire al più presto la rotta”.

Sono tre, dunque, i pilastri su cui lavorare, secondo l’associazione: 1) snellire i processi autorizzativi delle varie filiere a partire dalle rinnovabili; 2) accelerare la riconversione ecologica del tessuto produttivo, che può garantire milioni di nuovi posti di lavoro, l’apertura di nuovi impianti produttivi o la riconversione di quelli già esistenti. 3) promuovere una nuova stagione di partecipazione e controlli ambientali per prevenire le contestazioni territoriali e i rischi di infiltrazione criminale negli appalti pubblici.


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