Mal’aria 2022, allerta smog. Legambiente: codice rosso per Torino, Milano, Padova

Mal’aria 2022, allerta smog. Legambiente: codice rosso per Torino, Milano, Padova (Fonte immagine: Pixabay)

In Italia l’emergenza smog è sempre più cronica. In questi primi dieci mesi del 2022 suona già il primo campanello d’allarme per inquinamento atmosferico, con livelli degli inquinanti off-limits, traffico congestionato e misure antismog insufficienti; una situazione di “malessere generale” che rischia di peggiorare con l’avvio della stagione autunnale-invernale. È quanto emerge in sintesi dal dossier: “Mal’aria 2022 edizione autunnale. Verso città mobilità emissioni zero” di Legambiente.

Il Dossier, realizzato nell’ambito della campagna Clean Cities, fa il punto, da inizio anno ai primi di ottobre 2022, sulla qualità dell’aria di 13 città italiane al centro della campagna, mettendo a fuoco anche il tema delle politiche sulle mobilità urbana.

Mal’aria 2022, il punto della situazione sull’inquinamento atmosferico

Per quanto riguarda il PM10, la soglia di 35 giorni da non superare – con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo – è stata ampiamente superata con almeno una delle centraline, in 3 delle 13 città analizzate, spiega Legambiente.

Sono già in codice rosso Torino, Milano e Padova, che si trovano fuori dai limiti di legge, rispettivamente con 69, 54 e 47 giornate di sforamento. Codice giallo, invece, per Parma (25), Bergamo (23), Roma (23) e Bologna (17), che hanno già consumato la metà dei giorni di sforamento. A seguire, le città di Palermo e Prato (15), Catania e Perugia (11) e Firenze (10) che sono già in doppia cifra.

Inoltre, nessuna delle 13 città monitorate nell’ambito della campagna Clean Cities rispetta i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), sia per quanto riguarda il PM10 (15 microgrammi/metro cubo) che per il PM2.5 (5 microgrammi/metro cubo) e l’NO2 (10 microgrammi/metro cubo). Il PM10 ha una media annuale, eccedente il valore OMS, che oscilla dal +36% di Perugia, passando per città come Bari (+53%) e Catania (+75%), fino ad arrivare al +121% di Torino e +122% di Milano. Situazione ancora più critica per quanto riguarda il PM2.5, dove lo scostamento dai valori OMS oscilla tra il +123% di Roma al +300% di Milano. Male anche per l’NO2: l’eccedenza dei valori medi registrati rispetto al limite dell’OMS varia tra il +97% di Parma fino al +257% di Milano.

“Un quadro, in sintesi, davvero preoccupante, visto che – ribadisce Legambiente – è sugli standard dell’OMS che andrà a adeguarsi la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria – in corso di revisione entro l’anno – rendendo l’Italia suscettibile a nuove procedure d’infrazione e multe miliardarie (da aggiungersi alle precedenti tre)”.

L’impatto dell’inquinamento sulla salute

Da non trascurare anche l’impatto sulla salute – ricorda l’associazione ambientalista: l’inquinamento atmosferico miete più vittime in Italia che nel resto del continente europeo. Secondo le ultime stime dell’EEA (Agenzia europea ambiente), il 17% dei morti per inquinamento in Europa è infatti italiano (uno su 6).

 

mal'aria 2022

 

Per diminuire gli impatti sulla salute, e sull’ambiente, l’Europa ha fissato gli obiettivi per la neutralità climatica entro il 2050 (il Piano d’azione “Verso Emissioni Zero”), con la proposta intermedia di ridurre le emissioni di gas serra del 55% (rispetto al 2005) entro il 2030. Secondo l’associazione ambientalista, per liberare le città dallo smog “occorre potenziare servizi e mezzi green alternativi alle auto private e implementare trasporti e zone a basse emissioni. l’Italia deve accelerare il percorso di decarbonizzazione dei trasporti urbani, che rappresentano la principale causa d’inquinamento nelle nostre città. Fondamentale sarà, dunque, l’integrazione tra le strategie europee, nazionali e regionali”.

“È stato un errore allentare le misure antinquinamento negli anni della pandemia. La ripartenza si preannuncia peggiore – commenta Andrea Poggio, responsabile Mobilità di Legambiente. Tornano finalmente, in alcune città, i limiti alla circolazione per i veicoli più inquinanti, come i diesel Euro4, o, a Milano, gli Euro5. Ma la sfida per le città italiane sarà l’incremento dell’offerta di servizi di trasporto pubblico e di mobilità condivisa elettrica per tutti, anche per chi abita in periferia. In Italia abbiamo più auto che patenti, con un quarto delle metropolitane, dei tram e dei bus elettrici d’Europa. Colmare questo divario sarà il compito delle 9 città italiane che aderiscono all’obiettivo ‘Carbon Neutral’ al 2030, condiviso con 100 città europee: Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Bergamo, Padova, Parma, Prato”.

Mal’aria 2022, focus sulle politiche di mobilità

Infine, il report Mal’aria 2022 – edizione autunnale contiene anche un focus su ZTL, LEZ, offerta del trasporto rapido di massa e sugli investimenti nel settore previsti dal PNRR. In particolare, sono state analizzate 15 città italiane: Roma, Torino, Milano, Bergamo, Padova, Bologna, Parma, Genova, Firenze, Prato, Napoli, Pescara, Bari, Cagliari e Catania.

Quello che emerge, in sintesi, è che l’offerta del trasporto rapido di massa (treni, metropolitane, tramvie, filovie) rasenta la sufficienza nella maggioranza dei casi. Spesso insufficienti, per estensione ed efficacia, anche le misure di limitazioni al traffico e alla circolazione dei veicoli inquinanti.

Per ridurre le emissioni inquinanti o climalteranti, Legambiente propone i seguenti strumenti:

– la riduzione dei limiti velocità nelle autostrade da 130 a 100 km/h. “Una misura immediata che consentirebbe la riduzione sia delle emissioni di CO2 del 20% sia del NO2 del 40%”, spiega l’associazione ambientalista.

– il potenziamento dell’offerta di mobilità pubblica, anche e soprattutto del Trasporto Rapido di Massa. Per colmare il divario con il resto d’Europa, occorrono altri 200 km di metropolitane (o ferrovie urbane), 400 km di tram e altrettanti di filovie;

trasporto pubblico, condiviso e completamente elettrico; il potenziamento dei servizi di sharing mobility in tutte le aree metropolitane e nelle città con oltre 30.000 abitanti e servizi a chiamata per i comuni più piccoli; la diffusione delle nuove tecnologie digitali (dalla prenotazione elettronica ai primi di progetti di Mobility a as Service);

l’implementazione delle Ztl (Zone a traffico limitato), ma soprattutto di Lez (Low emission zone) e Zez (Zero emission zone), seguendo il modello di Londra, Amsterdam, Parigi, Bruxelles o Anversa. 


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