OSSERVATORIO. La tariffa bioaria è davvero conveniente?
È entrata in vigore il primo luglio la nuova tariffa bioraria. Per ora saranno solo 4 milioni di italiani a beneficiarne ma a scaglioni, tutti arriveremo ad averla. È tutta una questione di tempo e di contatore, infatti coloro che già possiedono un contatore elettronico e una tariffa di Maggior Tutela passeranno direttamente alla bioraria; gli altri invece dovranno cambiare il contatore. Coloro i quali infine, hanno una tariffa aderente al Libero Mercato, per ora sono esenti da questi cambiamenti, fino a quando anche questi distributori passeranno totalmente alla bioraria. Su internet è possibile confrontare i costi dell’energia elettrica per avere le idee più chiare e comprendere meglio le logiche di consumo in relazione a ogni operatore.
La modifica sulle politiche di consumo risponde a una logica di tutela dell’ambiente e di abbattimento degli sprechi, a cui si accosta un più impattante decisionismo verso l’economia green, una risorsa che continua ad essere – in gran parte – soltanto potenziale e che non è stata sufficientemente sospinta dalle politiche ambientali e produttive. Nel frattempo, dunque, lo Stato sceglie di intervenire sulle abitudini degli italiani, in attesa di un riscontro che ne approvi o ne sconfessi la riuscita.
Le nuove tariffe entrate in vigore potrebbero portare ad un aumento sostanziale delle bollette, che oscilla tra il 5% e il 7% sul totale che il consumatore dovrà pagare. Questo perché la tariffa bioraria risulta conveniente solo per alcune fasce di consumo. Partiamo dal principio. Le tariffe biorarie prevedono dei prezzi superiori per l’erogazione dell’energia elettrica dalle ore 8 del mattino alle 19 dei giorni feriali e più bassi la sera e nei week end.
Chi risparmia davvero sulle bollette?
Supermoney ha condotto un’analisi a partire dai dati di consumo energetico degli italiani così come sono presentati sul sito dell’AEEG ( Autorità Garante per l’Energia ): una famiglia media di quattro persone consuma circa 3.500 kWh, di cui 400 per il forno elettrico, 300 per la lavastoviglie, 400 per il congelatore, 200 per la lavatrice, e almeno 240 per il condizionatore (da considerare però che nella stagione estiva l’uso del condizionatore è più alto).
Sono stati presi in considerazione due casi studio: la famiglia tipo e i single professionisti/le coppie senza figli. L’ipotesi generale di partenza per la famiglia tipo è quella di un uso di circa il 70% dell’energia nella fascia ‘alta’ e il 30% la sera ed il weekend; se la famiglia in questione adotta un comportanento accorto (ad esempio usando sempre la sera la lavatrice e la lavastoviglie) può arrivare a consumare il 60% di energia nella fascia alta e il 40% durante la sera e nei weekend. Di certo però non è possibile cucinare sempre dopo la mezzanotte o ad esempio stirare sempre dopo cena.
I risultati dell’analisi evidenziano come le famiglie che cercheranno di adeguarsi alla bioraria (senza stravolgere le proprie abitudini) spenderanno circa 20-30 euro in più (tra il 4% ed il 5% della spesa totale); le famiglie che non se ne preoccuperanno spenderanno in più circa 40 euro l’anno (tra il 6% ed il 7% della spesa totale); i giovani professionisti, ma anche le coppie senza figli che svolgono un lavoro a tempo pieno, invece utilizzano l’energia elettrica solo nelle fasce orarie stabilite, sforandole raramente. In questo caso effettivamente le tariffe biorarie possono portare un risparmio concreto, anche fino a 15 euro sulla bolletta.
Questo significa che le tariffe biorarie porteranno reali benefici solo a coloro che vivono gran parte della loro giornata fuori casa e che per trarre un reale beneficio dalle tariffe biorarie bisogna praticamente non utilizzare gli elettrodomestici durante il giorno: vale a dire cambiare radicalmente le proprie abitudini di consumo.

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