PFAS nelle acque: in Veneto è stato di emergenza. Greenpeace: si agisca subito
In Veneto è stato di emergenza. Lo ha dichiarato il Consiglio dei ministri ha dichiarato valutando lo stato di contaminazione da Pfas delle acque della Regione, in particolare nelle province di Vicenza, Padova e Verona. Le sostanze perfluoroalchiliche sono usate come impermeabilizzanti per tessuti e pentole e il sospetto è che siano cancerogene.
Un’indagine condotta da GreenPeace e pubblicata a settembre dello scorso anno evidenziava la potenziale esposizione di 800 mila cittadini veneti ai rischi della contaminazione da PFAS che risultavano presenti in livelli altissimi. I campioni di acqua potabile analizzati provenivano da diciotto scuole primarie e sette fontane pubbliche nelle province di Vicenza, Verona, Padova e Rovigo. In più della metà dei campioni erano stati superati i valori di PFAS ritenuti sicuri per la salute in altri paesi.
Questo dato è ancora più grave visto che gran parte dei superamenti riguarda le scuole: i bambini, come è noto, sono tra i soggetti più a rischio. risultati hanno evidenziato, seppur in concentrazioni diverse, la presenza di PFAS in tutti i campioni analizzati, incluse Padova, Verona, Vicenza e alcuni comuni della Provincia di Rovigo, oltre ai comuni della zona rossa per i quali la contaminazione è già nota.
“Dico che il tempo è galantuomo”, dichiara il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, “Ricordo che quando ho fatto la richiesta dello stato di emergenza per i Pfas a settembre dello scorso anno, sono stato attaccato da mezzo mondo, dicendo che erano pure fantasie quelle di pensare ad un commissario e che il governo non l’avrebbe mai concesso. Vedo invece che ora la proposta che ho fatto è stata accolta, anche se ai tempi supplementari, da un governo che in pratica non esiste più. Peccato, perché così si sono persi un sacco di mesi”.
“Da anni lavoriamo per la risoluzione del problema Pfas, anche a fianco del governo e alle varie strutture competenti, tra cui i ministeri dell’Ambiente e della Salute e il Dipartimento nazionale di Protezione civile. Ora che da parte governativa siamo arrivati all’attivazione dello stato di emergenza con poteri che implicano la gestione della situazione in forma commissariale, obiettivo per il quale avevamo da tempo attivato con il presidente Zaia le procedure formali di richiesta, abbiamo assieme davanti il grande impegno di dare una soluzione definitiva alla questione”. Questo il primo commento dell’assessore regionale Gianpaolo Bottacin.
Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia, ha dichiarato: “Dopo diversi anni di sottovalutazione del problema, con la dichiarazione dello stato di emergenza chiesto dalla Regione Veneto si prende finalmente atto della gravità della situazione. Questo cambio di rotta è ovviamente finalizzato alla realizzazione di costosi nuovi acquedotti, necessari a garantire acqua potabile sicura ai cittadini. Tuttavia, se il Commissario non interverrà subito sulle fonti inquinanti, spingendo anche la Regione a completarne il censimento, è sin troppo facile prevedere che molti altri soldi pubblici dovranno essere spesi in futuro per fronteggiare l’emergenza mentre la popolazione veneta rimarrà esposta ai PFAS anche nei decenni a venire”.