Ha fatto discutere molto l’indagine condotta da Altroconsumo sulla sicurezza delle mense scolastiche, che ha portato alla scoperta di un pesticida, vietato in Europa, nel pane somministrato da due scuole di Genova. Ma le mense scolastiche genovesi non sono nuove a questo tipo di scandali. L’anno scorso Confconsumatori di Genova aveva sollevato il caso delle mozzarelle blu comparse in alcune mense scolastiche della città (e non solo). E allora Confconsumatori si chiede: "Dove sono le falle nelle maglie dei controlli?"

Secondo l’Associazioni dei consumatori a determinare l’inefficienza della prevenzione è la prassi dell’autocontrollo da parte delle società appaltate per il servizio mense; mentre i soggetti pubblici svolgono controlli sporadici a campione, e spesso solo su segnalazione. "Con questa logica – denuncia Confconsumatori – avallata persino da alcune disposizioni di legge, si otterrebbero risultati positivi solo in un mondo da sogno in cui operano solo fornitori integerrimi, con controlli sistematici in grado di prevenire i casi gravi". Se ci si abitua all’idea che il rischio zero non esiste, in futuro ci sarà spazio per maggiori inefficienze, inettitudini, frodi alimentari e truffe.

C’è un altro problema che è quello della mancanza di informazione e trasparenza. Nel caso delle mozzarelle blu trovate l’anno scorso ad Albaro, Confconsumatori aveva chiesto che ci fosse almeno ad una procedura di informazione tempestiva e completa alle famiglie, attraverso la ASL. Se non si predispongono canali di raccolta di informazioni, l’inefficienza aumenta, a danno della salute dei cittadini. Dunque oltre a controlli successivi e sequestri di derrate non sicure, occorre fare prevenzione. La trasparenza delle filiere alimentari è sempre più necessaria: smaschera chi avvelena il nostro cibo, a scuola come a casa.

Qualche anno fa Confconsumatori aveva cercato di seguire la vicenda di una nave attraccata in Puglia, carica di grano estero contenente principi tossici: l’Associazione è arrivata fino nei meandri dei tribunali, ma durante le indagini si sarebbero perse le tracce del carico. E quel grano avvelenato dove sarà finito? Confconsumatori chiede un cambio di rotta, prima che sia troppo tardi ed a pagarne le conseguenze


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