Fa discutere, e non poco, la manovra varata dal governo Monti. Fra i punti più controversi c’è il blocco dell’adeguamento delle pensioni all’inflazione e l’aumento dell’Iva “a copertura della clausola di salvaguardia e da attuare solo nel caso in cui sia necessario”, afferma la nota di Palazzo Chigi. Un provvedimento, quest’ultimo, che secondo Casper- Comitato contro le speculazioni e per il risparmio, si risolverebbe in una stangata annua di 675 euro per una famiglia di tre persone, pari a 418 euro derivanti dall’aumento dell’Iva al 23% e ad ulteriori 257 euro derivanti dall’aumento dell’Iva al 12%, senza contare gli effetti indiretti e quelli derivanti da arrotondamenti al rialzo.
Ci sono “luci ed ombre nella manovra economica varata dal Governo” secondo Casper. “Non condividiamo la scelta di Monti di non aumentare le aliquote Irpef delle persone ricche, per non colpire i soliti noti, e poi tassare i soliti noti poveri pensionati, che non sono certo evasori e che dal 2002 ad oggi hanno avuto una pensione praticamente dimezzata dall’inflazione reale. Da anni – proseguono le associazioni di Casper Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori – denunciamo la necessità di un paniere Istat ad hoc per i pensionati, visto che hanno consumi differenti dalla media delle famiglie italiane e che, per il periodo dal 2002 al 2008, hanno avuto un’inflazione da doppia a tripla rispetto a quella ufficiale Istat in base alla quale sono state rivalutate le loro pensioni”.
Il blocco delle pensioni e l’aumento dell’Iva rappresenteranno “una tenaglia che porterà i pensionati definitivamente alla canna del gas”, affermano le associazioni di Casper, che vedono però anche qualche luce: sono considerate positive le misure sui farmaci di fascia C, sugli orari dei negozi, la tracciabilità dei pagamenti, il prelievo sui capitali scudati, la tassa lusso su auto, barche ed aerei, il calo dei componenti delle Authority e il bollo sui titoli.
Più critica la posizione di Federconsumatori e Adusbef, per i quali il pacchetto di provvedimenti varati rappresenta “una manovra socialmente squilibrata e, per questo, economicamente depressiva”, secondo le parole dei due presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. “Troviamo sbagliato, in primo luogo,  il blocco dell’indicizzazione sulle pensioni, soprattutto in una fase come quella attuale, in cui si assiste ad una crescita fortissima dell’inflazione, che risulterà ulteriormente incrementata dal nuovo aumento dell’Iva. Giudichiamo del tutto insufficiente, poi, l’intervento sui capitali ‘scudati’ – proseguono le due associazioni – È irrisorio, infatti, l’aumento della tassazione dell’1,5%, sarebbe stato necessario portarla complessivamente almeno al 10%”. Viene considerato “inadeguato” il provvedimento sulla tracciabilità dei pagamenti oltre i 1000 euro, perché per Federconsumatori e Adusbef sarebbe stato necessario fissare la soglia massima ad almeno 300 euro. Bocciato l’aumento Iva e il ritorno dell’Ici, per la quale le due associazioni affermano: “Si sarebbe potuti tornare, almeno, alla prima operazione di abolizione dell’Ici sulla prima casa per le classi meno abbienti”.
Scendendo nel dettaglio, una stima dell’Adoc afferma che l’impatto della manovra sulle famiglie sarà pari a 2895 euro annue. Se poi si considerano anche gli aggravi di spesa derivanti dalla precedente manovra finanziaria messa in atto dal Governo Berlusconi, “le famiglie vedranno bruciate complessivamente  2 mensilità medie di stipendio”, afferma l’associazione. complessivamente, considerando le ricadute delle due manovre, per l’Adoc “alla fine del prossimo anno le famiglie avranno subito un aggravio di spesa totale di 3300 euro, l’equivalente di due mensilità medie, il 16% del reddito complessivo”.  Il costo medio del ritorno dell’Ici è stimato dall’associazione in 1680 euro l’anno sul reddito delle famiglie, equivalente all’8% del reddito familiare medio di una famiglia del Sud e al 4% del reddito annuo di una famiglia del Centro-Nord. “Altro che tredicesima, le famiglie potranno contare solo su undici mensilità”, ha detto il presidente dell’associazione Carlo Pileri.
Di “luci e ombre” parla anche Cittadinanzattiva, per la quale “c’è ancora spazio per una patrimoniale”. Commenta il vicesegretario generale dell’associazione Antonio Gaudioso: “La scelta di adottare per tutte le pensioni il sistema contributivo è un segnale di attenzione all’equità del sistema, e alla sua reale sostenibilità. Così come reputiamo apprezzabile la scelta di non intervenire nel settore sanitario con l’introduzione di nuovi ticket di cui si era invece parlato, e di rifinanziare il trasporto pubblico locale. Accanto a questo il Governo ha però perso una occasione, decidendo di non introdurre la patrimoniale, che avrebbe invece rappresentato un ulteriore segnale di equità”.Sono invece considerati “segnali importanti” le misure per la liberalizzazione e regolazione dei servizi pubblici e l’introduzione dell’Autorità per i trasporti.
Luigi Bordoni, presidente di Centromarca, esprime apprezzamento per la manovra economica messa a punto dall’Esecutivo guidato da Mario Monti. “L’intervento sul sistema pensionistico è un fatto importante, insieme alla deducibilità integrale dell’Irap e alle agevolazioni fiscali per gli utili reinvestiti – commenta – Ora serve l’avvio di una nuova fase, di azioni più incisive nella lotta all’evasione, nella revisione della spesa pubblica e ulteriori interventi per portare la concorrenza dove non è presente”. Su un punto, però, Centromarca manifesta le sue preoccupazioni: “Ci aspettiamo decisi interventi a sostegno dei consumi – aggiunge Bordoni – E su questa base riteniamo debba essere rivista l’ipotesi di un nuovo aumento dell’Iva, prospettato per la seconda metà del 2012. Il provvedimento penalizzerebbe ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie, già sottoposte a una pressione fiscale elevatissima ed avrebbe un effetto depressivo sulla crescita”.
Sul fronte ambientale, una valutazione a “luci e ombre” sembra anche quella di Legambiente. “Da un governo di tecnici ci saremmo aspettati molto più spirito e capacità di innovazione e invece è come se la montagna avesse partorito un topolino – afferma  il presidente Legambiente Vittorio Cogliati Dezza in merito alle misure ambientali –  Alcune buone cose ci sono, come il mantenimento degli incentivi per le ristrutturazioni e il risparmio energetico, il trasferimento di fondi alle Regioni per il trasporto ferroviario pendolari e più tasse sulle auto di grossa cilindrata, ma niente di veramente innovativo. Anzi, se non fosse stato per il ministro Clini, probabilmente anche l’incentivo del 55% sarebbe stato cancellato. Ma soprattutto in questa manovra non c’è nulla per fare della risposta alla crisi climatica l’asse dell’innovazione, per fare della green economy il volano e il traino per recuperare occupazione e rilanciare il sistema produttivo italiano nell’economia globale”.
Nel campo delle liberalizzazioni, la decisione di aprire alla concorrenza la distribuzione al dettaglio dei farmaci di fascia C raccoglie la soddisfazione del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti. “In un momento di crisi economica drammatica per l’Italia – afferma il MNLF – non hanno più ragione di esistere protezioni corporative finalizzate unicamente a tutelare gli interessi di pochi a danno della maggioranza. I cittadini italiani possono stare tranquilli, la possibilità di trovare il farmaco con obbligo di ricetta anche fuori dalla farmacia non significa una diminuzione del livello di sicurezza, anche in questi esercizi la competenza e il controllo del farmacista non verrà meno. La maggiore concorrenza nel settore della distribuzione del farmaco porterà risparmi per i cittadini, maggiori investimenti e occupazione”.


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