Corruzione, serve intervento su lobby e conflitto d’interesse
L’Indice di Percezione della Corruzione 2019 (CPI) pubblicato Transparency International vede l’Italia al 51° posto nel mondo con un punteggio di 53 punti su 100
Bene o male, l’importante è che se ne parli. Mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema della corruzione è uno dei punti di partenza fondamentali per far emergere il fenomeno e combatterlo.
Lo ha ribadito con convinzione Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, commentando i dati dell’Indice di Percezione della Corruzione 2019 durante la conferenza stampa “(Dove) è finita la corruzione?” che si è svolta ieri presso la sede dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione.
La percezione della corruzione
Negli anni la corruzione è passata dall’essere al centro del dibattito politico all’uscirne, suscitando sempre meno attenzione anche da parte dei grandi media.
L’Indice di Percezione della Corruzione 2019 (CPI) pubblicato Transparency International vede l’Italia al 51° posto nel mondo con un punteggio di 53 punti su 100, migliore di un punto rispetto all’anno precedente. L’Italia pur segnando un lieve miglioramento, rallenta la sua scalata alla classifica globale della corruzione.
“Siamo lieti di vedere un ulteriore miglioramento” ha dichiarato Virginio Carnevali, “ma sinceramente speravamo in qualcosa di più. Il rallentamento è dovuto a diversi problemi che il nostro Paese si trascina da sempre senza riuscire a risolverli”.
In particolare, come dimostrano i recenti fatti di cronaca, da Foggia alle Madonie, da Reggio Calabria a Reggio Emilia, la criminalità organizzata ancora spadroneggia nel nostro Paese, preferendo spesso l’arma della corruzione che oggi ha assunto forme nuove, sempre più difficili da identificare e contrastare efficacemente.
I settori più colpiti
I settori più colpiti sono la Pubblica Amministrazione (306 casi), la sanità (104 casi) e la politica (71 casi), tutti cruciali per il buon funzionamento della nostra democrazia. Come del resto è importante sottolineare che ben il 27% dei casi registrati riguarda un appalto e quindi il denaro pubblico e la sua allocazione, evidentemente ancora troppo spesso sprecato a fronte dell’opportunità di finanziare opere necessarie a tutti i cittadini.
E quali sono i settori che registrano il maggior numero di casi legati agli appalti? Riguardano la Pubblica Amministrazione (116 casi) e sfortunatamente vanno a toccare due settori importanti per la vita di tutti noi, come la sanità (33 casi) e l’ambiente (19 casi).
Dopo la corruzione che resta il reato con il maggior numero di casi (270 casi), troviamo il peculato (139 casi) e l’abuso d’ufficio (87 casi), in linea con il settore più colpito, quello della pubblica amministrazione. Subito dopo la truffa (71 casi) e la turbativa d’asta (62 casi).
Aspetti da migliorare
“Bisogna intervenire in materia di lobby e di trasparenza, ormai diventato un tema decisivo, e sui conflitti di interesse” Ha precisato il presidente facente funzioni dell’Anac, Francesco Merloni. Per il presidente Carnevali, “dal punto di vista legislativo sulla corruzione l’Italia ha uno dei migliori apparati, una Autorità anticorruzione efficiente e un buon pacchetto di leggi. Anderebbe fatta però una regolamentazione delle lobby e la legge sul conflitto di interesse”.
Una richiesta che trova d’accordo anche il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “Siamo al lavoro per questo. Una legge sulle lobby e sul conflitto di interessi rappresenterebbe un passo avanti per un ordinamento del quale possiamo essere orgogliosi nel mondo”.