Cittadinanzattiva e Osservatorio malattie rare: il decreto tariffe entri in vigore il 1° aprile (Foto Pixabay)

Il Decreto tariffe, sui livelli essenziali di assistenza (Lea), è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale lo scorso agosto in attuazione del dpcm del 12 gennaio 2017. Il Decreto si pone l’obiettivo di aggiornare le tariffe delle prestazioni di specialistiche ambulatoriali e dell’assistenza al paziente in modo che siano erogate in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.

In gran parte doveva entrare in vigore il 1° gennaio 2024, poi c’è stato uno slittamento al 1° aprile. Nonostante le rassicurazioni avvenute qualche giorno fa, continuano a rincorrersi notizie di una nuova proroga dovuta all’abbassamento delle tariffe con cui alcune prestazioni saranno rimborsate alle strutture che le erogano. Una proroga inspiegabile ora, considerato che i problemi che vengono posti si riferiscono a un decreto che già sarebbe dovuto, in parte rilevante, andare in vigore dal 1° gennaio 2024.

Per questo Cittadinanzattiva,  Osservatorio Malattie Rare e altre 90 federazioni e associazioni di pazienti cronici e rari, con una lettera aperta, si rivolgono direttamente al ministro della Salute Orazio Schillaci.

“Si proceda all’entrata in vigore, prevista il primo aprile, del decreto per i Lea del 2017 affinché non sia mortificato il diritto alla salute dei cittadini”.

“Ci appelliamo a Lei – Signor Ministro – affinché il Decreto Tariffe, così come aggiornato a giugno, trovi concreta applicazione a partire dal 1° aprile. Nello stesso tempo, chiediamo che sia completata l’istituzione della Commissione Lea così da prevedere, attraverso un nuovo decreto, un percorso rapido che aggiorni continuativamente e ulteriormente i Lea e le rispettive tariffe, anche per consentire ai cittadini l’accesso a prestazioni ulteriori e lungamente attese” (Qui il testo completo).

Tra le prestazioni che rischiano il blocco, si legge nelle lettera aperta, ci sono le prestazioni di procreazione medicalmente assistita incluse nei LEA, quelle per la diagnosi o il monitoraggio della celiachia, gli screening neonatali per alcune patologie, gli ausili informatici e di comunicazione per persone con gravissime disabilità, i presidi di varia natura e a tecnologia avanzata per le disabilità motorie. Pur comprendendo le preoccupazioni rispetto alle tariffe, spiegano le associazioni, “riteniamo più urgente garantire ai cittadini, già duramente provati da lunghe liste di attesa e da profonde sperequazioni nel diritto alla salute, l’accesso a prestazioni che sarebbero dovute entrare in vigore già da sette anni, tra le quali ve ne sono alcune particolarmente innovative”.


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