Indagine sotto copertura di Essere Animali (Fonte immagine: Essere Animali)

L’associazione Essere Animali pubblica un’indagine sotto copertura realizzata all’interno di quattro allevamenti intensivi di polli provenienti da un fornitore di KFC Italia, nei pressi di Verona.

L’indagine si inserisce all’interno della campagna rivolta al grande marchio di fast food per chiedere di impegnarsi a sottoscrivere lo European Chicken Commitment anche in Italia e garantire standard più elevati per i polli allevati dai loro fornitori.

«KFC si vanta da sempre dell’originalità della sua ricetta del pollo fritto, ma le immagini che diffondiamo oggi mostrano un ingrediente che è rimasto per troppo tempo segreto: la sofferenza dei polli – ha detto Brenda Ferretti, campaigns manager di Essere Animali – KFC Italia è infatti tra le aziende a non avere ancora sottoscritto lo European Chicken Commitment (ECC), una serie di criteri minimi di benessere animale che puntano a ridurre la sofferenza dei polli attraverso l’adozione di specifiche politiche aziendali. Tra queste, quella di evitare l’utilizzo di razze selezionate geneticamente per ottenere una crescita eccessivamente rapida e, per questo motivo, più soggette a un’elevata incidenza di problemi muscolari, scheletrici e cardiovascolari, com’è evidente dalle immagini raccolte. È ora che KFC faccia di più e si unisca alle oltre 300 aziende in tutta Europa ad aver già aderito all’ECC, come ha già fatto in diversi Paesi, tra cui Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Svezia, Regno Unito e Irlanda».

Immagini e video da togliere l’appetito

No, non si tratta di un film splatter, bensì delle torture che questi poveri animali sono costretti a subire prima di finire fritti accanto ad una dissetante bevanda gassata sulle nostre tavole. Le immagini in questione documentano diverse problematiche topiche rispetto alle condizioni degli allevamenti.

Gli animali vengono sottoposti a una dieta all’ingrasso e nel giro di 40 giorni (un tempo innaturale) raggiungono un peso non idoneo alla conformità delle loro ossa. Ciò comporta una serie di patologie che a catena instillano uno scenario da brividi: deformazioni, infiammazioni, e lesioni a tibia e metatarso.

Si stimano centinaia di polli rimasti incastrati nelle mangiatoie – inadeguate per la dimensione degli animali – con gravi ferite mentre altri muoiono al loro interno. Altri ancora mostrano ferite aperte, e infine carcasse di polli morti ovunque. Alcuni cadaveri vengono raccolti in secchi che sono poi abbandonati per giorni all’esterno del capannone e non dentro una cella frigorifera, come previsto dalla normativa.

Il dato intollerabile, che fa discutere sulle scarse condizioni igieniche, sono i casi in cui alcuni di essi si presentano in evidente stato di decomposizione, un’implicazione gravissima alla biosicurezza e alla diffusione di patogeni potenzialmente pericolosi.

Nel video si vedono vere e proprie violenze nei confronti degli animali: gli operatori danno calci agli animali, li lanciano contro superfici con il rischio di ferirli e li maneggiano in modi dolorosi per i polli, ad esempio sollevandoli soltanto da un’ala. Vi sono anche immagini angoscianti che riprendono il carico e lo scarico degli animali.

Mettere fine agli allevamenti intensivi e promuovere il passaggio a un sistema alimentare sostenibile e che preveda la transizione a un’alimentazione a base vegetale e senza sofferenza animale è l’obiettivo ultimo di Essere Animali e della campagna che sta portando avanti.


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