App “pirata” di verifica green pass, il Garante Privacy avvia un’indagine
Il Garante Privacy avvia un’indagine sulle app “pirata” per la verifica del green pass. Sono app che fanno leggere i dati personali, perfino la dose o i tamponi fatti. L’Autorità mette in guardia gli utenti: non scaricatele
Il Garante Privacy avvia un’indagine sulle app “pirata” per la verifica del green pass. E mette in guardia gli utenti, avvertendo di non scaricarle. Queste app pirata, inquadrando il QR Code, permettono di leggere dati personali come nome, cognome, data di nascita, e perfino dosi o tamponi effettuati.L’unica app utilizzabile per garantire la privacy delle persone è VerificaC19.
Il #GarantePrivacy ha avviato un’indagine sulle app per la lettura del #GreenPass che, inquadrando il QR Code, permettono di leggere dati personali come nome, cognome, data di nascita, e perfino dosi o tamponi effettuati ➡️ https://t.co/Raeled6CiM 👇
— Garante Privacy (@GPDP_IT) November 1, 2021
Non scaricate quelle app
È di ieri la nota con cui il Garante Privacy spiega che «diversi produttori e sviluppatori, anche di altri Paesi, hanno messo a disposizione sugli store on line app per la verifica del green pass che consentono a chi le scarica, inquadrando il QR Code, di leggere dati personali come nome, cognome, data di nascita, ma perfino dosi o tamponi effettuati. In alcuni casi le app richiedono anche una registrazione per il download e trasferiscono i dati a terzi».
Sono app che violano la privacy.
Il Garante mette in guarda gli utenti dallo scaricare queste applicazioni che «trattano dati in violazione delle disposizioni di legge, le quali stabiliscono che è l’App VerificaC19, rilasciata del Ministero della Salute, l’unico strumento di verifica delle certificazioni verdi utilizzabile per garantire la privacy delle persone».
L’Autorità ha inoltre deciso di avviare un’indagine sulle app per green pass non in regola e si riserva gli opportuni interventi a tutela degli utenti.