L’Antitrust è nuovamente intervenuta a tutela delle microimprese. Dopo aver sanzionato, la società di diritto tedesco DAD (500mila euro), quella di diritto slovacco CBR (50mila euro), la società di diritto italiano Kuadra (100mila euro) e la società di diritto messicano Expo-Guide (500mila euro), l’Autorità ha sanzionato per 550.000 euro complessivi l’azienda di Bratislava Avron e l’azienda greca IPDM (Internet Publishing &Demand Management Mon. Ike) che, attraverso la raccolta di dati aziendali inducono le microimprese a sottoscrivere costosi abbonamenti a pagamento.
L’Avron, in particolare, invia comunicazioni che, dietro la richiesta di una tempestiva verifica dell’esattezza dei dati corso presenti su un database online, nascondono abbonamenti a pagamento. IPDM interviene successivamente nella fase di recupero dei supposti crediti.
Si tratta del quarto provvedimento adottato quest’anno dall’Autorità per arginare il fenomeno della richiesta di denaro alle microimprese a fronte di registrazioni mai richieste su banche dati online di società domiciliate all’estero.
Simili i meccanismi messi a punto dalle diverse imprese sanzionate dall’Autorità. In particolare Avron, con sede a Bratislava, raccoglie i dati aziendali delle microimprese italiane, in maniera unilaterale e non richiesta, inserendoli nel proprio database online denominato “Registro del Mercato Nazionale”. Successivamente invia alle microimprese preregistrate una comunicazione commerciale apparentemente volta a sollecitare la correzione o l’aggiornamento dei dati aziendali pre-inseriti mediante la compilazione del modulo allegato. In realtà il tono aggressivo della comunicazione, unitamente alla grafica impiegata, spinge le microimprese a sottoscrivere il modulo per evitare di incorrere nelle conseguenze negative minacciate dalla comunicazione stessa, finendo così per aderire a un costoso abbonamento pluriennale per un servizio di annunci pubblicitari. Questo servizio, peraltro, consiste soltanto nella inclusione delle eventuali correzioni apportate tramite il modulo e dell’indicazione della localizzazione geografica della micro-impresa con il servizio mappe gratuito di Google, negli account unilateralmente creati dal professionista sul proprio database online. La ‘scoperta’ arriva con il ricevimento della prima fattura di pagamento, inviata da Avron solo alla scadenza dei termini per l’esercizio del diritto di recesso. In caso di mancato pagamento è la stessa Avron che inizia ad inviare la catena di solleciti, nei quali il costo aumenta per effetto degli interessi di mora e per le ‘spese di gestione della pratica’ e solo successivamente subentra la società greca, inizialmente con proposte transattive e poi con la minaccia di ricorrere alla riscossione coattiva richiedendo presso il Tribunale di Bratislava il decreto ingiuntivo europeo.


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