In base ai dati più recenti, in Italia, nel 2016, sono stati macellati circa 12 milioni di suini. Si allevano inoltre 500.000 scrofe per la grande maggioranza in gabbia. Secondo un recente audit della Commissione europea più del 98% dei suini italiani subiscono il mozzamento della coda di routine, sebbene questa sia un’infrazione della direttiva europea che stabilisce le norme minime per la protezione di questi animali. La Direttiva prevede infatti che il taglio della coda avvenga come ultima ratio, solo dopo aver migliorato le condizioni di allevamento.

È stata inoltre rilevata la totale assenza di una strategia nazionale per implementare la direttiva di protezione dei suini.

La situazione in Italia è talmente grave che, se protratta senza che vengano fatti reali cambiamenti, potrebbe porre il nostro Paese a rischio procedura infrazione. Lo evidenzia Ciwf Italia Onlus che dal 2013 sta denunciando questa grave situazione con video-inchieste e campagne e ha portato avanti attività di lobby presso il Governo italiano e a Bruxelles affinchè venissero presi provvedimenti.

A seguito dell’audit, il Ministero della Salute ha costituito un tavolo di lavoro dedicato al fine di realizzare e implementare una strategia nazionale che migliori le condizioni di allevamento dei suini e riduca di conseguenza l’incidenza del mozzamento della coda. CIWF Italia è l’unica associazione italiana che siede al tavolo insieme con le altri parti interessate e sta lavorando affinchè l’implementazione avvenga nel rispetto del benessere dei suini e mettendo in atto le migliori pratiche di allevamento.

I consumatori – cittadini, italiani e europei, hanno espresso molte volte la loro volontà di evitare prodotti derivanti da sistemi lesivi del benessere degli animali, auspicando di potere avere la possibilità di scegliere prodotti più rispettosi del benessere animale”, afferma l’associazione. Secondo CIWF, quindi, non è più possibile pensare alla qualità del Made in Italy senza garanzie in questo senso. Se anche questa volta si perdesse l’opportunità di migliorare gli standard negli allevamenti suinicoli italiani, il nostro Paese rischierebbe di rimanere indietro rispetto agli altri grandi Paesi produttori europei.

Dichiara Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia Onlus: “Sono anni che come CIWF richiamiamo l’attenzione sulle disastrose –e per alcuni importanti aspetti- illegali condizioni di vita dei maiali in Italia. Siamo lieti che, a fronte delle richieste europee, il Ministero della Salute abbia intrapreso un cammino per migliorare le condizioni di vita di questi animali, anche coinvolgendo organizzazioni protezionistiche come la nostra”.


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