Violenza sulle donne, Asvis: eliminare stereotipi e disparità di genere (foto pixabay)

Per fermare la violenza sulle donne bisogna eliminare disparità di genere e di potere e stereotipi dannosi in ogni campo.

Non bastano norme repressive ma «servono azioni e interventi decisi volti a eliminare lo squilibrio nei rapporti di potere tra donne e uomini, gli stereotipi di genere, le disparità e la segregazione delle donne, nel lavoro, nell’istruzione, nelle materie scientifiche nella formazione, nell’accesso alla tecnologia e alla digitalizzazione».

È quanto afferma l’Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) impegnata sul tema della parità di genere, obiettivo di sviluppo sostenibile, alla vigilia della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

 

Violenza contro le donne, le cattive parole usate dalla stampa (fonte foto: Pixabay)

 

“Le donne non possono più aspettare”

L’ASviS conferma il proprio impegno nel dare voce alle donne vittime della violenza e per migliorare la normativa sulla prevenzione e sul monitoraggio del fenomeno e aderisce con convinzione alla Campagna “Orange the World”, promossa da UN Women. La campagna, per prevenire ed eliminare ogni forma di violenza di genere nel mondo, sollecita azioni decisive da parte dei Paesi e, quest’anno, richiama in particolare l’attenzione sui dati con lo slogan “finanziare, rispondere, prevenire, elaborare statistiche sulla violenza di genere per poterla fermare adesso”.

«La violenza sulle donne ha raggiunto livelli inaccettabili», dichiara la Presidente dell’Asvis, Marcella Mallen davanti ai dati del Ministero dell’Interno: dal 1° gennaio al 20 novembre 2022 in Italia sono stati registrati 104 femminicidi, di cui 88 avvenuti in ambito familiare o affettivo.

«Le donne non possono più aspettare. Servono misure urgenti e più efficaci, per dare piena attuazione alla Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013, che resta ancora oggi il faro contro ogni forma di violenza sulle donne».

«In questa giornata ricordiamo anche le violenze di genere subite dalle migranti e dalle rifugiate di ogni età, nei paesi di partenza, in quelli di accoglienza, e in tutte le guerre dove lo stupro viene vergognosamente usato come un’arma – prosegue la presidente Asvis – Appoggiamo le lotte per la libertà delle donne in tutto il mondo e, in particolare, in Afghanistan, Bielorussia, Iran, Myanmar, Ucraina. Non dobbiamo e non possiamo abbassare la guardia: il grido di dolore delle donne deve essere richiamo per tutta la comunità internazionale affinché si adoperi con urgenza per eliminare ogni forma di violenza sulle donne nella loro diversità, sempre e in ogni luogo.  Come ASviS confermiamo il nostro impegno nel dare voce alle donne, alle vittime di violenza e a quelle che hanno bisogno di aiuto per uscire da situazioni di rischio per sé e per i figli».


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