Gender pay gap: per 1 euro guadagnato da un uomo, la donna guadagna 87 cent (Foto CoWomen per Pixabay)

Per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna guadagna solo 87 centesimi. Le donne nell’Unione europea continuano a guadagnare meno degli uomini con un divario retributivo di genere pari al 13%. Questo è il valore del gender pay gap secondo gli ultimi dati della Commissione europea. E oggi, 15 novembre, cade l’Equal Pay Day, la data che simboleggia quanti giorni in più le donne devono lavorare fino alla fine dell’anno per guadagnare quello che gli uomini hanno guadagnato nello stesso anno. Quest’anno l’Equal Pay Day cade il 15 novembre. È come dire che da oggi a fine anno le donne lavoreranno gratis.

Equal Pay Day e divario retributivo di genere

«L’Equal Pay Day serve a ricordarci di continuare i nostri sforzi per colmare il divario retributivo di genere – hanno detto in occasione di questa giornata simbolica Věra Jourová, vicepresidente per i Valori e la trasparenza, e Helena Dalli, commissaria per l’Uguaglianza – La parità di retribuzione per lo stesso lavoro o per un lavoro di pari valore è uno dei principi fondanti dell’UE. Fu stabilito nel Trattato di Roma del 1957. Tuttavia, quest’anno i progressi verso l’eliminazione del divario retributivo di genere sono stagnanti e sono stati lenti nel corso degli anni. Ciò ci ricorda che gli stereotipi di genere continuano a colpire le donne e gli uomini in tutti gli ambiti della vita, compreso quello lavorativo, e che è necessaria un’azione specifica per attuare il principio della parità retributiva»

«Lo scorso giugno è entrata in vigore la direttiva sulla trasparenza salariale – spiegano ancora – Secondo questa nuova legge, i dipendenti potranno far valere il loro diritto alla parità di retribuzione per lo stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso il diritto alle informazioni sulla retribuzione. Coloro che risultano aver subito discriminazioni salariali basate sul sesso devono ottenere un risarcimento per il lavoro non retribuito e ricevere una retribuzione equa. La trasparenza è fondamentale per apportare un cambiamento reale e questa nuova legislazione rappresenta un passo importante in quella giusta direzione. L’attuazione della direttiva da parte degli Stati membri sarà ora fondamentale per far rispettare il principio della parità di retribuzione per tutti i cittadini dell’UE».

Perché le donne guadagnano meno?

Ma perché le donne guadagnano meno? Scontano di sicuro una serie di disuguaglianze e discriminazioni nell’accesso al lavoro.

Un tema è quello della segregazione settoriale: circa il 24% del divario retributivo di genere è legato alla sovrarappresentanza delle donne in settori relativamente poco retribuiti, come l’assistenza, la sanità e l’istruzione. I lavori molto femminilizzati tendono a essere sistematicamente sottovalutati. Spesso poi è diseguale la quota di lavoro retribuito e non retribuito: le donne si caricano sulle spalle più ore di lavoro settimanali rispetto agli uomini, ma dedicano più ore al lavoro non retribuito, un fatto che si riverbera anche sulle scelte di carriera. E qui rientra il tema dei congedi parentali, dei servizi di assistenza all’infanzia e della flessibilità degli orari di lavoro. Nonché del lavoro di cura e familiare, non equamente distribuito all’interno della famiglia.

C’è poi il “soffitto di cristallo” legato al livello di retribuzione rispetto alle posizione nelle gerarchie e ai vertici di aziende, istituzioni, associazioni. Meno di un amministratore delegato su 10 delle principali aziende è donna, anche se la professione con le maggiori differenze di retribuzione oraria nell’UE è proprio quella dei manager: il 23% di retribuzione inferiore per le donne rispetto agli uomini, evidenzia il sito della Commissione europea.

C’è poi la discriminazione retributiva: in alcuni casi, le donne guadagnano meno degli uomini per lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore.

La Commissione europea aggiunge poi, nella pagina dedicata al Gender pay gap, che “la maggior parte del divario retributivo di genere rimane inspiegabile nell’Ue”. Non si ricollega a caratteristiche del lavoratore o a istruzione, occupazione o altro. Ci sono infine le differenze fra paesi della Ue, per cui il divario retributivo di genere varia da meno del 5% in Lussemburgo, Romania, Slovenia, Polonia, Belgio e Italia a oltre il 17% in Ungheria, Germania, Austria ed Estonia.


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