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Digitalizzazione, Italia al 20° posto nell’indice DESI presentato dalla Commissione UE
L’Indice DESI, pubblicato oggi dalla Commissione UE, mostra un quadro europeo eterogeneo. L’Italia registra livelli di competenze digitali di base e avanzate molto bassi rispetto alla media UE
L’Unione Europea ha fatto progressi nel settore della digitalizzazione, ma il quadro generale negli Stati membri è eterogeneo. L’Italia, in particolare, si colloca al 20º posto. È quanto emerge dall’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI), pubblicato oggi dalla Commissione Europea, che si articola su quattro settori principali: competenze digitali, connettività, integrazione delle tecnologie digitali servizi pubblici digitali.
Indice DESI, a che punto siamo in Italia con la digitalizzazione?
Nel corso del 2020 l’Italia ha compiuto alcuni progressi in termini sia di copertura che di diffusione delle reti di connettività, tuttavia il ritmo di dispiegamento della fibra è rallentato tra il 2019 e il 2020 e – secondo quanto emerge dall’analisi – sono necessari ulteriori sforzi per aumentare la copertura delle reti ad altissima capacità e del 5G e per incoraggiarne la diffusione.
L’Italia, inoltre, è significativamente in ritardo rispetto ad altri paesi dell’UE in termini di capitale umano. Rispetto alla media UE, registra infatti livelli di competenze digitali di base e avanzate molto bassi.
“La percentuale di utenti online italiani che utilizzano servizi di amministrazione online (e-government) è aumentata dal 30% nel 2019 al 36 % nel 2020, ma è ancora nettamente al di sotto della media UE – si legge nel Rapporto. – Anche l’uso dei fascicoli sanitari elettronici da parte dei cittadini e degli operatori sanitari rimane disomogeneo su base regionale”.
La situazione migliora per le imprese. La maggior parte delle piccole e medie imprese italiane (il 69%) ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale, una percentuale ben al di sopra della media UE (60%). Le imprese italiane, inoltre, fanno registrare ottimi risultati nell’uso della fatturazione elettronica. Tuttavia restano lacune nell’uso di tecnologie quali i big data e l’intelligenza artificiale, nonché nella diffusione del commercio elettronico.

Il quadro europeo
Come detto, il quadro generale negli Stati membri dell’UE è eterogeneo e il divario tra i Paesi con i punteggi DESI più alti e quelli con i punteggi più bassi rimane ampio, sebbene l’Indice evidenzi una certa convergenza.
“Nonostante questi miglioramenti – si legge nella nota della Commissione UE – tutti gli Stati membri dovranno compiere sforzi concertati per conseguire gli obiettivi per il 2030 stabiliti nel decennio digitale europeo”.
Per quanto riguarda le competenze digitali, il 56% delle persone nell’UE possiede almeno competenze digitali di base. Inoltre i dati mostrano un leggero aumento dell’impiego di specialisti TIC: nel 2020 erano 8,4 milioni, rispetto ai 7,8 milioni dell’anno precedente. Tuttavia il 55% delle imprese ha segnalato difficoltà nell’assumere specialisti TIC nel 2020.
I dati indicano, dunque, la necessità di avere maggiori opportunità di formazione, al fine di raggiungere gli obiettivi del decennio digitale in materia di competenze: 80% della popolazione con competenze digitali di base e 20 milioni di specialisti TIC.
I dati sulla connettività mostrano un miglioramento per quanto riguarda soprattutto le “reti ad altissima capacità” (VHCN), che sono ora disponibili per il 59% delle famiglie dell’UE. Un dato in crescita rispetto al 50% di un anno fa, ma siamo ancora lontani dalla copertura universale delle reti Gigabit (obiettivo del decennio digitale per il 2030).

Per quanto riguarda l‘integrazione delle tecnologie digitali, si è registrato un forte aumento dell’utilizzo delle tecnologie cloud (dal 16% delle imprese nel 2018 al 26% nel 2020). Tuttavia solo una minima parte delle imprese utilizza tecnologie digitali avanzate (il 14% utilizza i big data, il 25% utilizza l’IA e il 26% utilizza il cloud).
“Questi dati – si legge nella nota della Commissione UE – indicano che l’attuale stato di adozione delle tecnologie digitali è lontano dagli obiettivi del decennio digitale”. L’ambizione dell’UE per il 2030, infatti, è che il 90% delle PMI abbia almeno un livello di base di intensità digitale e che almeno il 75% delle imprese utilizzi tecnologie digitali avanzate entro il 2030.
Nei dati sui servizi pubblici digitali, invece, non figurano ancora miglioramenti significativi dei servizi di e-government. Anche se durante il primo anno della pandemia diversi Stati membri hanno creato o potenziato piattaforme digitali per fornire un maggior numero di servizi online.

Scrive per noi

- Mi sono laureata in Scienze Internazionali con una tesi sulle politiche del lavoro e la questione sindacale in Cina, a conclusione di un percorso di studi che ho scelto spinta dal mio forte interesse per i diritti umani e per le tematiche sociali. Mi sono avvicinata al mondo consumerista e della tutela del cittadino nel 2015 grazie al Servizio Civile. Ho avuto così modo di occuparmi di argomenti diversi, dall'ambiente alla cybersecurity e tutto ciò che riguarda i diritti del consumatore. Coltivo da anni la passione per i media e il giornalismo e mi piace tenermi sempre aggiornata sui nuovi mezzi di comunicazione. Una parte della mia vita, professionale e non, è dedicata al teatro e al cinema.
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