
Lavoro, Istat: aumentano paghe orarie ma tempi di rinnovo contratti troppo lunghi
Retribuzioni contrattuali in aumento dello 0,2% rispetto a maggio e dello 0,7% se si confronta il dato con quello relativo a giugno dello scorso anno. Lo dice l’Istat che ha reso noti oggi i dati sulla retribuzione contrattuale rilevati nei diversi settori. A guadagnare di più sono i dipendenti del privato (+0,6% nell’industria e +1,1% nei servizi privato), mentre continua la stasi per quelli del settore pubblico sui quali pesa il blocco della contrattazione. Nell’analisi dei settori, gli accordi contrattuali migliori sono stati raggiunti nel tessile, dell’abbigliamento e della lavorazione delle pelli (3,4%), del commercio (2%), dell’energia elettrica e del gas (1,9%).
Ma è sul rinnovo dei contratti si evidenziano le maggiori criticità: l’attesa media della vacanza contrattuale per l’insieme dei dipendenti raggiunge i 25,5 mesi.
“Si tratta di un record storico”, commenta Massimiliano Dona, segretario di Unione Nazionale Consumatori. “Un triste primato, visto che indica una violazione dei diritti dei lavoratori. Ovviamente il cattivo esempio è dato dal settore pubblico, dove, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale sia stata ormai depositata nel lontano luglio 2015, ossia esattamente un anno fa, la contrattazione è ancora bloccata per ben 2,9 milioni di dipendenti del pubblico impiego. L’attesa media ha raggiunto i 78 mesi, un dato vergognoso. Ma anche per gli altri raggruppamenti si raggiungono primati. Nel settore privato si arriva a 10,2 mesi, contro i 7,9 mesi di un anno prima”, conclude Dona.
