
Grandi marche, Altroconsumo: “Paese che vai, prezzo che trovi”
Quando compriamo qualcosa da Ikea o da MediaWorld ci siamo mai chiesti se il prezzo che paghiamo in Italia è lo stesso applicato negli altri paesi? Dovrebbe essere così perché parliamo di grandi catene internazionali, ma la realtà è diversa. Ci troviamo di fronte più ad una politica del “Paese che vai, prezzo che trovi”, alla faccia del mercato unico. Altroconsumo ha effettuato un’inchiesta sui prezzi applicati in 8 paesi da 13 famose catene internazionali, tra cui Ikea, Mc Donald’s, Zara, Fnac.
Il risultato principale che ne emerge è che i prezzi applicati nei diversi paesi cambiano, ma non in considerazione del potere d’acquisto dei cittadini. Anzi, nella maggior parte dei casi, sono penalizzati proprio i Paesi del Sud dell’Europa, maggiormente in difficoltà. Ad esempio in Italia posso comprare la libreria Expedit a 30,24 euro, mentre un tedesco se l’aggiudica con soli 21,90 euro.
Anche una politica dei prezzi ugualitaria, però, grava di più su alcuni Paesi: se una cosa ha lo stesso prezzo in Lussemburgo e in Portogallo è chiaro che pesa di più nelle tasche di un portoghese che non in quelle di un lussemburghese.
I paesi più penalizzati sono comunque quelli del Sud d’Europa, come emerge dall’inchiesta di Altroconsumo che ha rapportato l’indice dei prezzi di ciascuna delle 13 catene analizzate alla capacità di spesa delle famiglie in ogni Paese: i portoghesi pagano in media il 36% in più rispetto ai consumatori del Nord Europa, gli spagnoli il 23% e gli italiani il 15%. Il Lussemburgo è il Paese che sente meno il peso dei prezzi.
Ad avere una forte politica di prezzi differenziati è McDonald’s che penalizza maggiormente Spagna e Portogallo. MediaWorld, invece, applica differenze di prezzo del 10% al massimo. La Fnac ha una politica di prezzi sciovinista, con prodotti meno cari in Francia. Decathlon ha optato per i prezzi standard e, per via dei diversi livelli di costo della vita, finisce per premiare il suo paese d’origine, la Francia. Zara applica prezzi molto più bassi in Spagna e in Portogallo rispetto al resto d’Europa. H&M varia i prezzi in maniera soft e anche Levi’s ha differenze di prezzo quasi impercettibili, che non superano il 2%. Infine, Ikea ha sostanzialmente prezzi omogenei, ma su alcuni prodotti le differenze possono essere notevoli.

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I grandi supermercati, nazionali e internazionali, applicano prezzi differenziati anche in Italia nelle diverse città. A volte a soli trenta chilometri di distanza si trova lo stesso pacchetto di biscotti con differenze del 15%. Il motivo credo sia essenzialmente nella concorrenza sul luogo. Penso che anche per queste catene internazionali sia la stessa cosa. Controllano il prezzo del competitore locale.
Alex