Prezzi della pasta, Garante: a breve “significativa discesa” (Foto Pixabay per Pexels)

È attesa a breve una “significativa discesa” del costo della pasta. Già ci sono i “primi segnali” di diminuzione di prezzo che, nei prossimi mesi, diventeranno più consistenti. È il messaggio uscito ieri dalla Commissione di allerta rapida per il monitoraggio dei prezzi, che si è riunita (per la prima volta) e ha affrontato il tema del prezzo della pasta, oggetto di tante denunce da parte delle associazioni dei consumatori.

Commissione di allerta sul prezzo della pasta

La Commissione, prevista dal Decreto Trasparenza e presieduta dal Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, è stata convocata per monitorare in tempo reale, a seguito degli aumenti registrati negli ultimi mesi, le dinamiche del costo della pasta e dei principali fattori che ne compongono il prezzo al consumo. Come rilevato dall’Istat, il prezzo della pasta a marzo e ad aprile ha registrato aumenti tendenziali rispettivamente del 17,5% e del 16,5%.

“Durante il confronto tecnico, i rappresentanti di Istat, Ismea e del sistema camerale hanno segnalato come le ultime rilevazioni dei prezzi stanno già dimostrando i primi segnali, seppure deboli, di diminuzione di prezzo, segno che nei prossimi mesi il costo della pasta potrà scendere in modo significativo – informa una nota – La Commissione, dal canto suo, ha ribadito che continuerà l’opera di monitoraggio sull’effettiva discesa dei prezzi, a tutela dei consumatori”.

Il Garante ha poi evidenziato che la dinamica dei prezzi di frumento duro e semola e di energia siano a livelli più bassi rispetto allo scorso anno e come “tali riduzioni si rifletteranno sul prezzo al consumo della pasta”.

 

Caro pasta, vola sopra i 2 euro al kg (Foto di ImageParty da Pixabay)

 

UNC: un flop la Commissione di allerta prezzi

Tutto bene? Non per l’Unione Nazionale Consumatori che parla di “flop”.

«Come temevamo, la riunione della Commissione di allerta rapida sui prezzi della pasta non ha prodotto nulla di concreto contro le speculazioni in atto, ma solo parole, parole, parole – ha detto Massimiliano Dona, presidente UNC – I sistemi di controllo sulle filiere, i monitoraggi, le osservazioni sulle dinamiche dei prezzi possono fare ben poco se poi, individuati i responsabili del problema, non si possono perseguire. Ancor meno serve la moral suasion. Se poi si nega addirittura che le speculazioni ci siano, allora andiamo veramente male».

Per Dona «la verità è che ci troviamo di fronte al solito problema della doppia velocità, come dimostra il nostro studio. Mentre il prezzo della pasta è cominciato a salire immediatamente, non appena il prezzo del frumento duro è iniziato ad aumentare, ossia da luglio 2021, ora che scende da un anno, dopo il record toccato nell’aprile 2022 per quello extra Ue, la pasta ha proseguito indisturbata la sua corsa al rialzo. Anche i prezzi di luce e gas sono calati a partire dal mese di novembre 2022. Insomma, le scuse stanno a zero!».

Unione Italiana Food: aumento logico del prezzo, ecco perchè

Secondo Unione Italiana Food, l’aumento del prezzo della pasta è un dato logico e spiegabile con il contesto in cui è stata prodotta. La pasta oggi a scaffale, ha spiegato in occasione della Commissione di allerta rapida sui prezzi, è stata prodotta mesi fa col grano duro comprato alle quotazioni del periodo precedente e in un contesto in cui pesava il rialzo dei costi energetici per la guerra e i forti costi del packaging e della logistica.

In un anno, ha detto l’associazione, il prezzo della pasta è cresciuto dell’8,4% (dati ufficiali Istat, marzo 2023 su marzo 2022), al pari dell’indice di inflazione medio registrato dai beni al consumo; l’aumento per il consumatore è del 16,5% a fronte di una media dei prodotti alimentari del 15%.

«Lavoriamo tutti nella direzione di tutelare sempre al meglio i consumatori ma, seppure i costi rimanessero quelli attuali, non possiamo dimenticare che l’aggravio di spesa per persona all’anno sarebbe di circa 10 euro, ovvero il 16,5% in più su un prodotto che costa in media circa 1,07 euro al pacco (dato Istat). Insomma, ben al di sotto di tanti altri rincari e perfettamente in linea con il costo dell’inflazione. Tenendo conto che si tratta di un prodotto che finisce quotidianamente sulle tavole degli italiani, sinceramente l’allarmismo di questi giorni appare davvero poco giustificato» ha sostenuto Unione italiana food (Fonte: Distribuzione Moderna).

Ma questa analisi, e soprattutto questi numeri, sono contestati dal Codacons.

“A marzo i prezzi della pasta fresca e secca sono saliti, secondo l’Istat, del 18,2% su base annua, oltre il doppio del tasso di inflazione che, a marzo, si è attestato al 7,6% – dice l’associazione – Questo significa che, in base alla spesa per consumi delle famiglie per i vari prodotti alimentari, forniti sempre dall’Istat, la maggiore spesa si aggira in media sui +25,5 euro annui a nucleo. Siamo inoltre curiosi di sapere in quali negozi un pacco di pasta costa 1,07 euro, come affermato dall’Unione Italiana Food – prosegue il Codacons – Perché se tale dato si riferisce alla vendita al dettaglio, tutti i numeri ufficiali ci dicono che in numerose città la pasta cosa sopra i 2,3 euro al chilo”.


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